MANOVRA 2023

Riscossione tributi, scoppia il caso “Sogei” per i sistemi informatici

Entro la fine del prossimo anno l’Agenzia delle Entrate cederà il ramo d’azienda, dipendenti inclusi, alla società del Ministero dell’Economia. I sindacati sul piede di guerra: “Atto unilaterale gravissimo, chiediamo immediato confronto sul tema”

Pubblicato il 19 Dic 2022

Shot of Corridor in Working Data Center Full of Rack Servers and Supercomputers with Blue Neon Visualization Projection of Data Transmission Through High Speed Internet.

Con l’obiettivo di ottimizzare i servizi informatici strumentali al servizio nazionale, l’Agenzia delle entrate-Riscossione trasferirà le attività e le risorse umane relative all’esercizio dei sistemi Ict, demand delivery riscossione enti e contribuenti, demand & delivery servizi corporate, a Sogei. L’operazione, che dovrebbe avvenire entro il 31 dicembre 2023, è prevista dalla bozza di un emendamento alla manovra che fa parte del primo pacchetto di proposte del governo, atteso in commissione Bilancio alla Camera.

Cosa dice la bozza

Il trasferimento, si legge nella bozza, avverrà tramite mediante cessione del ramo di azienda individuato con un decreto, fatto salvo quanto previsto dalle presenti disposizioni speciali. Il corrispettivo di cessione è pari al valore patrimoniale del ramo d’azienda alla data della cessione. A decorrere dalla data di cessione del ramo d’azienda, le attività saranno quindi erogate all’Agenzia delle entrate-Riscossione da Sogei sulla base di apposite convenzioni.

Per quanto riguarda la forza lavoro coinvolta, spiega la relazione tecnica che accompagna l’articolo, il personale con contratto di lavoro subordinato alle dipendenze di Agenzia delle entrate-Riscossione, assegnato alle specifiche unità che compongono il ramo di azienda al momento della cessione, è trasferito a Sogei senza soluzione di continuità, con applicazione della contrattazione collettiva di primo e secondo livello applicata presso Sogei e con salvezza di eventuali differenze retributive specificatamente riscontrate con riferimento ai soli trattamenti minimi previsti dai Ccnl applicati prima e dopo la cessione, da conglobare in un elemento distinto della retribuzione assorbibile.

I sindacato chiedono un confronto immediato col governo

La notizia ha messo sul piede di guerra le Segreterie nazionali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, che ritengono l’emendamento “un atto unilaterale gravissimo” del governo. È un atto “condotto senza il necessario confronto con le organizzazioni sindacali rappresentative delle lavoratrici e dei lavoratori del settore e ribadiscono assoluta contrarietà a qualsiasi iniziativa che possa ledere i diritti contrattuali e previdenziali che i lavoratori hanno conquistato nel corso di anni di battaglie portate avanti con grande sacrificio e determinazione”, affermano le cinque sigle in una nota congiunta. “Chiediamo un immediato confronto sul tema, con l’obiettivo di trovare soluzioni che salvaguardino le lavoratrici ed i lavoratori interessati, nella consapevolezza che l’alternativa ad una soluzione condivisa, scaturente dal confronto e dal dialogo, potrà solo essere la mobilitazione di tutte le lavoratrici ed i lavoratori dell’Ente”.

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