ARCEP

Skype rischia grosso, è una telco non “dichiarata”

In Francia l’Arcep accusa la società di Microsoft di non essersi registrata come società di comunicazione elettroniche e, quindi, di non essere autorizzata ad erogare servizi. Informato il Procuratore della Repubblica. L’Authority pronta a far scattare la denuncia

Pubblicato il 12 Mar 2013

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In Francia l’Arcep è pronta a denunciare penalmente Skype. L’autorità che regola le telecomunicazioni ha informato il Procuratore della Repubblica di Parigi di una “possibile inadempienza” da parte della società acquisita da Microsoft che si sarebbe finora “rifiutata” (secondo il comunicato Arcep) o, se vogliamo, “dimenticata” di dichiararsi come operatore di comunicazioni elettroniche in Francia, in base a quanto richiesto dalla legge. Tale mancanza rappresenta un reato penale. L’Arcep ha ripetutamente chiesto a Skype di presentare questa dichiarazione (che gli operatori dovrebbero mandare preliminarmente), ma finora senza esito.

Skype Communications, la cui sede legale è in Lussemburgo, fornisce agli utenti Internet francesi (come in moltissimi altri Paesi) servizi che permettono di effettuare gratis chiamate audio e video da e verso terminali connessi usando software prodotti internamente (da Skype Software). Anche se non tutte le soluzioni fornite da Skype sono servizi di comunicazione elettronica, sostiene l’Arcep, lo sono quelli che permettono agli utenti Internet francesi di chiamare numeri fissi e mobili in Francia e in tutto il mondo usando computer o smartphone collegati alla Rete. Perciò Skype in Francia, secondo l’authority, è un operatore di comunicazioni elettroniche.

Nel nostro vicino d’Oltralpe, le aziende non hanno bisogno di ottenere l’approvazione dell’ente regolatorio per diventare operatori di comunicazioni elettroniche, ma hanno l’obbligo di informarne anticipatamente le autorità dichiarandosi ufficialmente come operatori (in base all’Articolo L. 33-1 del Codice francese delle comunicazioni elettroniche e postali Cpce). Svolgere attività come operatore di comunicazioni elettroniche, in particolare il fatto di fornire un servizio telefonico al pubblico, implica anche l’adesione a precisi obblighi che includono l’indirizzamento delle chiamate di emergenza e la messa in funzione degli strumenti che servono a effettuare le intercettazioni su richiesta delle autorità, ricorda l’Arcep.

La parola passa adesso al Procuratore della Repubblica parigino: dovrà innanzitutto confermare che la società della Microsoft è soggetta all’obbligo di dichiararsi come operatore; in caso affermativo, potrebbe scattare il procedimento di infrazione.

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