Retailer pronti ad affrontare un “salto” tecnologico in risposta alle sfide economiche mondiali, all’accesa concorrenza e al rapido cambiamento delle preferenze dei consumatori. Emerge dallo studio (“Retail Challenges Boost Edge Technology Investment”) commissionato da VMware e realizzato da Coresight Reserach secondo cui più di due terzi (66%) dei rivenditori prevedono di aumentare la spesa per soluzioni tecnologiche basate su cloud e all’interno dei punti vendita nei prossimi anni, con quasi il 30% che stima un incremento del 10% nella spesa. In particolare molti retailer puntano sull’implementazione di unmix di tecnologie: dalle integrazioni con le app alle soluzioni buy-online-pick-up-in-store, dai chioschi contactless ai terminali di infotainment, dalla realtà aumentata/virtuale fino ai robot.
Supply chain e inflazione i principali ostacoli ai ricavi
I retailer continuano a dover fronteggiare i colli bottiglia della supply chain, gli alti livelli di inventario dovuti all’inflazione e al conflitto globale, ma queste sfide sembrano gradualmente attenuarsi. Complessivamente, la visibilità/gestione della supply chain è percepita come quella che ha il maggiore impatto sui ricavi. Anche l’ottimizzazione dei prezzi è emersa come una sfida cruciale per i ricavi dei rivenditori, in particolare in presenza di pressioni dovute all’inflazione e di consumatori alla continua ricerca di offerte.
Gli elevati costi energetici spingono inoltre i retailer a ripensare la gestione dell’energia e delle scorte. In particolare il 24% dei retailer ha identificato l’efficienza operativa, compreso il monitoraggio/gestione dell’energia e delle scorte, come priorità assoluta. Le supply chain globali continuano a presentare grandi sfide per i retailer, con costi energetici elevati che aggravano questi problemi. I retailer cercano di affrontare i costi energetici non solo perché rappresentano un onere finanziario, ma anche per ottenere costi di sostenibilità a lungo termine nel tentativo di trovare fonti energetiche alternative.
Il focus dei rivenditori sul monitoraggio automatizzato dell’inventario e i cruscotti di gestione dei punti vendita rivelano l’esigenza dei retailer di avere una maggiore visibilità sulle loro attività online e nei negozi, consentendo loro di ridurre i costi e risparmiare tempo.
I retailer statunitensi indicano la sicurezza come il fattore che incide di più sui ricavi netti. Problemi come le frodi sui resi nell’e-commerce e le differenze inventariali dovute al taccheggio, le violazioni della sicurezza informatica che minacciano le supply chain e i dati dei rivenditori, rimangono sfide strategiche. Le tecnologie Rfid-smart tag emergono come cruciali per oltre il 50% dei retailer piazzandosi al primo posto come strumenti a tutela della sicurezza.
“Le soluzioni tecnologiche forniscono maggiore trasparenza, visibilità e sicurezza per aiutare i retailer a operare in modo più agile e sostenibile, a mantenere un vantaggio competitivo e a incrementare le vendite in ambienti difficili e mutevoli – dice Ed Durbin, senior director of retail industry solutions di VMware -. In questo contesto, vediamo che i retailer ripensano le soluzioni e spostano le priorità di investimento dalle tecnologie di nuova generazione a soluzioni che si concentrano sulla protezione dei dati e degli asset, sul coinvolgimento dei clienti online e in negozio e sulla sostenibilità a lungo termine“.
Le tecnologie più diffuse
I rivenditori riconoscono il potenziale delle tecnologie per affrontare le sfide legate al business. L’86% dei rivenditori utilizza già o prevede di utilizzare tecnologie per la vendita al dettaglio. La tecnologia più utilizzata, dal 56% dei rivenditori, è l’Rfid o gli smart tag per il monitoraggio. I tag Rfid aiutano nella prevenzione delle perdite e migliorano le vendite, la produttività del negozio e il self-checkout, contengono l’aumento dei costi e le carenze di manodopera. Secondo uno studio su 10 società di vendita al dettaglio che hanno investito nella tecnologia Rfid i rivenditori hanno visto un aumento dell’1,5%-5,5% delle vendite, mentre l’efficienza dell’inventario è migliorata dal 65%-75% al 93%-99%. Il 52% dei rivenditori utilizza dispositivi di comunicazione con i clienti via app su smartphone, il 51% sensori per il monitoraggio ideo consumo di energia e ancora il 51% dei rivenditori ricorre al video digitale per arginare le perdite.
Ancora, il 48% investirà su reti per l’in-store private wireless communication, il 47% su digital video for inventory management, il 46% su strumenti per l’automated-mechanized stocking fulfillment.
Le 5 sfide del new retail
La sicurezza
I rivenditori identificano nella sicurezza l’elemento che ha l’impatto maggiore sulle entrate. I rivenditori stanno infatti affrontando un numero crescente di potenziali minacce e sfide, comprese le violazioni alla sicurezza informatica, un problema particolarmente delicato a causa della potenziale perdita di dati sensibili dei clienti e del conseguente danno alla reputazione del rivenditore.
Nella classifica delle esigenze più sentire dai rivenditori, al primo posto svetta la sicurezza dei dati poiché dotata di maggior impatto sul business. Al secondo posto il monitoraggio del comportamento dei clienti, al terzo il controllo degli accessi, al quarto l’individuazione di furti e frodi.
Supply chain e inflazione
Quasi la metà di tutti gli intervistati ha classificato la visibilità/gestione della catena di approvvigionamento come uno dei primi tre componenti che hanno un impatto sulle entrate. La visibilità/gestione della supply chain è stata anche classificata dal 17% degli intervistati come avente il maggiore impatto sulle entrate ed è strettamente legata all’ottimizzazione dei prezzi. L’ottimizzazione dei prezzi rappresenta una maxi-sfida per il business dei rivenditori, in particolare nell’attuale contesto inflazionistico.
Su questo fronte, le funzioni di business intelligence e analitics possono essere eseguite nel cloud pubblico. I tempi di risposta richiesti per informazioni provenienti da funzioni come la domanda e l’ottimizzazione dei prezzi stanno diventando sempre più brevi man mano che la necessità di dati nella vendita al dettaglio si avvicina al tempo reale.
Efficienza operativa
I rivenditori hanno bisogno di avere una visione sempre più dettagliata della gestione delle operazioni. Il 24% di rivenditori classifica l’efficienza operativa come la categoria aziendale con il maggiore impatto sulle entrate.
L’interruzione della catena di approvvigionamento globale continua a presentare grandi sfide per i rivenditori, insieme agli alti costi energetici che aggravano i problemi. I rivenditori cercano di affrontare il problema dei costi energetici non solo perché costituiscono un onere finanziario, ma anche per raggiungere obiettivi di sostenibilità a lungo termine mentre cercano di trovare fonti energetiche alternative.
Emerge la necessità di tecnologie per il monitoraggio automatizzato dell’inventario e dashboard per avere maggiore visibilità delle operazioni online e offline e consentire la riduzione di costi e il risparmio di tempo.
L’elaborazione dei dati provenienti da sensori in-store (come termostati e illuminazione), veicoli di consegna e altre apparecchiature dovrebbe essere eseguita il più vicino possibile alla fonte per garantire tempi di risposta rapidi e non essere ostacolata da problemi di connettività di rete.
Strumenti per i servizi al cliente
Il 22% degli intervistati indicano che il servizio clienti ha grande impatto sulle entrate. Questo indica che i rivenditori potrebbero ritenere che soddisfare le esigenze dei clienti sia più vantaggioso che soddisfare le esigenze dei dipendenti. Tuttavia alcuni casi di cronaca (come la debacle della Southwest Airlines nel dicembre 2022), rivelano gli effetti dannosi del disinvestimento in sistemi IT che supportano i dipendenti, compresi i sistemi di pianificazione, l’onboarding e la gestione dei processi. Customer service, sistemi di feedback, connettività (fornire i dipendenti di smartphone), scheduling, process management tra i processi più rilevanti in questo ambito.
Integrazione online-offline
Gli intervistati individuano nell’integrazione delle app e nelle tecnologie “Bopis” (buy online, pick up in-store) un fattore di successo per le proprie entrate e puntano su una migliore integrazione online e offline. Inoltre, tecnologie come i terminali per l’infotainment, le tecnologie per la realtà virtuale e i chioschi contactless come i fattori chiave per una vendita al dettaglio più immersiva.
In particolare i chioschi di restituzione online e le opzioni di pagamento contactless nei negozi si sono classificati tra le prime tre tecnologie presenti nei punti vendita più popolari tra i consumatori statunitensi, con il 23% e il 29% degli intervistati, rispettivamente, che hanno riferito che vorrebbero vedere queste tecnologie nei negozi. D’altra parte, i servizi non legati alla tecnologia, come le riparazioni di scarpe/brilla e massaggi, si sono classificati in basso nella lista delle opzioni.