3,6 milioni di euro. A tanto ammonta la cifra del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) che la Commissione europea ha proposto oggi di concedere all’Italia per aiutare 856 ex lavoratori della società di servizi di tecnologia dell’informazione Agile a trovare un nuovo posto di lavoro. La proposta sarà ora trasmessa al Parlamento europeo e al Consiglio dei ministri della Ue per essere approvata.
“Questa proposta per 3,6 milioni di euro del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione in Europa può aiutare gli ex lavoratori della Agile a migliorare le loro competenze e quindi a trovare nuovi posti di lavoro”, ha spiegato László Andor, Commissario Ue responsabile dell’occupazione, degli affari sociali e dell’inclusione,
L’Italia ha chiesto l’intervento del Feg per 1257 lavoratori della Agile. che hanno perso il lavoro, 856 dei quali dovrebbero beneficiare delle misure cofinanziate dal Feg. Il pacchetto di misure è pensato per aiutare i lavoratori offrendo loro consulenza riguardo alla carriera, valutazione delle competenze, assistenza nel ricollocamento e nella ricerca di lavoro, formazione professionale e potenziamento delle competenze, istruzione di livello post-universitario, promozione dell’imprenditorialità e contributi alla creazione di imprese, facilitazioni all’assunzione, tutoraggio dopo il reinserimento professionale, indennità per la ricerca di lavoro e contributi per le spese speciali come l’assistenza a persone non autosufficienti, contributi per le spese di pendolarismo e di trasferimento nel luogo del nuovo posto di lavoro. Il costo complessivo stimato del pacchetto è di circa 5,6 milioni di euro, 3,6 milioni dei quali saranno erogati dal Feg.
La forte flessione del settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in Italia ha colpito Agile con particolare durezza. Gli effetti della crisi economica e finanziaria mondiale sono esplosi nel momento in cui la società stava cambiando la propria strategia commerciale e passando dall’offerta di servizi di call-center a livello locale all’offerta di servizi IT integrati a livello multiregionale. Davanti al calo della domanda gli sforzi della società si sono rivelati insufficienti, con conseguenti gravi perdite e insolvenza, che hanno a loro volta condotto ai licenziamenti.
I licenziamenti sono ripartiti su gran parte d’Italia. Sono infatti interessate 12 regioni su 20: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Dal 2007, anno in cui è divenuto operativo, il Feg ha ricevuto 105 domande di contributo finanziario. Sono stati richiesti fondi per circa 454 milioni di euro per dare aiuto a circa 94.500 lavoratori. Attualmente sta aumentando il numero dei settori economici e degli Stati membri che presentano domande Feg per aiutare i lavoratori licenziati.
Una maggiore apertura del commercio con il resto del mondo si traduce in vantaggi globali per la crescita e l’occupazione, ma talvolta anche in perdita di posti di lavoro, in particolare in settori vulnerabili e per i lavoratori meno qualificati. È per questo che il presidente della Commissione Barroso ha proposto a suo tempo di istituire un Fondo per aiutare coloro che subiscono maggiormente le conseguenze della globalizzazione. Il Feg, istituito alla fine del 2006, è stato creato per dimostrare la solidarietà dei molti che beneficiano della maggiore apertura dei mercati verso i pochi che si trovano ad affrontare lo shock improvviso della perdita del lavoro. Nel giugno 2009, le norme del Feg sono state riviste per rafforzarne il ruolo come strumento di intervento tempestivo e parte integrante della risposta della UE alla crisi economica e finanziaria. Il regolamento Feg rivisto è entrato in vigore il 2 luglio 2009 e si applica a tutte le domande ricevute fra il 1° maggio 2009 e il 31 dicembre 2011.
Sulla base dell’esperienza acquisita con il Feg dal 2007 e del suo valore aggiunto per i lavoratori assistiti e le regioni colpite, la Commissione ha proposto di mantenerlo anche nell’ambito del quadro finanziario pluriennale 2014-2020, migliorandone al contempo il funzionamento.