Italia e Regno Unito rafforzano la collaborazione sulla transizione digitale e green, le tecnologie avanzate, le start-up e l’innovazione: il vice Presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha ricevuto alla Farnesina il Segretario di stato per le Imprese e il commercio del Regno Unito, Kemi Badenoch e con l’occasione i due ministri hanno firmato un innovativo memorandum of understanding sul Dialogo strategico per la promozione delle esportazioni e degli investimenti bilaterali.
Attraverso il Memorandum, l’Italia e il Regno Unito puntano ad approfondire il solido partenariato economico tra i due Paesi, adattandolo al contesto “post-Brexit”.
“Questo memorandum rappresenta una piattaforma di enorme potenziale per la promozione del nostro export e delle nostre eccellenze imprenditoriali, in un’ottica di crescita e prosperità condivisa, nel pieno rispetto delle competenze e dei nostri impegni Ue”, ha dichiarato Tajani.
Memorandum Italia-Uk, focus sull’innovazione
L’intesa si propone di istituire un meccanismo strutturato di concertazione e collaborazione tra imprese, istituzioni ed enti preposti all’internazionalizzazione, con un focus sui settori più innovativi e ad alto potenziale di sviluppo, tra cui economia “verde”, tecnologie avanzate, scienze della vita, ingegneria ed industrie creative, start-up e innovazione, temi peraltro che l’Italia ha posto al centro della candidatura di Roma Expo2030.
“Sono molto lieta di essere qui a Roma per rafforzare le relazioni commerciali Regno Unito-Italia il cui valore supera i 43 miliardi di sterline. I legami commerciali con i paesi europei sono per noi di fondamentale importanza e questa partnership porterà enormi opportunità di export e investimento nei settori high-tech del futuro con forti prospettive di crescita, contribuendo a dare impulso a entrambe le nostre economie”, ha dichiarato il Segretario di stato per le Imprese e il commercio Kemi Badenoch.
Settore hitech strategico
Tecnologia e innovazione sono le industrie che danno resilienza alle economie, ha confermato il recente Tech Index Report dello studio legale internazionale Dla Piper.
La valutazione complessiva dell’Index biennale per il 2022 è cresciuta da 67 a 68rispetto al rapporto di due anni prima. Da un lato, il trend positivo è in rallentamento e risente delle forti tensioni geopolitiche attuali, che, se calcolate, fanno scendere di 4 punti il punteggio complessivo. Dall’altro, la resilienza del settore tecnologico è garantita dalla previsione dell’aumento dei ricavi per il 66% delle imprese, dalla fiducia che permane nonostante la crescente complessità normativa, e dalle opportunità intraviste nel piano Esg.
Dalle interviste con senior executive appartenenti a 350 aziende europee con fatturati dai 10 milioni ai 10 miliardi di euro è emersa la rilevanza della variabile geopolitica sul settore, con una diminuzione del 4% sul punteggio totale quando presa in considerazione. Inoltre, il 40% (il 4% in più rispetto al 2020) non vede nessun beneficio dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea (Brexit); per il 44% l’impatto è negativo. Sono anche cresciuti gli intervistati che hanno visto un impatto domestico ed europeo della regolamentazione ambientale sul loro business; di qui le opportunità generate dalle politiche Esg, di cui è convinto il 68% del campione.
IoT, intelligenza artificiale (Ai) e cybersecurity sono le tecnologie in cui si prevede la massima crescita. Benefici attesi anche dal 5G. Sul fintech, i requisiti normativi sono spesso citati dagli intervistati come uno svantaggio fondamentale per l’investimento e l’attuazione.