I RUMORS

Twitter, a rischio 3.700 dipendenti. Fuggi fuggi degli inserzionisti?

Stando a indiscrezioni Musk sarebbe intenzionato a dimezzare la forza lavoro e anche ad abbattere il ricorso allo smart working. Intanto si apre il fronte advertising: aumentano le grandi aziende che avrebbero deciso di abbandonare o sospendere i propri investimenti sul social network. Ultima nella lista l’Orèal, fra i primi dieci inserzionisti al mondo

Pubblicato il 03 Nov 2022

musk twitter

Elon Musk intende licenziare metà dei dipendenti di Twitter, circa 3.700 persone. L’indiscrezione, pubblicata da Bloomberg, riporta in primo piano quanto già scritto dai media americani nei giorni scorsi e finora smentito da Musk.

Secondo Fortune il magnate e i suoi collaboratori stanno vagliando una serie di piani e scenari per tagliare i costi e aumentare le entrate del social media. La riduzione del personale e la revisione delle politiche societarie di Twitter sono tra le prime ipotesi, anche se l’entità del ridimensionamento non è ancora decisa in via definitiva. Uno degli scenari prevederebbe il congedo di metà dei dipendenti – già da questo venerdì – con una buonuscita pari a 60 giorni di lavoro.

Musk sarebbe anche pronto a ridurre drasticamente l’opzione smart working per i dipendenti di Twitter.

Stretta su personale e smart working

L’imprenditore, fondatore e ceo di Tesla e SpaceX e ora anche ceo di Twitter, aveva smentito all’inizio della settimana un articolo del New York Times che prefigurava il licenziamento di una quota consistente di dipendenti, almeno il 30%, per non pagare i bonus.

In un tweet di risposta a Eric Umansky, vice direttore di ProPublica, che citava il NYTimes, l’imprenditore sudafricano ha replicato evidenziando i contenuti dell’articolo e definendoli “falsi”. Prima del completamento dell’acquisizione da 44 miliardi di dollari il Washington Post aveva addirittura parlato di un taglio del 75% della forza lavoro.

Le fonti di Bloomberg indicano anche che Musk intende abolire la politica del “work from everywhere”, chiedendo ai dipendenti di tornare in ufficio, salvo alcune eccezioni. L’imprenditore si è più volte pronunciato contro il lavoro remoto perché impatterebbe sulla produttività.

La nuova Twitter non piace agli inserzionisti

Musk è anche un noto paladino della libertà di parola senza filtri: questo fa temere ad alcuni osservatori un forte allentamento delle attività di moderazione dei contenuti di Twitter con un conseguente far west dei discorsi d’odio e razzist . Secondo le rilevazioni del Washington Post il peggioramento è già misurabile da quando Musk ha assunto il comando della piattaforma social. Anche qui l’imprenditore ha smentito, chiarendo che nessuna modifica alla politiche di controllo in vigore è stata effettuata e che nulla sarà cambiato fino a quando non si sarà insediato il consiglio di moderazione dei contenuti composto da “molti diversi punti di vista”.

Tuttavia la nuova Twitter di Musk non rassicura gli inserzionisti, con le defezioni che cominciano ad accumularsi. Ultima della lista è la casa francese L’Oreal, che ha sospeso la pubblicità sulla piattaforma, secondo quanto riferisce il Financial Times. L’Oreal è uno dei primi dieci inserzionisti al mondo e nel 2021 ha speso più di 10 miliardi di euro per promuovere i suoi prodotti di bellezza.

All’indomani dell’acquisizione già la casa automobilistica General Motors ha deciso di sospendere la campagna pubblicitaria sul social dei cinguettii spiegando alla Cnn di voler “valutare la nuova direzione di Twitter”. Per il momento GM utilizzerà la piattaforma per interagire con i clienti ma non pagherà per fare pubblicità.

Secondo il Wall Street Journal molte aziende stanno pensando di sospendere la campagna pubblicitaria su Twitter se verrà sbloccato l’account di Donald Trump. Reuters riferisce che Ipg, gruppo dell’advertising che rappresenta brand del calibro di Coca-Cola e American Express, ha consigliato ai suoi clienti di sospendere le ads su Twitter fino alla prossima settimana.

Il piano Musk

I documenti depositati alla Sec da Elon Musk indicano che il secondo maggior investitore della società (dopo Musk stesso) è il principe saudita Alwaleed bin Talal, che ha spostato quasi 35 milioni di azioni Twitter attraverso la Kingdom Holding co. dell’Arabia Saudita, per un valore di circa 1,9 miliardi di dollari. Inoltre, dall’8 novembre Twitter non sarà più quotata in Borsa.

Quanto al piano aziendale, l’imprenditore intende imporre un prezzo di 8 dollari al mese per la spunta blu, il badge di autenticità degli account Twitter, e, forse, anche accesso ai giornali con paywall incluso nell’abbonamento a Twitter Blue. 

L’obiettivo di Musk è rendere Twitter meno dipendente dalla pubblicità e arginare il fenomeno degli account falsi.

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