Diminuzione della domanda di computer e problemi all’interno delle catene di produzione dei chip: Intel mette a segno una trimestrale al ribasso e perde quote di mercato a vantaggio della rivale Amd.
Le performance trimestrali e l’outlook nel breve termine
L’utile adjusted per azione è di 10 centesimi, contro stime per 21 centesimi, su ricavi di 14,04 miliardi di dollari, meno dei 14,49 miliardi del consensus. La previsione dei ricavi per il primo quarter del nuovo esercizio è inferiore di 3 miliardi di dollari alle aspettative di Wall Street: nel primo trimestre del 2023, Intel prevede infatti un fatturato compreso tra i 10,5 e gli 11,5 miliardi, contro stime per 13,96 miliardi, con una perdita di 15 centesimi per azione, contro stime per un utile di 25 centesimi.
I ricavi del client computing, in particolare, sono stati di 6,63 miliardi di dollari, in calo di circa il 36%, e comunque sotto le attese, che erano per 7,42 miliardi. L’utile operativo della divisione è crollato a 699 milioni di dollari, in calo del 36% rispetto allo stesso trimestre del 2021.
Nello stesso periodo dell’anno scorso, il colosso dei semiconduttori aveva registrato un utile di 1,09 dollari per azione su ricavi di 19,53 miliardi. Le vendite del quarto trimestre, quindi, sono diminuite del 32% su base annua. Le entrate del 2022 sono diminuite nel complesso del 20% dall’anno fiscale 2021, a 63,1 miliardi di dollari, e i margini si sono ridotti del 60%, attestandosi a 8 miliardi di dollari.
La visione del top management
“Nonostante i venti contrari dell’economia e del mercato, nel quarto trimestre abbiamo continuato a fare buoni progressi nella nostra trasformazione strategica, tra cui l’avanzamento della nostra roadmap di prodotti e il miglioramento della nostra struttura e dei nostri processi operativi per ottenere efficienze, pur mantenendo i risultati nella parte bassa della nostra gamma di obiettivi”, ha dichiarato Pat Gelsinger, Ceo di Intel, in una nota. “Nel 2023, continueremo a superare le sfide a breve termine cercando di rispettare i nostri impegni a lungo termine, tra cui la fornitura di prodotti leader ancorati a piattaforme aperte e sicure, alimentati dalla produzione su scala e potenziati dal nostro incredibile team”. Commentando le performance con stampa e analisti, Gelsinger ha poi ammesso: “Abbiamo inciampato, giusto? Abbiamo perso quote, abbiamo perso slancio. Pensiamo che quest’anno la situazione si stabilizzi“.
Intel del resto domina ancora i mercati dei chip di elaborazione per Pc e server, con una quota di mercato superiore al 70%, secondo le stime della società di ricerca Idc. Ma si tratta di una quota in calo rispetto all’oltre 90% del 2017.
“Nel quarto trimestre abbiamo preso provvedimenti per ridimensionare l’organizzazione e razionalizzare gli investimenti, dando priorità alle aree in cui possiamo offrire il massimo valore a lungo termine”, ha spiegato David Zinsner, Cfo di Intel. “Queste azioni sono alla base dei nostri obiettivi di riduzione dei costi di 3 miliardi di dollari nel 2023 e pongono le basi per raggiungere 8-10 miliardi di dollari entro la fine del 2025”.
In attesa dell’arrivo di Intel in Italia
Allo stesso tempo, Intel ha mire di espansione a livello internazionale. Tra i progetti sul tavolo, c’è uno stabilimento italiano dedicato ad assemblaggio e confezione dei chip di cui si parla ormai da diversi mesi. Nei giorni scorsi il Consiglio regionale del Veneto ha approvato all’unanimità una risoluzione, a sostegno della Giunta, per favorire l’insediamento della società a Vigasio, nel Veronese.
“Il Governo è in prima linea in questo progetto, un progetto in cui crediamo perché improntate e significativo anche dal punto di vista dello sviluppo tecnologico e per il quale abbiamo risposto positivamente a tutte le esigenze che ci sono state sottoposte”, ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Alfonso Urso, precisando che “starà all’azienda scegliere dove vorrà insediarsi. Siamo in contatto costante sia con Intel che con le istituzioni europee per cercare di garantire all’Italia l’insediamento di Intel. Tutto quello che è stato chiesto all’Italia e quindi al Governo nazionale così come alle Regioni che hanno candidato i propri territori è stato fatto e noi abbiamo risposto a tutte le richieste dell’azienda”.
Intel, dal canto suo, ha ribadito che “continuano i dialoghi con l’Italia per uno stabilimento di produzione all’avanguardia per le fasi di back-end e continuiamo ad essere entusiasti del progetto. Questo si aggiunge ad altri progetti che stiamo valutando in altre parti del mondo, di cui non abbiamo ancora stabilito luoghi e tempi”.