Il governo di Hollande punta a ridurre i poteri dell’Arcep. Nel dossier elaborato dal ministro delle Attività Produttive Arnaud Montebourd e da quello della Digital Economy Fleur Pellerin – riportato dalla stampa locale – si fa riferimento a un “necessario riequilibrio dei poteri” da mattere in campo rafforzando la presenza dello stato e limitando, quindi, quella dell’Arcep.
Il governo di Hollande non ha ancora preso una decisione sull’argomento, ma fonti vicine al ministero delle Finanze, spiegano che l’obiettivo è quello di “riprendere in mano alcune questioni di rilevanza politica”. Tra queste il potere di attribuzione delle frequenze e le relazioni coi consumatori. Il presidente dell’Arcep, Jean-Ludovic Silicani, si è detto interessato al cambiamento che il governo avrebbe messo in cantiere. In una nota ha sottolineato che “è necessario che il governo giochi un ruolo chiave nella funzione regolatoria”.
Dalla liberalizzazione delle Tlc (nel 1997) i governi delegato al regolatore diversi poteri, fra cui la definizione delle specifiche per l’attribuzione delle licenze di telefonia mobile. Secondo Les Echos “l’esecutivo vorrebbe avere più potere in questo campo” per poter assegnare banda secondo il criterio degli “investimenti che generano occupazione”.
Per quanto riguarda invece i rapporti con i consumatori, questi potrebbero passare sotto la responsabilità della direzione generale della concorrenza, del consumo e della repressione delle frodi. Negli ultimi mesi l’Arcep è stata aspramente criticata per non aver tenuto conto delle ripercussioni che avrebbe avuto sul mercato nazionale l’arrivo di Free. Il nuovo operatore ha infatti messo in difficoltà gli altri operatori che, tra le proteste, hanno dovuto abbassare le tariffe per bloccare l’emorragia di clienti verso Free che ha lanciata un’offerta molto bassa.