SMARTPHONE

Google, monopolio a rischio con la super-app Facebook

Home “colonizza” il sistema operativo open di Mountain View per occupare la homepage dei device mobili. Carolina Milanesi (Gartner): “Niente hardware: Zuckerberg ha preso la decisione giusta”

Pubblicato il 05 Apr 2013

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Home, la nuova super App di Facebook che colonizza Android, rischia di far perdere terreno al ruolo mobile di Google. E’ questo il senso della mossa di Mark Zuckerberg, che ieri a Menlo Place, con il lancio di Home, ha di fatto lanciato il guanto di sfida a Mountain View sul mobile, con una soluzione che sfruttando in maniera parassitaria il sistema operativo open del competitor, ha come obiettivo il controllo degli utenti di smartphone e tablet, indotti a scegliere la Home del social come pagina inziale dei loro device. Allontanando in automatico gli utenti dalle search di Google.

Secondo Techcrunch.com, l’attacco di Facebook a Google si gioca sul terreno dell’advertsing in mobilità. Un business, quello della pubblicità via search engine, che vale 23 miliardi di dollari, nel quale Mark Zuckerberg entra a gamba tesa, forte del miliardo di membri registrati al social network. Tanto più che ora, grazie a Home, i messaggi pubblicitari veicolati da Facebook ai suoi utenti registreranno inevitabilmente una grossa impennata.

Secondo businessinsider.com, fino a ieri Google puntava sul suo sistema operative Android per indurre gli utenti mobile a usare I suoi servizi, ad esempio Gmail e le ricerche tramite il search. Ma l’avvento di Home distrugge alle fondamenta l’impostazione di Google, perché occupa la pagina iniziale dello smartphone con la realtà del social. Notifiche, messaggi, la mobile app di Facebook e Facebook Messenger si installano di default nella schermata iniziale dello smartphone, allontanando così in automatico gli utenti dall’ecosistema di Google. Dulcis in fundo, l’app launcher di Home consente all’utente di accedere a tutte le altre app dello smartphone, senza prevedere alcuna “corsia preferenziale” per i servizi di Google.

L’unica cosa che viene risparmiata da Home è il search, che resta a discrezione dell’utente. Ma il search da qualche tempo sta mostrando i primi scricchiolii, in particolare le ricerche via smartphone non riscuotono particolare interesse negli utenti, che preferiscono affidarsi direttamente alle app per effettuare ricerche più mirate in mobilità, grazie ad app georeferenziate e più verticale, che stanno gradualmente erodendo clienti al motore di ricerca di Mountain View. Ad esempio, se cerchi un ristorante via smartphone a New York, non vai più su Google ma su Forsquare e Yelp. Si sta così realizzando la profezia di Steve Jobs, che a suo tempo, nel 2010, predisse il calo delle search ai danni delle app. Se in home page dello smartphone ci sono gli amici di Facebook, la stringa di ricerca di Google si allontana ancor di più.

Secondo businessinsider.com, Google ha due strumenti per uscire dall’angolo, il primo è Google Now il secondo è Google+. Google Now è un intelligent assistant in grado di estrapolare dati dalle tue mail e dalla tua lista di contatti per servirti informazioni sullo smarpthone informazioni che potrebbero interessarti (in base ai tuoi gusti personali), come ad esempio un appuntamento o un evento oppure un cambio di orario sul tuo volo. Detto questo, Facebook offer all’utente un’alternativa che sembra più appetitosa, la vita dei tuoi amici.

La seconda freccia all’arco di Goolge è Google+, il social network di Mountain View. Ma Google+ ad oggi non è riuscita ad attirare utenti sufficienti per competere con Facebook sul terreno del social.

Carolina Milanesi (Gartner): “Full immersion social, mossa anti Whatsapp

Facebook ha preso la decisione giusta non entrando nel mondo hardware ma creando una soluzione per il sistema operativo più usato nel mondo. Per suo tramite l’utente ha la possibilità di fare una full immersion nel mondo Facebook – ha detto Carolina Milanesi, Research Vp Consumer Technologies & Markets Technology & Service Provider Research di Gartner – L’hanno fatto in modo molto elegante, adeguato agli utenti più agguerriti, ma anche per quelli che guardano Facebook con più moderazione, diciamo fra le 5 e le 10 volte al giorno, e che potranno usare Home come uno screen saver oppure bypassarlo per collegarsi a tutte le altre app”.

La mossa di Facebook, aggiunge l’analista di Gartner, “è disegnata per evitare che gli utenti si spostino su altre piattaforme, come Whatsapp per esempio. Creando più coinvolgimento trattiene il consumatore sempre all’interno di Facebook. In qualche modo si punta alle nuove e nuovissime generazioni le quali, secondo Zuckerberg, pensano che tutta Internet sia Facebook”.

Secondo Milanesi, “Il punto per Facebook è di creare più coinvolgimento degli users. E rimettere Facebook in primo piano con un’integrazione più approfondita nell’OS. Su altri sistemi operativi, come iOS e Windows Phone, l’utente trova più facile postare commenti, ma Facebook viene messa in secondo piano”.

Facebook Home, vincitori e vinti

Pochi vincitori e molti vinti dopo la mossa di Facebook. Il grande vincitore, ovviamente, è Mark Zuckerberg, che grazie a Home ha l’opportunità di “incatenare” sempre più utenti nel “walled garden” del social network. Grandi sconfitte, secondo la classifica stilata dal sito specializzato techcrunch.com, sono tutte le altre app, che rischiano di essere definitivamente oscurate da Home e di uscre dai radar degli smartphone. Si salvano gli sms, che rischiano però di essere ridotti al ruolo di mero strumento accessorio di Facebook, che dal canto suo si propone con forza come alternativa valida per servizi VoIp, chat mobile e instant messaging.

In particolare, le app rischiano di essere confinate in secondo piano, lontane dalla home page dello smartphone, e se le cose andranno davvero così, Home diventa una pessima notizia per gli sviluppatori e per le start up che, con Android colonizzato da Facebook, faranno più fatica a guadagnare visibilità e business.

Di certo, secondo techcrunch.com, il grande sconfitto dalla mossa di Facebook è Microsoft. Il suo sistema operativo mobile Os Windows Phone, che ad oggi aveva avuto un canale preferenziale con Facebook, perde ulteriore terreno.

Sul fronte dell’hardware, il grande vincitore è Htc. Il produttore taiwanese per ora è l’unico che offre a bordo Home in modalità pre-loaded. In futuro, altri vendor potrebbero fare lo stesso, ma di certo il vantaggio competitivo per Htc è un dato di fatto. Fra i produttori di smartphone, il “big loser” assoluto è Nokia: la casa finlandese legata mani e piedi al Windows Phone 8 è tagliata fuori dall’ondata social impressa da Facebook.

Home potrebbe diventare un modello per operazioni analoghe da parte di altre net company, ad esempio Twitter, che potrebbe pensare di imitare la mossa di Mark Zuckerberg creando una sua Home dedicata per smartphone e tablet.

Sembra invece altamente improbabile che Apple consenta a Facebook di replicare l’operazione Home sull’iPhone. Difficilmente nel breve periodo Cupertino aprirà il suo sitema operativo iOs al social network di Mark Zuckerberg. In altre parole, secondo techcrunch.com, gli utenti Facebook che possiedono l’iPhone non potranno scaricare Home. E’ invece possibile, secondo il sito Usa, che Apple decida di competere con Androdi di Google aprendo in esclusiva l’iPhone e l’iPad a Twitter.

Per quanto riguarda Android, la mossa di Facebook di certo restringe il suo carattere di sistema operativo “open”. Ma questo non sarà un problema per gli utenti, in particolare per i 680 milioni di membri che utilizzano la piattaforma in mobilità. L’ingresso in forze di Facebook negli smartphone non è una buona notizia per i difensori della privacy, chiude techcrunch.com, anche se la tutela dei dati personali non sembra una priorità degli utenti, interessati in primo luogo a chattare con i loro amici nel modo più semplice possibile.

Adam Leach, analista di Ovum, dubita che il Facebookfonino possa far breccia nella massa degli utenti, allargando la base al di là degli utilizzatori abituali del social. Per aumentare la base clienti, secondo Leach è necessario che Facebook “inventi qualcosa che spinga gli utenti ad usarlo – dice – qualcosa di attraente anche per gli utenti occasionali del social network”.

Mark Zuckerberg, dal canto suo, vola alto, sostenendo che Home è il primo passo per cambiare alla radice le abitudini degli utenti e il concetto stesso di computer, non più legato al concetto di lavoro e aumento della produttività, ma a quello più ampio di connettività e socializzazione con gli altri. Il pc ormai non è più soltanto uno strumento “utile” per lavorare, ma una componente fondamentale della vita quotidiana di tutti. E nel giro dei prossimi 5-10 anni, quando 5 miliardi di persone nel mondo avranno in amno uno smartphone, il vecchio concetto di computer sarà completamente tramontato.

Facebookfonino, resta il nodo privacy

Un capitolo a parte merita il capitolo privacy. Mark Zuckerberg è un maestro nel dribblare la questione, lasciando senza risposta i dubbi di utenti e movimenti civili che si battono in difesa della riservatezza dei dati personali. Secondo il sito Giga Om, preoccupa il fatto che Home sarà sempre attiva di default nello smartphone degli utenti, con accesso diretto a tutte le funzionalità dell’hardware dello smartphone. In questo modo, Facebook avrà accesso costante alle funzioni Gps del device, registrando in real time la posizione fisica degli utenti in ogni momento. Così, facebook potrà inviare pubblicità personalizzate e profilate agli utenti in qualunque momento, in base ai dati georeferenziati raccolti tramite home. Possibile quindi ipotizzare l’invio di messaggi pubblicitari ad esempio di negozi e centri commerciali. Ma anche la vendita dei dati anonimizzati a soggetti terzi interessati a conoscere le abitudini degli utenti.

Secondo Forbes, infine, Facebook sarà anche in grado di conoscere nel dettaglio quali sono le app più usate dagli utenti e quali sono le app in esecuzione sui dispositivi dove sarà installato.

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