IL PIANO

Apple, dal 2024 i chip saranno made in Usa

L’azienda corre ai ripari per arginare la crisi dei semiconduttori, aggravata dalle tensioni geopolitiche. Ma Tim Cook guarda anche all’Europa come ulteriore fonte di approvvigionamento. Intanto Intel perde una causa per violazione dei brevetti: dovrà pagare 950 milioni di dollari a Vlsi

Pubblicato il 16 Nov 2022

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Apple dal 2024 inizierà a dotarsi di chip prodotti negli Stati Uniti, precisamente da uno stabilimento in Arizona. Lo ha riferito il ceo Tim Cook, durante un incontro con i dipendenti che ha avuto luogo in Germania, nell’ambito del suo tour europeo.

Presto approvvigionamento anche  in Europa

“Abbiamo già preso la decisione di acquistare da un impianto in Arizona, che inizierà l’attività nel 2024, e quindi abbiamo circa due anni davanti a noi, forse un po’ meno, per questo passo”, ha spiegato Cook. “E per quanto riguarda l’Europa, sono sicuro che ci approvvigioneremo anche dall’Europa, con impianti che diventeranno più evidenti”, ha riferito durante l’incontro, al quale hanno partecipato anche Eddy Cue, Senior Vice President of Services di Apple, e Deirdre O’Brien, a capo dei negozi al dettaglio e delle risorse umane.

Occhi puntati sull’impianto in costruzione da parte di Tsmc

Non è ancora chiaro a quale impianto faccia riferimento Cook ma è probabile si tratti di quello in costruzione da parte di Tsmc nei dintorni di Phoenix. Tuttavia, una recente analisi del Wall Street Journal ha reso noto che Tsmc starebbe progettando anche un secondo impianto di produzione dei chip in Arizona da 12 miliardi di dollari, pensato per produrre chip all’avanguardia di nuova generazione, con tecnologia 3nm, e che avrebbe il suo principale cliente proprio nella Apple.

Washington vuole rilanciare la produzione nazionale di chip

Una notizia che arriva in una fase geopolitica in cui il governo di Washington sta cercando di rilanciare la produzione di semiconduttori in Nord America, per stimolare l’industria nazionale. Lo scorso agosto la firma del presidente Joe Biden sull’ordine esecutivo per l’attuazione del Chips and science act, che dispone sussidi statali per la produzione e la ricerca nel settore dei chip, per un valore di 52,7 miliardi di dollari. Previsti anche dei crediti d’imposta del 25% proprio per le fabbriche di semiconduttori che saranno costruite dal gennaio 2023, per circa 24 miliardi.

Intel perde una causa con Vlsi per infrazione brevetti

Nel frattempo, sembrano esserci guai all’orizzonte per Intel: un giudice federale in Texas ha stabilito infatti che la multinazionale dovrà pagare 948,8 milioni di dollari a Vlsi Technology, per l’infrazione di alcuni brevetti. Intel, attraverso il suo portavoce, ha fatto sapere di essere in forte disaccordo col verdetto, e di considerarlo la dimostrazione di come negli Stati Uniti vi sia necessità di una “urgente” riforma del sistema dei brevetti. Ricorrerà in appello.

Vlsi Technology è una cosiddetta “Zombie company”: non esiste più come entità a sé stante e non realizza alcun progetto da tempo, ma possiede diversi brevetti. Nel giugno 1999, Vlsi venne acquisita da Philips Electronics per 1 miliardo di dollari, e nel 2006 è divenuta parte di Nxp Semiconductors, ex Philips Semiconductors. Ora Vlsi è legata al Fortress Investment Group, di proprietà della giapponese SoftBank.

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