Vodafone Group ha raggiunto un accordo per la vendita della sua controllata ungherese, Vodafone Magyarorszag Zrt, alle società 4iG e Corvinus, una holding controllata dallo Stato. Le due società – fa sapere il gruppo tlc in una nota – hanno infatti completato la due diligence e hanno formulato un’offerta vincolante per la vendita del 100% della controllata, per un controvalore di 1,7 miliardi di euro (660 miliardi di fiorini ungheresi), che rappresenta un multiplo di 8,4 volte l’Ebitda after lease rettificato per il periodo di 12 mesi conclusosi il 31 marzo 2022. I proventi della cessione, che era stata annunciata nel mese di agosto, verranno utilizzati per ridurre l’indebitamento. Il completamento dell’operazione è soggetto alle consuete condizioni e dovrebbe avvenire nel gennaio 2023.
“Questa combinazione costituisce un operatore convergente su larga scala per le comunicazioni mobili e fisse e supporta l’obiettivo del governo ungherese di creare un campione nazionale di tecnologia dell’informazione e della comunicazione – commenta Margherita Della Valle, amministratore delegato ad interim del Gruppo Vodafone -. L’entità combinata aumenterà la concorrenza e accelererà gli investimenti nella digitalizzazione in corso dell’Ungheria“.
Attenzione rivolta al consolidamento in Europa
Intanto, nel corso di una serie di presentazioni a investitori e analisti, l’ex ceo Nick Read ha comunicato l’intenzione dell’azienda di impegnarsi in vari tipi di accordi che cambierebbero le dimensioni e la natura dell’azienda, comprese alcune mosse di consolidamento “in-market”.
L’accordo in Ungheria rientra sicuramente in questa categoria, ma Read aveva identificato Italia, Spagna, Portogallo e Regno Unito come i mercati prioritari per tali accordi. Chiaro, dunque, che le cose non sono andate come previsto: in Spagna Vodafone ha perso contro Orange nella corsa per concludere un accordo di fusione con MásMóvil, mentre in Italia ha respinto un’offerta pubblica di acquisto di Iliad e Apax Partners.
L’amministratore delegato è sempre stato attento a chiarire che non c’è una scadenza per concludere alcun accordo e che non accetterà nulla che non abbia un senso finanziario (da qui il rifiuto dell’offerta in Italia): “La transizione attraverso M&A è un processo in corso, non è nuovo e sarà sempre preso in considerazione”, ha sottolineato Read in diverse occasioni.