Una delle contromisure più utili per contrastare la crisi economica può derivare dall’adozione di tecnologie digitali in azienda. A dimostrarlo c’è anche il fatto che quattro amministratori delegati su cinque stanno in questo periodo aumentando gli investimenti nel comparto. La sfida più importante per i Chief Information officer, a questo punto, è come rendere questa strategia il più possibile efficace, arrivando a ottenere dagli investimenti in campo e da quelli in previsione i ritorni migliori, dando una risposta concreta a problemi come la carenza di competenze, l’inflazione e le difficoltà derivanti dalla crisi economica, e la scarsità di materie prime. Analizzando questo quadro Gartner Research ha individuato nella sua Agenda 2023 quattro azioni che i Cio possono mettere in campo per accelerare l’impatto del digitale in azienda.
Le quattro azioni per i Cio
Secondo l’analisi di Gartner Research la prima azione che i Cio dovrebbero mettere in campo per ottenere i migliori risultati dai propri investimenti digitali è identificare il tipo di impatto finanziario che il Ceo desidera e dare priorità alle iniziative digitali che lo supportano, mettendo in secondo piano o sospendendo le altre.
La seconda azione-chiave è quella di creare una gerarchia visiva delle metriche per comunicare le interdipendenze tra le iniziative correlate, rendendo in questo modo il quadro più semplice da analizzare anche per chi non avesse competenze specifiche.
A seguire Gartner raccomanda ai Cio di contribuire con talenti IT alla creazione di team più eterogenei che siano in grado di indirizzare e accelerare le iniziative digitali che l’azienda considera prioritarie.
Sempre alle competenze digitali si riferisce anche il quarto punto, che raccomanda ai Cio di coinvolgere talenti anche con metodologie di ricerca “non convenzionali” per far progredire progetti interni a bassa priorità che hanno un impatto indiretto sulle finanze.
Dare priorità alle iniziative digitali
Prima di intraprendere un’iniziativa digitale ogni Cio, secondo Gartner Research dovrebbe chiedersi se avrà l’impatto economico che il chief executive officer si attende e nei tempi previsti. Per prendere la decisione giusta sarà fondamentale scegliere gli alleati e i collaboratori più adatti allo scopo, superando eventuali problemi organizzativi e di personale, contando su un partner in azienda che condivida l’impegno e gli assegni una priorità assoluta.
Dare un impatto visivo e una gerarchia alle metriche
Per valutare progressi e misurare benefici le metriche sono centrali, e per questo, secondo Gartner Research, è prioritario trovare un terreno comune per sintetizzare il riconoscimento finanziario dei benefici aziendali di un’iniziativa, in collaborazione con l’amministrazione finanziaria dell’azienda, con l’obiettivo di individuare quali metriche finanziarie potrebbero essere migliorate dalla digitalizzazione e in che tempi. Sarà fondamentale in questo percorso dimostrare le interdipendenze tra le iniziative digitali e la loro capacità di avere un impatto sulle performance finanziarie dell’impresa.
Dare vita a un allineamento top-to-bottom delle metriche di risultato tecniche – sottolinea Gartner Research – renderà evidente il contributo di tutti i partecipanti e di tutte le iniziative agli obiettivi aziendali condivisi.
Il contributo del lavoro di squadra
Una volta superata la prima fase, quella dell’identificazione delle iniziative a cui dare priorità, sarà importante dedicare la massima attenzione alla creazione di un team eterogeneo a cui il reparto IT sia in grado di dare un contributo importante, composto da esperti della materia, personale tecnico dell’azienda ed esperti IT. I membri di questa squadra saranno gli occhi e orecchie del Cio per comprendere meglio quali siano le competenze, le tecnologie e le informazioni necessarie per realizzare al meglio un progetto.
L’importanza dei talenti digitali
Quello attuale è un momento in cui i talenti digitali sono contesi tra le imprese, che spesso non riescono a trovare le competenze tecnologiche di cui hanno bisogno. Questo per i Cio vorrà dire anche cercare all’interno dell’azienda le persone dotate di skill utili e che magari non vengono valorizzate per iniziative interne ma anche rivolgersi per il recruiting di personale alle università o agli ambienti del mondo della ricerca, e mettere a punto collaborazioni con atre realtà del proprio stesso settore per progetti di collaborazione. Tutto questo senza tralasciare l’attività nella ricerca di talenti seguendo canali “non convenzionali”, aiutando le risorse umane a ridefinire le policy aziendali in modo che risultino attrattive per i profili più specializzati.