“Nella Rete tutti in partenza sono uguali, ma può svilupparsi una predisposizione a investiture di capi carismatici. La Rete dà l’illusione della sovranità di ciascuno, ma produce leadership”. Lo dice Stefano Rodotà in un’anticipazione dell’intervista che uscirà domani sull’Espresso.
“Il campo della battaglia per la democrazia elettronica è aperto, nessun esito è escluso, dal fascismo digitale al socialismo realizzato. Il punto è: chi pone la domanda, e quando? Zuckerberg ha provato a fare un referendum tra gli utenti di Facebook, ma è stato costretto ad annullarlo ed è rispuntata la parola chiave della democrazia, la rappresentanza”.
Riferendosi al guru Internet del M5S, Gianroberto Casaleggio, Rodotà evidenzia che “Casaleggio dice cose che sosteneva già il capo della destra repubblicana americana Newt Gingrich negli anni Novanta, in chiave tendenzialmente autoritaria. Da noi il successo di Grillo dimostra che vent’anni di deserto di rappresentanza politica ha provocato nei cittadini il massimo della richiesta di rappresentarsi da soli. L’esito è aperto”. “Per Casaleggio – conclude – la democrazia rappresentativa va rovesciata, i partiti vanno sostituiti con i comitati dei cittadini”.