IL REPORT

Criptovalute, allarme Bankitalia: “In quattro anni decuplicate le segnalazioni di frodi”

Secondo la Uif, unità di informazione finanziaria, il trend di operazioni sospette riconducibili a virtual asset è in crescita esponenziale: da appena 566 rilevate nel 2019 si è passati a 3.453 nel 2021, fino a superare le 5.000 quest’anno. Nel mirino anche il superbonus

Pubblicato il 13 Dic 2022

fonte: Seon.io

Aumenta il numero di Virtual asset service provider (Vasp) italiani che intercettano e segnalano alla Uif, l’unità di informazione finanziaria presso la Banca d’Italia, una serie di flussi finanziari in criptovalute che si inseriscono in uno schema volto a frodare il fisco. Il meccanismo prevede la cessione di finti crediti fiscali derivanti da bonus edilizi, i cui proventi, oltre che prelevati in contanti, venivano impiegati per acquisti di criptovalute e di lingotti d’oro. A spiegarlo è la stessa Uif, con una newsletter dedicata al tema.

Segnalazioni aumentate dell’883% in quattro anni

Il trend di segnalazioni di operazioni sospette riconducibili a virtual asset sta, come accennato, conoscendo una crescita esponenziale: da appena 566 segnalazioni ricevute nel 2019 si è passati a 3.453 nel 2021, fino a superare le cinquemila nel 2022. Si parla quindi di un incremento dell’883% nel giro di quattro anni

Il contributo segnaletico più rilevante si conferma quello fornito dagli intermediari bancari e finanziari, che percepiscono il rischio connesso con tali strumenti, in particolare a causa delle difficoltà di tracciare i relativi flussi. La collaborazione attiva degli operatori in valute virtuali, i Vasp per l’appunto, è ancora polarizzata sui principali operatori italiani. “L’avvio del censimento dei Vasp attivi in Italia, oltre a consentire una maggiore trasparenza nel comparto e una conseguente mitigazione dei relativi rischi, sta favorendo l’ampliamento della platea dei soggetti registrati in Radar ai fini della segnalazione di operazioni sospette”, spiega Uif.

I sospetti più ricorrenti riguardano l’origine dei fondi utilizzati per l’acquisto delle stesse, spesso correlati a possibili illeciti fiscali, frodi informatiche o episodi di ransomware. Sono state rilevate ipotesi di truffe nel trading online e di investimenti eseguiti dalle vittime dei raggiri presso piattaforme estere, spesso non autorizzate, a seguito di contatti telefonici insistenti o tramite l’intermediazione di asseriti consulenti finanziari; l’investimento in virtual asset è sovente offerto applicando basse commissioni, in virtù di presunte partnership con i principali exchanger. Altre casistiche ricorrenti riguardano lo svolgimento dell’attività di exchanger in assenza di adeguate strutture organizzative a tutela dei clienti e il mancato rispetto delle disposizioni in materia di antiriciclaggio.

I nuovi strumenti a disposizione delle autorità

Le informazioni nella disponibilità degli operatori in valute virtuali offrono nuove prospettive per l’analisi finanziaria e la lotta alla frode fiscale; alla tradizionale ricostruzione dei flussi in valuta legale si affiancano le potenzialità derivanti dai sistemi di analisi forense della blockchain che consentono di superare, almeno in parte, i problemi di tracciabilità delle valute virtuali.

“Ne deriva la possibilità di intercettare fenomeni anche emergenti, per esempio relativi a: forme alternative di investimento direttamente perfezionate in criptovalute e in alcuni casi riconducibili a possibili schemi fraudolenti; strumenti della Decentralized Finance (Defi), che pongono nuove sfide in termini di applicazione dei presidi Aml/Cdt, in particolare sotto il profilo dell’individuazione dei soggetti che concorrono all’erogazione di tali applicazioni. La qualità delle segnalazioni inerenti al comparto presenta, d’altra parte, margini di miglioramento”, prosegue Uif . “In alcuni casi le segnalazioni non risultano tempestive nella rilevazione dei sospetti né complete di tutte le informazioni necessarie per lo sviluppo finanziario e investigativo, apparendo essenzialmente cautelative; a volte sono indotte dalla mera rilevazione di notizie pregiudizievoli su fonti aperte o soltanto dalla ricezione di una richiesta di informazioni da parte dell’Autorità giudiziaria o degli Organi investigativi. Non sono rari i casi in cui il sospetto non è adeguatamente circostanziato con riguardo ai profili soggettivi e oggettivi dell’operatività, che il destinatario omette di descrivere nella segnalazione unitamente alle valutazioni compiute”.

Uif sottolinea comunque che con il recente avvio del registro degli operatori in valute virtuali da parte dell’Oam (l’organismo competente per la gestione degli Elenchi degli Agenti in attività finanziaria e dei Mediatori creditizi) è ora possibile verificare i soggetti che legittimamente svolgono in Italia l’attività di Vasp e tenerne conto nel caso di trasmissione di segnalazioni alla Uif.

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