DIGITALE TERRESTRE

Lcn, ReteCapri: “Pronto ricorso a Antitrust e Ue”

L’emittente televisiva attacca l’Agcom dopo l’approvazione del nuovo piano di numerazione automatica dei canali. Il presidente Costantino Federico: “Operazione di matrice politica per garantire vantaggi a Rai, Mediaset, Telecom e l’Espresso”

Pubblicato il 26 Mar 2013

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Dopo le polemiche sollevate da Aeranti-Corallo, anche ReteCapri scende in campo contro il via libera dell’Agcom al nuovo piano di numerazione automatica dei canali (Lcn) approvato il 21 marzo scorso e preannuncia ricorsi all’Antitrust, alla Commissione Europea e al Tar. TeleCapri ha appreso “con enorme disappunto e delusione” l’approvazione da parte del Consiglio dell’Agcom del nuovo Piano di numerazione automatica dei canali (c.d. Lcn) confermando sostanzialmente il vecchio schema (la delibera n. 366/10/Cons) eludendo, quindi, le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che lo avevano annullato.

“L’impianto della delibera Agcom numero 442 – si legge in una nota di rete capri – non recepisce nella sostanza i rilievi contenuti nelle sentenze del Tar confermate dal Consiglio di Stato che, nell’annullare il precedente piano, aveva imposto all’Autorità di ripronunciarsi sull’attribuzione dei numeri 7, 8 e 9 alle tv nazionali ex analogiche a seguito di una nuova indagine di mercato”.

“Incredibile, infatti, che nessun riferimento è stato fatto a Mtv (n.8) e DeeJay Tv (n.9) notoriamente da tutti riconosciute come emittenti tematiche, che solo con il passaggio al digitale terrestre si sono travestite, con patetici trucchi, da emittenti semigeneraliste – prosegue ReteCapri – Ora il Mise-Com avrà enormi difficoltà nell’applicare la delibera dell’Agcom proprio per la sua palese inosservanza delle sentenze della giustizia amministrativa”.

“Grave, inoltre, che il “nuovo” piano Lcn riconfermi il famoso “fanalino di coda” rappresentato dalla posizione n. 20, (posizione attribuita a ReteCapri, l’unica rimanente delle tv generaliste nazionali ex analogiche) – prosegue TeleCapri – cosa assolutamente discriminante, poiché una sola tv, non si capisce per quale motivo, con pari diritto delle altre, venga penalizzata e spostata ad un blocco successivo con conseguente danno di immagine e di livello di ascolto”.

“Da rilevare, infatti, che alle televisioni locali leader nei rispettivi territori e che trasmettono lo stesso programma in più Regioni sono stati riservati i numeri 10, 97, 98 e 99. Quella di aver dato alle locali la posizione 10 spostando al 20 l’esclusa delle nazionali generaliste appare, quindi, una evidente manovra per favorire specifiche realtà locali”, chiude la nota.

“E’ chiara, dunque – dichiara l’editore Costantino Federico – l’operazione di matrice politica ben escogitata e studiata per garantire a Rai, Mediaset, Telecom e l’Espresso, big players dell’economia e della politica italiana, un vantaggio scorretto ereditato dall’era analogica e salvaguardato ad ogni costo nel passaggio al digitale terrestre. ReteCapri non ci sta all’ennesimo colpo basso dribblando, o peggio, non tenendo conto addirittura di sentenze emesse dalla suprema magistratura amministrativa, e già da subito ha attivato i propri legali per ricorrere all’Antitrust e alla Commissione dell’Unione Europea oltre che, ovviamente, al Tar”.

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