“La forte competizione ha provocato una guerra dei prezzi che non ha consentito di valorizzare adeguatamente le reti di nuova generazione: in Italia, a differenza della maggior parte degli altri Paesi, una connessione in fibra ottica a 1 Giga ha raggiunto un prezzo inferiore a quello di una vecchia linea in rame riducendo lo stimolo per gli operatori a spingere la migrazione dei clienti sulle nuove tecnologie”. È quanto ha evidenziato Carlo Filangieri, amministratore delegato di Fibercop in occasione della tavola rotonda “Lo sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazioni”, organizzata dal Quadrato della Radio a L’Aquila.
Sulle aree grigie e bianche c’è ancora molto da fare
Secondo il manager “la competizione infrastrutturale ha accelerato senza dubbio la copertura delle aree nere, le principali città del Paese, mentre nelle aree grigie e bianche c’è ancora molto da fare; i bandi Italia 1 Giga assegnati dal Governo aiuteranno a integrare le coperture nelle aree non servite da piani autonomi degli operatori”. Filangieri aggiunge inoltre “il piano di FiberCop sta procedendo rapidamente ed in linea con le previsioni sia in termini di copertura che di risultati finanziari: abbiamo già aperto la commercializzazione dei servizi su oltre 1.000 comuni mettendo la nostra rete Ftth a disposizione dei numerosi operatori che hanno stipulato un accordo direttamente con noi o con qualcuno dei nostri partner”.
Il manager interviene anche sul tema balzato agli onori delle cronache nelle ultime settimane: coinvolgere i principali over the top (prevalentemente le grandi web company) a contribuire agli investimenti nelle reti secondo un principio di fair share. La proposta della Commissione Ue – una consultazione pubblica è attesa a inizio 2023 – è stata (e non poteva essere altrimenti) appoggiata dalle principali telco europee. Per l’Italia hanno firmato il “manifesto” condiviso gli Ad di Tim e Fastweb Pietro Labriola e Alberto Calcagno.
Gli Ott e gli investimenti nelle reti a banda ultralarga
Secondo Filangieri è “una strada da portare avanti nell’interesse del settore e dei consumatori” tenendo in considerazione alcuni elementi: “Intanto bisogna circoscrivere ai soli soggetti che generano i cosiddetti ‘trasporti eccezionali’ ossia il traffico dati che può portare alla congestione delle reti o che implicano la gran parte degli investimenti degli operatori (come ad esempio i colossi dello streaming, ndr), va fatta una chiara distinzione tra il volume di traffico complessivo ed i picchi di traffico contemporaneo su cui le reti di norma vengono dimensionate, devono essere in generale incentivati i soggetti che collaborano con le telco attraverso soluzioni tecnologiche votate a non affaticare le reti, come quelle che si basano sull’edge cloud delle telco”.