Milletrecentoquaranta transazioni fraudolente intercettate, condotte sul territorio italiano da 653 money mules, che avrebbero generato un guadagno illecito di circa 5,3 milioni di euro: questo il bilancio – solo in Italia – dell’operazione di polizia ad alto impatto, denominata Emma (European Money Mule Action), arrivata alla sua ottava edizione, realizzata dalla Polizia di Stato e dalle Forze di polizia cyber di altri 24 paesi oltre all’Italia, dove un ruolo primario è stato giocato dalla polizia postale e delle Comunicazioni.
Cosa sono i money mules
Nel settore del contrasto al Financial cybercrime, il fenomeno dei ‘‘money mules” è spesso presente nelle frodi online. Un money mule è un soggetto che, consapevolmente (perché membro di un’organizzazione criminale o perché soggetto in stato di bisogno) o inconsapevolmente (perché attratto da false offerte di lavoro pubblicate sul web), offre la propria identità per l’apertura di conti correnti, carte di credito ed altri strumenti di pagamento, sui quali vengono poi accreditate somme di denaro che sono frutto di attacchi informatici e finanziari ai danni di società o ignari cittadini. Questi soggetti costituiscono l’ultimo anello della catena, attraverso cui i criminali monetizzano i proventi del reato. La loro diffusione è globale.
I numeri complessivi dell’operazione congiunta
I numeri complessivi dell’operazione, frutto del lavoro congiunto di tutte le forze di polizia estere impegnate insieme a quella italiana, sono molto significativi: anche grazie al sostegno di oltre 1.800 istituti bancari e altre istituzioni finanziarie, sono state intercettate 4.089 transazioni bancarie fraudolente, sono state avviate oltre 1.600 indagini autonome, riuscendo a prevenire frodi per un danno stimato in 17,5 milioni di euro. Più di 8.755 i muli individuati, 222 organizzatori e coordinatori di muli identificati.
Decisiva la collaborazione di Abi, Certfin e delle banche
L’iniziativa è stata resa possibile attraverso la fattiva collaborazione di Abi e di Certfin, nonché grazie al sostegno delle banche e degli istituti di credito italiani, che hanno assicurato un supporto in tempo reale agli investigatori. In linea con la strategia europea, è stato realizzato del materiale video e grafico che sarà divulgato da ciascun partner, bancario e non, attraverso i propri canali di comunicazione, per informare opportunamente la cittadinanza sui rischi della Rete e sulla necessità di adottare ogni utile accorgimento per contrastare il fenomeno.
Come si è strutturata l’operazione
Come già avvenuto nelle precedenti edizioni dell’operazione, ci sono stati due distinti segmenti di intervento: ”Il primo ha avuto la durata di circa tre mesi, da metà settembre alla fine di novembre ed ha visto il coinvolgimento delle Polizie di 17 paesi dell’Unione Europea (Italia, Austria, Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Irlanda, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Repubblica Ceca, Slovenia, Svezia, Spagna, Slovacchia, Ungheria) oltre che di paesi come la Moldavia, la Svizzera, il Regno Unito, l’Australia, Singapore, Hong Kong, la Colombia e gli Stati Uniti d’America (Secret Service), sotto il coordinamento di Europol e con il supporto di Interpol, Eurojust e della Federazione Bancaria Europea (Ebf)“, si legge in un comunicato della Polizia. “Si è sostanziato nell’esecuzione di una molteplicità di operazioni di polizia giudiziaria nei confronti di gruppi criminali di diverse nazionalità ed estrazione, resisi responsabili di cyber crimini finanziari ai danni di singoli cittadini, piccole e medie imprese ed importanti gruppi bancari e di intermediazione finanziaria. La seconda fase, che proseguirà nei prossimi giorni, avrà ad oggetto campagne di sensibilizzazione e prevenzione nei Paesi che hanno preso parte all’iniziativa, finalizzate a creare consapevolezza in chi favorisce, con la propria opera, il riciclaggio dei proventi di attività illecite come le frodi e le truffe online” ha concluso il comunicato.