INNOVATION TOUR

Patuano, viaggio in California (con in mente gli Ott)

L’amministratore delegato di Telecom Italia conclude un “innovation tour” nella Silicon valley. Raccontato in una serie di tweet che “tradiscono” un obiettivo: conoscere da vicino i nuovi terreni su cui le telco si giocano il loro futuro.

Pubblicato il 22 Mar 2013

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Lo scopo della settimana californiana oggi al termine dell’amministratore delegato di Telecom Italia Marco Patuano lo si coglie nel nome con cui ha battezzato il suo “pellegrinaggio” nel regno di Internet: “Innovation tour”. Sarà l’atmosfera del posto o sarà l’interesse per le cose viste, fatto sta che Patuano, già frequentatore di Twitter pur se in maniera saltuaria, ha moltiplicato i suoi tweet raccontando passo passo ai follower le cose che più lo hanno colpito. Dalle macchine fotografiche computazionali viste alla Qualcomm di San Diego alla sorprendente definizione grafica dei nuovi tablet touch screen sperimentata nei laboratori Intel di Santa Clara. Non mancano le curiosità come la Googleplex, una divertente scala multicolore fotografata (e postata) alla Google di Mountain View o il video recptionist incontrato alla Cisco di San Jose.

A spingere Patuano ad attraversare l’oceano non è stata soltanto la curiosità per le nuove tecnologie. Il suo California dreaming, a leggere in controluce i suoi tweet, è tutto pensato in funzione delle sfide che aspettano Telecom Italia. Magari per imparare dagli Ott come sfidare gli Ott.

In un mondo in cui l’innovazione può fare venire il mal di testa a più di qualcuno “@nella tempesta smartphones, tablets, ultrabooks e poi cars, health, devices, etc”. Eppure, è proprio in questa tempesta perfetta che si giocano le ambizioni di Telecom Italia (e delle altre telco) se non vuole ridursi a un mero, stupido fornitore di banda. “Innovation is everything”, dice riportando una frase di Robert Noyce, il mitico cofondatore di Intel, non a caso soprannominato” il Sindaco di Silicon Valley”.

Non pare un caso se termini come broadband o telefonia non compaiono mai o poco nei tweet di Patuano. E se ciò avviene è per affermare che ci sarà “molto software nelle reti”. E molta intelligenza e personalizzazione. Reti per niente stupide con un chiaro obiettivo: “Per erogare servizi e conoscere il cliente, le reti di Tlc devono processare sempre più informazioni, essere sempre più software based”. Infatti “per estrarre valore dalle nuove reti bisogna aggiungere intelligenza alla gestione dei network”.

Che però potrebbero finire “sotto stress” per l’esplosione del traffico video oltre ogni previsione. In aiuto dovrebbero arrivare algoritmi di comprensione sempre più potenti.

È un nuovo terreno di gioco in cui le telco potrebbero trovare una risposta di sviluppo alle loro attuali difficoltà? I tweet di Patuano lasciano capire che la sfida raccolta sta nell’erogazione di nuovi servizi o sfruttando quello che oggi appare il paradossale punto debole dei tradizionali gestori di tlc: reti a disposizione di tutti. Ma saranno reti più complesse di quelle di oggi, strutturate su tre layer: “Infrastructural con Open Interface; Orchestration; Application layer”. Patuano non lo dice, ma il concetto è chiaro: di qui dovranno passare gli Ott se vorranno proporre i servizi del futuro. E non saranno i soli a farlo.

Cloud, M2M, nuovi content e servizi video e televisivi, mobilità, domotica (“oggi poco standardizzata, quindi cara e complessa”), città intelligenti (“ma serve molta ricerca e molta volontà politica”), ecosistemi e market place di apps che “saranno tutte su HTML5”, servizi video, health, Internet delle cose.

Tornando in Italia, Patuano non troverà la Silicon Valley. Troverà molte cose da fare.

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