Due nuovi poli di competenze specialistiche per le professioni del futuro connesse alle tecnologie più all’avanguardia in ambiti come la sanità digitale, la sostenibilità, gli analytics, il cloud e la security. Ad aprirli sarà Accenture, che ha per questo progetto Bari e Cosenza per proseguire nel percorso iniziato con l’apertura dei due Advanced technology center di Napoli e Cagliari, che oggi impiegano 2.50 persone.
Le aperture a Bari e Cosenza consentiranno all’azienda di raddoppiare la propria presenza nel Sud Italia, arrivando nei prossimi tre anni a impiegare complessivamente più di 5mila professionisti. In Italia da più di 60 anni, Accenture conta oggi nel Paese su più di 20mila dipendenti, su un ritmo medio di 4.000 assunzioni annue e si è posta l’obiettivo di raggiungere la parità di genere entro il 2025.
I due poli di Bari e Cosenza, spiega Accenture in una nota, hanno l’obiettivo di generare occupazione qualificata, favorendo anche il “rientro a casa” dei talenti del Mezzogiorno, e migliorare la capacità occupazionale di giovani e donne semplificando l’accesso a nuove professioni legate al digitale. Già oggi, il 40% del personale Accenture che opera al Sud è costituto da talenti femminili e il 60% sono under 35.
“Nonostante l’attuale contesto preannunci un 2023 incerto, Accenture continuerà con la propria strategia di abilitatore di crescita per il Paese e ad accompagnare le organizzazioni nei loro percorsi trasformativi e valorizzazione del capitale umano – sottolinea Mauro Macchi, amministratore delegato di Accenture Italia – Ritengo che al pari delle sfide, vadano evidenziate anche le opportunità che abbiamo di fronte, a partire dal Pnrr, un perno importante per proseguire nella modernizzazione del Paese. Con questo ulteriore investimento Accenture conferma la centralità dell’Italia rafforzando ulteriormente la propria presenza nel Sud Italia. L’apertura dei due poli di Bari e Cosenza e la sinergia con i centri di Napoli e Cagliari, favorirà l’avvicinamento dei giovani verso percorsi formativi specializzati e contribuirà a colmare il gap di competenze necessario per far crescere il quoziente digitale dei territori, favorire l’inclusione del capitale umano e recuperare competitività economica e sociale”.