SOCIAL NETWORK

I politici “abbandonano” Twitter: il dopo-voto spegne il fenomeno

Dopo la corsa ai cinguetti in campagna elettorale, si sono temporaneamente “spenti” gli account di alcuni politici. Da settimane nessun tweet da Monti, Fini e Casini. Resiste Bersani

Pubblicato il 14 Mar 2013

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Finite le elezioni, cala l’attenzione dedicata dai politici ai social network, che invece erano stati “spremuti” in campagna elettorale per cercare di incrementare i consensi.

L’esempio più significativo di assenza dalle reti sociali (non si sa se temporanea o duratura) è quello dell’ex premier Mario Monti, che dopo l’annuncio della “salita” in politica aveva adottato in pieno l’arma social: dal 27 febbraio, ovvero due giorni dopo l’appuntamento elettorale, sull’account @SenatoreMonti è sceso il silenzio. Solo il 6 marzo un tweet isolato, poi più niente fino ad oggi.

Il Professore sembrava molto interessato alle potenzialità offerte dalle reti sociali quando, il 23 dicembre scorso, aveva debuttato sulla piattaforma ideata da Jack Dorsey, attirando ad oggi oltre 240.000 follower. Il 5 gennaio si era addirittura impegnato in una tweet-intervista, raccogliendo oltre 2.000 quesiti e producendo 16 risposte, in cui aveva usato emoticon e commentato con un “WOW!!”. Lo stratega della comunicazione del senatore, Mario Sechi, ex direttore de “Il Tempo” e poi eletto nella sua Lista, aveva affermato di puntare molto sugli strumenti offerti dalla rete. Ma da diversi giorni i “cinquettii” si sono spenti. Su Facebook, dove Monti era tornato attivo il 13 gennaio, stessa tempistica: ultimi messaggi rispettivamente il 27 febbraio e il 6 marzo.

Anche Pierferdinando Casini, leader dell’Udc e alleato dell’ex presidente del Consiglio alle ultime elezioni, non sembra più interessato a “cinquettare”. L’ultimo messaggio di carattere politico sulla piattaforma di microblogging risale al 25 febbraio. Nelle ultime ore ha twittato due volte, ma solo per elogiare il nuovo Papa Francesco.

È uscito ancora prima da Twitter, il 20 febbraio, un altro alleato di Monti, il leader di Fli Gianfranco Fini, che peraltro non è stato rieletto in parlamento.

Resta invece a presidiare i social network Pierluigi Bersani, con commenti quotidiani su Twitter, mentre Silvio Berlusconi non è presente nella piattaforma di Dorsey con un account personale perché, come aveva detto in campagna elettorale, lo considera un luogo di eccessiva conflittualità.

Ovviamente il re del web resta Beppe Grillo, ma è noto che il suo Movimento 5 Stelle è nato dalla rete e dal suo famoso blog, ormai consultato quotidianamente anche da coloro che prima lo ignoravano per avere indicazioni sull’orientamento politico del leader dei grillini.

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