Questa volta Agcom fa sul serio con il diritto d’autore su Internet. E senza aspettare il coinvolgimento delle Camere annuncia che entro l’estate presenterà uno schema di provvedimento da mandare in consultazione. Lo ha preannunciato il presidente dell’Authority, Angelo Cardani, nel corso del convegno “Televisione e mercati rilevanti” organizzato oggi nella sede dell’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato). “Qualsiasi regolatore – ha esordito – segue sempre l’evoluzione degli eventi, anche se molto raramente riesce a raggiungerli. Noi abbiamo fatto promesse e finora le abbiamo sempre mantenute. Sul problema dei diritti di proprietà in rete intendiamo varare una misura entro l’estate e manterremo anche questa volta le promesse. Di fatto – ha proseguito – quando si coniugano aspetti tecnici e diritti fondamentali del cittadino, forse sarebbe meglio che fossero tutelati dal parlamento, ma il parlamento precedente non ha voluto occuparsene, o piuttosto era occupato in altre faccende, mentre di quello attuale non si sa. Perciò i tecnici faranno il loro mestiere. Tuteleremo pluralismo e diritto di accesso, e non avremo dubbi né esitazioni”.
Commentando il libro di Augusto Preta, “Televisione e mercati rilevanti”, Cardani ha poi sottolineato come, nell’attuale panorama mediatico, i mercati rilevanti (ovvero quelli i cui prodotti e/o servizi sono considerati intercambiabili o sostituibili dal consumatore in ragione delle caratteristiche dei prodotti, dei loro prezzi e dell’uso al quale sono destinati) siano molteplici: “pay tv, tv in chiaro, radio, giornali, periodici”. Cardani ha poi evidenziato come, “nella nostra analisi, Internet sia stato spesso un convitato di pietra, dato che come mercato rilevante è stato inserito solo nell’editoria, mentre già nel 2010 risultava essere il terzo mezzo di comunicazione a disposizione degli italiani”. Perciò il presidente dell’Agcom ha anticipato che, il prossimo anno, Internet entrerà a far parte della valutazione del Sic (Sistema integrato delle comunicazioni) da parte dell’Autorità’. l’Agcom cioè dovrà considerare, oltre alle aree economiche già conteggiate, anche tutte le altre forme pubblicitarie su Internet (search, social network, mobile) “scattando la prima fotografia completa di tutta Internet nel suo complesso, incluso Google, che tra l’altro è superstar nel dibattito antitrust”.
Nel 2011 il valore complessivo del Sistema integrato delle comunicazioni in Italia – ha specificato Cardani – è stato di 20,323 miliardi di euro, con un calo del 3,7% sul 2010. L’area radiotelevisiva ha rappresentato, con il 47,8% (pari a circa 9,7 miliardi di euro), l’ambito con maggiore incidenza sul totale delle risorse economiche. Segue la stampa, quotidiana e periodica, con il 30,7%, (pari a circa 6,2 miliardi di euro), che è però in costante calo. L’analisi non tiene appunto conto dell’apporto di Internet, che invece sarà preso in esame il prossimo anno.
Quanto ai principali operatori all’interno del Sic emerge che nel 2011 i primi sei gruppi (Fininvest, Rai, News Corporation, L’Espresso, Rcs e Seat Pagine Gialle) rappresentano assieme, con 11 miliardi di euro, più del 50% del totale. Fininvest si conferma il primo gruppo con una quota del 16,57% (16,04% nel 2010). Seguono la Rai con il 13,53% (13,22% nel 2010) e News Corporation (cioè Sky Italia più Fox international channels Italy) con il 13,27% (12,93% nel 2010)
Nel corso del suo intervento Cardani ha poi annunciato che la gara per le frequenze dell’ex beauty contest “è in via di definizione dopo una lunga e defaticante interlocuzione con Bruxelles”. L’Authority è in attesa della risposta dalla Ue cui ha inviato tutta la documentazione dello schema di provvedimento per il disciplinare d’asta. Il presidente Agcom si è detto fiducioso che “la risposta arriverà prestissimo”.