Quella del metaverso rappresenta per i regolatori, anche nel mondo finanziario, una vera e propria sfida. A sostenerlo, sel suo intervento durante il convegno “Financial regulatory and supervisory authorities facing the Metaverse” all’università Luiss, è Paolo Savona, presidente di Consob, che lancia l’allarme sui rischi che una regolazione poco efficace potrebbe innescare. (Qui l’intervento integrale)
Savona sottolinea la necessità “di definire una metaeconomics che va al di là di un’economics with cryptocurrency“. “Va riesaminato il funzionamento del mercato e delle sue istituzioni – aggiunge – soprattutto per ricondurre ciò che sta accadendo entro un habitat ‘legale’ al quale i risparmiatori possano fare riferimento per le loro scelte, ponendo fine alle suggestioni provenienti da operatori che solo un eufemismo induce a chiamare intraprendenti”.
Il ruolo della prevenzione e della collaborazione internazionale
“E’ pur vero – prosegue Savona – che la dimensione della finanza virtuale nel mondo reale è ancora marginale, ma non appare saggio proporsi di studiare il problema quando i rischi già individuati esploderanno in dimensione sistemica, come avvenne nel 2008 con i derivati complessi e come la storia economica ricorda essere accaduto numerose volte nei secoli passati”.
La soluzione è quindi, secondo il presidente di Consb, quella di “prevenire piuttosto che subire, innovare rispetto al correggere, come suol dirsi, quando i buoi sono scappati dalle stalle”. Il problema, ha poi detto rivolgendosi a Caroline Pham, commissaria della Us Commodities Future Trading Commission, “è che se non abbiamo la stessa regolamentazione la situazione puo’ essere difficile da gestire. Sarebbe utile organizzare una conferenza internazionale per discutere di questi temi e problemi per raggiungere un accordo internazionale”.
Non soltanto rischi, ma anche opportunità
Non soltanto di rischi, ma anche di opportunità ha parlato nel suo intervento Caroline Pham: “Quando pensiamo al Metaverso si capisce che è più che semplice speculazione sulle criptovalute, ma è il futuro di internet. Così, come regolatori e supervisori dobbiamo guardare a queste novità che vanno oltre alla realtà fisica. Quando pensiamo alla digitalizzazione della finanza – sottolinea Pham – a partire dalla firma digitale, dobbiamo lavorare come regolatori guardando a queste novità come qualcosa di positivo, da non demonizzare. Non dobbiamo buttare via il vecchio, ma modernizzare la nostra realtà in un concetto di Metaverso“.
“L’opinione generale è che ci vorranno 10 anni prima che vi siano le infrastrutture e le strutture per gestire questa nuova economia virtuale – conclude Pham – I regolatori devono pensare in primo luogo a garantire un accesso aperto all’economia virtuale, promuovendo diversità e inclusione. Altro problema è valutare l’impatto del Metaverso sulla vita delle persone, che rischiano di restare tutto il giorno all’interno di una realtà virtuale, senza contatti fisici. Anche qui si deve lavorare sulla sicurezza, non solo cybersicurezza, ma anche la sicurezza fisica e psichica in un mondo sempre più virtuale”.
I temi della net neutrality e del 5G
“Guardando a un futuro virtuale dell’economia e della finanza mondiale credo che ci siano due temi fondamentali da affrontare – afferma Paolo Ciocca, componente del collegio Consob – Il primo è quello della net neutrality, che sappiamo bene essere un argomento centrale nel mondo occidentale, ma la situazione è ben diversa in Paesi come la Cina o la Russia. Il secondo punto è vedere la crescita del Metaverso all’interno di un contesto di digital divide. Serve garantire una connessione 5G globale, perché ogni altro tipo di connessione non può gestire il futuro digitale dell’economia e della finanza. Come regolatori, poi, dobbiamo porre l’attenzione sulla questione della privacy, perché il Metaverso fonde la vita privata e quella lavorativa e pubblica dei cittadini. Quello che a oggi non vedo è la consapevolezza da parte di noi regolatori di queste novità e delle problematiche che questa nuova realtà portano con sé”.