Parte la macchina che metterà in campo 900 milioni di euro di fondi pubblici per eliminare il digital divide banda larga e che creerà reti a banda ultra larga nelle zone non interessate dai piani degli operatori.
Il ministero allo Sviluppo economico pubblicherà infatti in queste ore il primo dei tre bandi previsti (entro il 20 marzo, a quanto riferiscono dal Mise al nostro giornale). E’ un bando da 121 milioni di euro che servirà a costruire le dorsali in fibra ottica nelle zone nel digital divide. E’ il solo dei tre bandi a utilizzare il vecchio modello, finora adoperato da Infratel all’interno del Piano nazionale banda larga (dal 2009). E’ quindi rivolto ai costruttori e Infratel avrà la proprietà della rete risultante.
Novità anche per il secondo dei bandi, quello per la rete d’accesso contro il digital divide, da 232 milioni di euro. Il Mise sta pubblicando la consultazione pubblica relativa, che durerà 30 giorni, dopo i quali partirà il bando vero e proprio. Utilizza il sistema a incentivo. E’ quindi rivolto agli operatori, che costruiranno le reti d’accesso banda larga con i fondi pubblici e in parte (almeno per il 30 per cento del totale) con proprie risorse. E’ la prima volta che l’Italia utilizzerà questo modello. Obiettivo, dare almeno 2 Megabit ai 2,8 milioni di italiani in 3600 località che, secondo le stime del ministero, sono ancora in digital divide.
Anche il terzo bando- relativo alla banda ultra larga- utilizzerà il modello a incentivo e avrà in dotazione 547 milioni di euro, solo per il Sud Italia. Il ministero mira ad avviare il terzo bando entro fine mese perché- a quanto risulta- restano solo da ultimare gli aspetti burocratici per la partecipazione della Regione Basilicata. “I piani degli operatori, per la banda ultra larga, riguardano soprattutto il Centro Nord. Il nostro piano la porterà quindi ad almeno 4 milioni di italiani del Sud, che altrimenti sarebbero stati esclusi dalla nuova generazione di accessi internet veloci”, spiegano dal Mise.
A proposito, il ministero sta per pubblicare sul proprio sito anche un rapporto Ngn: risulta che saranno 17 milioni gli italiani coperti dai piani banda ultra larga degli operatori (30-100 Megabit), entro il 2015. A questo numero vanno sommati i 4 milioni interessati dal piano ministeriale.
Sviluppo economico ci tiene a sottolineare che questo è solo il primo intervento per la banda ultra larga. L’obiettivo ultimo è infatti sempre quello di fare bandi che colmino tutte le lacune dei piani commerciali 30-100 Megabit degli operatori, verso l’obiettivo di coprire tutta l’Italia con i 30 Megabit e il 50 per cento con i 100 Megabit, entro il 2020. A questo scopo, molte speranze sono riposte prossimi fondi infrastrutturali europei 2014-2020, dai quali sono previsti 30 miliardi di euro per l’Italia (solo alcuni di questi per la banda larga).