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E-procurement, Consip spinge sull’e-health: stipulati contratti per 1,4 miliardi

L’iniziativa fa parte di un pacchetto di gare destinate a supportare la trasformazione digitale della sanità pubblica. Focus sui servizi per migliorare l’assistenza ai cittadini grazie allo sviluppo di software, piattaforme applicative e sistemi interoperabili. Intanto il governo proproga di un anno la ricetta elettronica

Pubblicato il 21 Dic 2022

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Consip ha stipulato i contratti per i servizi applicativi per la sanità digitale, pari a un investimento da 1,4 miliardi di euro di risorse del Pnrr. L’iniziativa fa parte di un pacchetto di gare destinate a supportare la trasformazione digitale della sanità pubblica in coerenza con gli obiettivi della missione Salute del Pnrr e si colloca tra le gare strategiche previste dal Piano triennale per l’informatica della Pubblica amministrazione.

I contratti sono relativi ai lotti 1, 2, 3, e 4 della gara “Sanità digitale-Sistemi informativi sanitari e servizi al cittadino”, contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo europeo del Pnrr sulla Missione 6-Componente 2 1.1.1 (Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero-digitalizzazione)

L’obiettivo prevedeva, entro il 31 dicembre 2022 – si legge nella nota di Consip – la stipula di contratti per migliorare l’efficienza dei livelli assistenziali e adeguare strutture e modelli organizzativi ai migliori standard di sicurezza internazionali, attraverso l’adozione di soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate e il potenziamento del patrimonio digitale delle strutture sanitarie pubbliche.

Sistemi informativi sanitari e servizi al cittadino

L’iniziativa “Sistemi informativi sanitari e Servizi al cittadino”, del valore complessivo di 540 milioni, ha per oggetto servizi applicativi dedicati a Centri unici di prenotazione (Cup), interoperabilità dei dati sanitari, piattaforme applicative, portali e app (lotti 1-4) e servizi di supporto (lotti 5-6) – questi ultimi già attivi.

Le amministrazioni potranno acquisire con ordine diretto o tramite appalti specifici: servizi applicativi (sviluppo ed evoluzione software, migrazione applicativa, configurazione e personalizzazione di soluzioni software, manutenzione adeguativa e correttiva, supporto specialistico, conduzione applicativa e infrastrutturale) e servizi di supporto (project management, supporto al monitoraggio, change management, Pmo e demand management, digitalizzazione dei processi sanitari, It Strategy ed advisory).

La gara “Sistemi informativi sanitari e servizi al cittadino”, insieme alla gara per i “Sistemi informativi clinico assistenziali” (cartella clinica elettronica, enterprise imaging e telemedicina) del valore di oltre 1 miliardo – il cui contratto è già attivo – rappresentano le principali iniziative per la realizzazione dei progetti dell’investimento.

La digitalizzazione della Pa italiana

Per la digitalizzazione della Pa italiana, al 30 settembre 2022, sono stati attivati contratti per 6,5 miliardi di euro destinati all’acquisizione di beni e servizi Ict, pari al 46% dello “scaffale di offerta” complessivo (14,1 miliardi), secondo i dati di Consip.

All’interno dello “scaffale Ict” − che comprende infrastrutture e reti, licenze software, apparati e macchine per ufficio, telefonia e comunicazione, servizi professionali, servizi di sicurezza − una posizione rilevante è occupata dall’offerta di servizi strategici Ict, che fa segnare contratti già attivati per un valore complessivo di oltre 5,2 miliardi (un totale di 46 lotti).

Si tratta di iniziative che coprono tutta le esigenze delle pubbliche amministrazioni nel loro percorso di trasformazione digitale − dall’adozione di modelli cloud per piattaforme, infrastrutture e software alla progettazione ed erogazione di servizi digitali, dalla gestione del patrimonio informativo fino alla cybersecurity − e sono anche funzionali alla attuazione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza.  

Ricetta elettronica prorogata di un anno

Un altro anno per ricevere via mail ed sms le ricette mediche. L’ordinanza sulle ricette dematerializzate introdotta dalla Protezione civile sotto emergenza Covid, e che scadeva il 31 dicembre, ha trovato spazio nel decreto Milleproroghe approvato dal Consiglio dei ministri. Ascoltati i dubbi e le proteste degli addetti ai lavori che ora festeggiano. “Ha accelerato in modo considerevole il processo di digitalizzazione della dispensazione del farmaco – afferma Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi) – Si tratta di una misura importante che auspichiamo possa diventare strutturale nel prossimo futuro, mantenendo l’impianto attuale che prevede che il medico trasmetta per via telematica il promemoria al paziente, al quale è garantita la libera scelta di recarsi dal proprio farmacista di fiducia ai fini della dispensazione del medicinale”.

Soddisfatto anche il sindacato dei medici italiani, Smi. “Siamo soddisfatti che il Governo abbia colto la nostra sollecitazione, prorogando di un anno la possibilità di ricevere le ricette mediche via mail o sms, inserendo la norma nel decreto Milleproroghe – dice Pina Onotri Segretario Generale Sindacato Medici Italiani- Attendiamo, adesso , ulteriori misure per liberare i medici convenzionati del Servizio Sanitario Nazionale da gravosi carichi burocratici a partire dalla possibilità di ridurre drasticamente le file di attesa negli studi dei medici con un’autocertificazione dei primi tre giorni di malattia, soprattutto per quelle patologie non obiettivabili”.

Bene la proroga dell’uso della ricetta elettronica ma ora serve che diventi strutturale, chiede l’Ordine dei Medici. “Il ministro della Salute Orazio Schillaci è stato molto tempestivo e ha il merito di aver risolto in pochissime ore la questione della ricettazione elettronica – sottolinea il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli – Questo permette al medico di gestire il rapporto con l’assistito con meno burocrazia e liberando tempo per la relazione di cura”. Ma per Anelli ora serve fare un passo successivo per rendere la ricettazione elettronica strutturale “per evitare di trovarci il prossimo anno nella stessa situazione di emergenza”.

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