Questa volta fa sul serio. A partire dal 2023 Netflix metterà la parola “fine” alla condivisione di password. Un fenomeno che, secondo le stime dell’azienda californiana, riguarda almeno 100 milioni di utenti “a sbafo” contro 200 milioni di famiglie paganti. La nuova strategia punta a monetizzare la condivisione di account frenando la contrazione di entrate di quest’anno e il primo calo (in 10 anni) di utenti. Ma la svolta sarà graduale.
I primi test in America latina
Netflix sa da tempo che la condivisione delle password è un problema che incide sui profitti, ma l’aumento degli abbonamenti nel 2020 aveva permesso all’azienda di evitare di affrontarlo. Con le entrate in calo quest’anno e la prima perdita di abbonati in 10 anni, il Ceo Reed Hastings ha deciso che era arrivato di correre ai ripari.
Dunque a partire dal 2023 la piattaforma chiederà di pagare anche agli utenti che hanno ricevuto password in condivisione. Netflix ha già testato pagamenti aggiuntivi per la condivisione della password in alcuni paesi dell’America Latina, ma l’implementazione su vasta scale del nuovo metodo partirà dagli Stati Uniti.
Per evitare di allontanare ulteriori clienti Netflix eliminerà poco alla volta la possibilità di condivisione delle password aumentando gradualmente la pressione sugli utenti.
Anche Disney potrebbe “accodarsi”
In qualità di leader nel settore dei video in streaming, con 223 milioni di abbonati globali e una capitalizzazione di mercato di circa 128 miliardi di dollari, Netflix è il primo nel settore ad affrontare il fenomeno della condivisione delle password. Ma secondo il Wall Street Journal potrebbe non essere l’ultimo. Anche i rivali dello streaming subiscono perdite e, nel tempo, la pressione per fare soldi e continuare a crescere potrebbe spingere servizi come Disney+, Hbo Max e Paramount+ a seguire le orme dell’azienda.
La svolta di Netflix potrebbe generare ulteriori 721 milioni di dollari di entrate il prossimo anno negli Stati Uniti e in Canada, dove si registrano 30 milioni di condivisioni.