“Sulla rete unica Tlc è prevista a ore una riunione dei ministri competenti, coordinati dalla Presidenza del Consiglio”: lo annuncia il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
E l’effetto dell’annuncio si è subito fatto sentire sulle performance in Borsa di Tim. Nel pomeriggio il titolo è stato sospeso in asta di volatilità con un rialzo teorico del 5% a 0,224 euro, per poi tornare agli scambi normali con un rialzo 3% a 0,221 euro.
Il controllo pubblico e i giochi di mercato
“Lo Stato deve avere il controllo sulla parte di rete che ha un interesse strategico, questa forma di controllo si può esercitare in tanti modi. Il problema di Tim è che è integrata verticalmente e ha una parte che deve essere inevitabilmente sotto il controllo pubblico, mentre l’altra parte può tranquillamente essere rimessa ai giochi di mercato. Questo è il passaggio complicato che ci aspetta nelle prossime ore per trovare una soluzione nell’interesse di Tim, dei lavoratori di Tim ma salvaguardando l’interesse generale del paese e cioè il controllo pubblico sulla rete”, evidenzia Giorgetti.
Al tavolo saranno presenti oltre al ministro Giorgetti il titolare del ministero delle Imprese e made in Italy (ex Mise) Adolfo Urso al quale vanno le deleghe alle Tlc, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e il Sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti che ha in capo tutta la partita del digitale.
La doppia partita di Cdp
L’incontro è fondamentale anche e soprattutto per capire come dovrà muoversi Cassa depositi e prestiti: è fissata al 30 novembre la deadline per la presentazione dell’offerta legata al memorandum siglato con Tim lo scorso maggio ossia sulla trattativa per l’integrazione degli asset di rete con Open Fiber. La questione marcia parallelamente a quella dell’ipotesi di un’Opa su Tim da parte della Cassa – probabilmente con una serie di soggetti, a partire dai fondi infrastrutturali già nel capitale delle due aziende, alias Kkr e Macquaire.
I sindacati in pressing
Nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali di settore Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil avevano chiesto un incontro sul tema alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, insieme ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. “Una richiesta che diventa ancora più urgente alla luce delle dichiarazioni odierne del ministro dell’Economia”, evidenzia Fabrizio Solari, segretario generale Slc-Cgil. “Sono anni che il sindacato sostiene unitariamente la necessità di un riassetto del settore delle telecomunicazioni adottando un approccio più razionale che consenta di recuperare i ritardi nella realizzazione della rete di nuova generazione”.
“Siamo pienamente coinvolti in questo processo – rivendica Solari – sia per la necessaria tutela del lavoro esistente, sia per garantire lo sviluppo delle tecnologie digitali indispensabili alla crescita economica e sociale del Paese. Gli anni di attività sindacale all’interno dell’azienda e trasversalmente al settore delle tlc ci hanno consentito di maturare alcune convinzioni che vorremmo poter esporre a chi deve decidere del futuro quale la consapevolezza che la realizzazione di una rete unica non deve coincidere necessariamente con lo sbriciolamento di Tim, una delle pochissime grandi aziende del Paese rimaste”.
Il punto della situazione a Telco per l’Italia il 14 dicembre
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In occasione di Telco per l’Italia in programma a Roma il prossimo 14 dicembre faremo il punto con gli Ad delle telco (e non solo) sullo stato di avanzamento dei progetti di banda ultralarga tenendo conto di una serie di difficoltà che si stagliano sul cammino. Difficile il rispetto della timeline a causa degli impatti della crisi sui costi di fibra e cantieri nonché della forte carenza di manodopera.