L'ANALISI

Twitter “sorvegliato speciale” negli Stati Uniti e in Europa

Privacy, moderazione dei contenuti, trasparenza: il social ha la strada tutta in salita dopo l’arrivo di Musk e il ridimensionamento dei team dedicati a policy e sicurezza. Secondo gli analisti, Bruxelles potrebbe mettere sotto i riflettori la compliance rispetto al Gdpr mentre l’amministrazione Usa sarebbe pronta ad erogare a sanzioni ad hoc se non saranno mantenuti gli impegni sulla protezione dei dati personali

Pubblicato il 23 Nov 2022

musk twitter

La nuova Twitter di Elon Musk ha di fronte una strada tutta in salita per dimostrare la capacità di compliance con le regole degli Stati Uniti e dell’Unione europea su temi come la tutela della privacy e il contrasto all’hate speech e alle fake news. L’approccio spavaldo di Musk lo mette ulteriormente sotto i riflettori, mentre il ridimensionamento dei team, con l’uscita anche di preziose figure manageriali, rende più complesso il rapporto con governi e regolatori. 

Il fronte più caldo è quello europeo, dove per la protezione dei dati personali vale il Gdpr, mentre sono entrate in vigore quest’anno le nuove leggi sui mercati e i servizi digitali (Dma e Dsa). Ma è negli Usa che si sommano le sfide politiche e legali.

Il fronte europeo di Twitter

Sotto il regno caotico di Musk – riporta TechCrunch in base a una fonte confidenziale – non è più chiaro se Twitter manterrà la sede europea in Irlanda per godere dei benefici del meccanismo del one-stop-shop del Gdpr.

Le dimissioni alla fine della scorsa settimana del personale senior di Twitter in Ue responsabile di garantire la sicurezza e la conformità alla privacy sembrano lasciare un vuoto da questo punto di vista; Musk sembrerebbe curarsi poco di questo aspetto.

In Europa, inoltre, Twitter ha perso il suo head of policy a Bruxelles, Stephen Turner. Il vuoto di rappresentanza è particolarmente grave ora che l’Unione europea ha dato il via libera alla legge sui servizi digitali Dsa, che stabilisce nuove regole per le piattaforme tecnologiche in materia di disinformazione, contenuti illegali e trasparenza.

Ha lasciato Twitter anche Michele Austin, ormai ex head of policy per gli Stati Uniti e il Canada, in un momento in cui il Canada sta prendendo in considerazione nuove e più severe regole sulla privacy.

Sotto la lente della Ftc americana

Negli Stati Uniti la Federal trade commission sta vigilando sulla capacità della Twitter di Musk di continuare a rispettare l’accordo siglato con l’autorità nel 2011 che prevede precisi impegni per salvaguardare i dati personali degli utenti. Se Twitter non rispetterà gli impegni pattuiti rischia pesanti sanzioni.

La Ftc ha dichiarato pubblicamente di essere profondamente preoccupata per i cambiamenti in corso nelle strategie di Twitter e ha chiesto a coloro che hanno informazioni su potenziali violazioni degli ordini della Ftc di farsi avanti. Al Senato i membri della maggioranza Democratica hanno già esortato la Ftc a indagare su eventuali violazioni dei patti da parte di Twitter.

Tre alti dirigenti di Twitter che avevano in parte lavorato sugli obblighi di conformità con gli accordi con la Ftc si sono dimessi all’inizio di questo mese. L’avvocato di Musk Alex Spiro ha assicurato che il lavoro sulla compliance continua; tuttavia The Verge ha riferito di turbolenze all’interno della funzione di privacy e sicurezza di Twitter; addirittura le procedure di verifica della conformità sarebbero state abolite e agli ingegneri è stato chiesto di “autocertificare” l’adeguamento alle regole della Ftc.

Anche la nuova maggioranza Repubblicana della Camera può essere un motivo di preoccupazione per Twitter: sarà rimessa sul tavolo l’ipotesi di cancellare la Sezione 230 del Communications Decency Act, che di fatto protegge tutte le piattaforme di social media dalla responsabilità per ciò che gli utenti pubblicano.

Privacy e content moderation non sono priorità

Nel frattempo i governi statali Usa stanno approvando nuovi regolamenti sulle piattaforme tecnologiche e leggi sulla moderazione dei contenuti molto più rapidamente del Congresso. “Sono sicuro che quel che rimane del policy team sta facendo del suo meglio, ma non è questa la priorità di Musk e del suo team”, ha detto ad Axios Tom Tarantino, che fino ad aprile ha gestito il team globale di risposta alle crisi e di relazioni i governi federale e locali degli Stati Uniti del social media.

“I regolatori hanno strumenti significativi a loro disposizione per far rispettare la loro volontà a Twitter e a Musk”, ha scritto Yoel Roth, ex head of trust and safety di Twitter, sul New York Times. “Anche un Twitter guidato da Musk farà fatica a scrollarsi di dosso questi vincoli”.

La sfida della compliance è resa ancora più complicata dal licenziamento di metà della forza lavoro decisa da Musk: sono fortemente ridotti i team che si occupano di privacy, sicurezza, trust e questioni legali, riporta ancora Axios. Lo smantellamento dei prodotti e delle regole interne prima vigenti per Twitter potrebbe lasciare il social dei cinguettii in un far west facilmente attaccabile dalle autorità pubbliche.

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