“Credo che non potremo giudicare l’offerta di Kkr, che, peraltro, ancora non conosciamo dettagliatamente, esclusivamente secondo i principi di redditività o profitto perché la rete è un’infrastruttura strategica per il Paese e bisogna capire come vengano garantiti gli interessi generali“. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti torna sull’offerta da 20 miliardi per Netco da parte del fondo americano, offerta che stando a indiscrezioni riguarderebbe la rete primaria e secondaria, mentre non includerebbe Sparkle e il backbone.
I sindacati in allarme
L’offerta di Krr secondo i sindacati “è un ulteriore elemento che complica la già articolata situazione”. E in una lettera al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Cgil, Cisl e Uil chiedono un incontro urgente (QUI LA LETTERA). Oltre a ribadire di non condividere il superamento dell’operatore verticalmente integrato, secondo i sindacati “questa operazione è anche in contraddizione con le dichiarazioni politiche che abbiamo attentamente registrato nei giorni scorsi, da varie parti del Governo, nelle quali si ribadisce la necessità di avere un controllo dello Stato per questo strategico ed importantissimo asset del Paese e la massima attenzione per il mantenimento degli attuali livelli occupazionali”.
A rischio il Pnrr
I sindacati accendono i riflettori sull’importanza di Tim e della società controllate: “Sono un patrimonio industriale indispensabile per il Paese, dove ancora resiste l’ultima presenza italiana e dello Stato tramite Cdp, nel settore delle Tlc” ed evidenziano che “la rete è essenziale per dare seguito alla digitalizzazione, uno dei punti primari che si pone il Pnrr, alle comunicazioni dei circa 60 milioni di cittadini italiani, per le istituzioni centrali e locali ed al sistema di imprese italiano”.
La missiva al ministro Urso sul Tavolo Tlc
Una seconda missiva è stata indirizzata da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, al ministro per le Imprese e made in Italy Adolfo Urso riguardo al tavolo Tlc (QUI LA LETTERA): “In assenza di un coinvolgimento del Sindacato Confederale sul confronto per il futuro del settore, qualora si proseguisse nell’ignorare la voce dei lavoratori, nostro malgrado, valuteremo tutte le azioni necessarie per rappresentare le preoccupazioni delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto delle Telecomunicazioni e gli interessi generali del Paese”. “Certi della sensibilità, ci aspettiamo di essere coinvolti per affrontare quanto prima una crisi del settore già in essere da anni, e che sarà acuita ancor più dagli effetti che si paleseranno nell’immediato futuro. Una crisi che rischia di paralizzare il paese sulla crescita digitale e sulle sue dinamiche infrastrutturali, oltre a generare effetti traumatici sull’occupazione”.