L'EDITORIALE

La crisi “premia” le telco, riequilibrio di assetti Europa-Usa?

Gli operatori in sofferenza ma il comparto, soprattutto nel Vecchio Continente, è abituato da tempo a raccogliere meno frutti di quanto ci si aspetterebbe considerato il ruolo strategico delle infrastrutture. Le big tech americane per la prima volta in seria difficoltà al punto da bruciare miliardi di dollari in Borsa e da annunciare piani di riorganizzazione importanti. Segno di un’inversione di rotta?

Aggiornato il 28 Ott 2022

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Trema l’economia americana: i conti al netto ribasso delle big tech stanno mettendo in allarme gli Stati Uniti. Il Nasdaq nelle ultime ore è stato trascinato al ribasso dall’affondo di Meta il cui titolo ha perso quasi il 25% (da inizio anno oltre il -60%). Amazon ha perso il 16%. Alphabet, la casa madre di Google, ha lasciato su strada quasi il 7%. L’unica in recupero fra i Gafa è Apple, ma il titolo della Mela è in sofferenza da inizio anno.

I risultati delle trimestrali sono più che deludenti rispetto alle aspettative di mercato ma la crisi morde, quella innescata a seguito dello scoppio del conflitto in Ucraina e a catena dal rialzo dei tassi di interesse e dell’inflazione. Una situazione inedita che impone cautela sugli outlook di fine anno, e soprattutto sul 2023.

Tlc, l’Europa più resiliente

Venendo all’Europa, il Continente delle Tlc, la situazione appare meno allarmante: nonostante trimestrali poco allettanti nessuno scossone in Borsa per quel che riguarda gli operatori, abituati da anni a sottoperformare rispetto al valore strategico degli asset (le reti). Stringendo la lente sull’Italia i risultati delle trimestrali appaiono più o meno stabili con trend in parte in miglioramento. Fa eccezione Fastweb che continua la sua corsa mettendo a segno il 37mo trimestre consecutivo al rialzo.

La “resilienza” mostrata nella fase acuta della pandemia ha rappresentato un crush test importante, anche se quello a cui è sottoposto l’economia di questi tempi è ben più pesante e rischioso. E non a caso non si escludono scossoni per i prossimi mesi. Guardando al futuro però le prospettive si fanno più allettanti per le telco che per gli over the top: i grandi fondi mondiali continuano a investire nelle reti, con quote azionarie importanti.

I fondi di investimento puntano sulle Tlc

Nel nostro Paese sono Kkr (Tim) e Macquaire (Open Fiber) i grandi protagonisti nella partita del dossier rete unica. E non va dimenticato il peso di Ardian in Inwit e di Asterion in Retelit e Irideos, per citare le operazioni più recenti. Segno che il mercato crede nel potenziale, quello della fibra ottica e dei servizi digitali in bundle con quelli di connettività.

Le reti di Tlc inoltre rappresentano il pilastro portante di qualsiasi economia e settore industriale e senza reti di Tlc gli over the top non avrebbero potuto scalare i mercati. Non a caso in Europa si sta tentando di stringere il cerchio sull’obbligo di contribuzione a carico degli over the top per la realizzazione delle nuove reti a banda ultralarga considerata l’ingente mole del traffico dati generata proprio dalle web company (si pensi al peso specifico del solo streaming).

L’Europa avrà il coltello dalla parte del manico?

Per la prima volta dopo anni l’Europa potrebbe dunque ad avere il coltello dalla parte del manico e maggior potere nelle “trattative” con i colossi americani su tutta una serie di questioni a partire da quella fiscale. Mentre il business delle reti cresce quello dell’advertising online (principale fonte per gli Ott) segna il passo: le web company sono in allarme e hanno già annunciato piani di riorganizzazione con tanto di tagli del personale per recuperare terreno in nome dell’efficienza operativa. Per Facebook poi la partita del Metaverso si sta mostrando più complessa delle attese, con spese fuori controllo e numeri al momento deludenti.

Il consolidamento delle Tlc e i campioni europei

Le telco da parte loro la riorganizzazione l’hanno avviata da tempo con ridimensionamenti anche importanti e vendita di asset. E la partita non è conclusa: nel Vecchio Continente tira aria di consolidamento. Se ne parla da anni ma a questo giro le chiacchiere potrebbero trasformarsi in realtà. Il consolidamento peraltro è considerato da molti la chiave di volta, sia per consentire la sostenibilità economica del comparto sia per dare vita a “campioni” europei in grado di giocare un ruolo ben più di peso rispetto a quello odierno. Un riassetto dunque appare inevitabile, nel mondo tlc e in quello digitale. I tempi stanno decisamente cambiando.

Il 14 dicembre torna Telco per l’Italia

Di questi e delle tematiche di attualità legate al mondo Tlc e digitale discuteremo in occasione dell’edizione di fine anno di Telco per l’Italia in programma il prossimo 14 dicembre. Per info e iscrizioni cliccare qui

Articolo originariamente pubblicato il 31 Ott 2022

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