Se lasciassimo fare solo agli operatori, la banda ultra larga segnerebbe un profondo digital divide tra Nord e Sud del Paese, ma anche il Centro se la vedrebbe male, con buone coperture solo nel Lazio. Sarà il 28% degli italiani a essere coperto da 30-100 Megabit nel 2015, con i piani commerciali degli operatori, ma si va dal 57% del Lazio al 34% della Lombardia, al 24% della Campania e al 10 % della Calabria.
Sono i risultati della Consultazione pubblica annuale sulla copertura delle reti di nuova generazione, che il ministero allo Sviluppo economico ha condotto negli scorsi mesi. Riguardano i piani 2013-2015 degli operatori privati. Il rapporto uscirà domani sul sito del ministero, ma possiamo anticiparlo qui.
Quest’analisi è propedeutica all’attuazione del Progetto Strategico per la banda ultralarga, con cui l’Italia intende complementare i piani degli operatori tramite reti sovvenzionati da fondi pubblici. E un progetto autorizzatodalla Commissione europea (decisione C (2012) 9833) per adempiere agli obiettivi comunitari fissatidall’agenda digitale europea (245/2010), ovvero che il 100% dei cittadini sia raggiunto dal servizio diconnettività ad almeno 30 Mbps, di cui almeno il 50% sia abbonato a servizi con velocità superiore a100 Mbps, entro il 2020.
Il piano riguarda per ora solo le regioni meridionali, per raggiungere 4 milioni di cittadini in 17 comuni (29 % della popolazione di quelle zone e 6 % della popolazione italiana, pari a 1,64 milioni di unità). Insomma, significa che i fondi pubblici metteranno in pari il Sud con il Nord per questa prima fase, fino al 2015. I fondi pubblici sono di 383.075.383 euro, a cui i privati contribuiranno con almeno il 30 % di risorse, partecipando al bando che sta per essere pubblicato.
Il rapporto è ricco di dettagli inediti. Le unità immobiliari coperte da Ngn degli operatori privati saranno circa 8,6 milioni, pari a 17 milioni di cittadini. Si scopre anche che sono 378 i comuni interessati dai piani degli operatori, fino al 2015. Sono i comuni in cui almeno il 10 % delle unità immobiliari sarà coperto. Ma di questi solo 50 sono i comuni classificabili come “aree nere ngn” (secondo le definizioni previste nella normativa comunitaria), cioè quelli in cui ci sono almeno due operatori. Le altre sono zone grigie, coperte da uno solo operatore: qui, di conseguenza, la concorrenza sarà affidata alle offerte all’ingrosso (di Telecom Italia e non solo). Le aree bianche- le sole dove ci sarà l’intervento del pubblico- sono 7.714.
La cartina, che pubblichiamo di seguito, dal rapporto Mise, mostra con chiarezza i dettagli della copertura futura Ngn e il divario Nord-Sud.