L'INTERVISTA

Revobyte, Sirabella: “Pmi più competitive e hi-tech grazie al cloud”

Il managing director: “Il settore prosegue nella crescita nonostante la crisi economica e lo scenario geopolitico. Siamo di fronte alla democratizzazione dell’accesso alla tecnologia, con l’innovazione che arriva alla portata di un pubblico ampio e diversificato, ovunque e con semplicità”

Pubblicato il 10 Mar 2023

Francesco Sirabella 2

“Il Cloud sta vivendo una crescita significativa, grazie all’adozione che si registra in aziende di tutte le dimensioni, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza, la scalabilità e la flessibilità delle loro operazioni. A questo è fondamentale aggiungere che il cloud sta anche contribuendo a democratizzare l’accesso alla tecnologia, rendendola disponibile a un pubblico più ampio e diversificato, incluse start-up e piccole e medie imprese”. Francesco Sirabella, managing director di Revobyte, system integrator specializzato a 360 gradi sull’information technology, sintetizza così in una intervista a CorCom la sua visione del cloud, sottolineando il fatto che con il passare del tempo questa tecnologia sta svelando una delle proprie caratteristiche principali: il fatto cioè di essere utile non soltanto alle grandi aziende e a chi ha cifre ingenti da investire nella digital transformation, ma anche per una platea molto più ampia di azienze, che in questo modo potranno usufruire del meglio della tecnologia senza dover affrontare investimenti fuori dalla propria portata.

Sirabella, che visione ha dello “scenario cloud”?

Credo che il mondo del cloud debba essere approcciato secondo due prospettive: da un punto di vista tecnologico e da uno più commerciale.  Oltre a valutare gli aspetti più “tecnici”, bisogna considerare che il cloud computing permette di ridurre i costi della tecnologia, in quanto l’aggregazione e la condivisione di risorse informatiche permette alle aziende di “fare economia” e di acquistare servizi su misura per le proprie esigenze. Senza dimenticare che il cloud sta anche aprendo la strada a una serie di nuove opportunità di business, come l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose e la realtà virtuale, che stanno rivoluzionando la vita quotidiana e il modo in cui le aziende si approcciano al futuro. In definitiva, la nostra visione è molto positiva: il Cloud incrementa il valore aziendale e abilita importanti nuovi modi di operare: continuerà a essere una delle tecnologie game-changing e continuerà a evolversi e a offrire nuove opportunità per le aziende e per le persone.

Quali sono i principali ostacoli per le Pmi?

Il cloud può spingere la produttività delle imprese, rendendole anche più agili, ma la sua adozione non è banale: per sfruttare al meglio gli investimenti servono attenzione e accuratezza. Tra i primi ostacoli da considerare ci sono quelli che riguardano la sicurezza dei dati: molte aziende hanno preoccupazioni su come i loro dati vengono trattati e archiviati, e alla protezione della privacy. Ma anche l’integrazione dei sistemi esistenti con il cloud può essere una sfida, poiché può richiedere una riscrittura di parte del codice o l’adozione di nuove tecnologie. Inoltre, c’è il tema dei costi: anche se il cloud può offrire una maggiore accessibilità e scalabilità, può anche comportare costi iniziali significativi per la configurazione e la gestione del sistema. Si tratta di ostacoli che possono essere superati se avverrà un cambiamento culturale: per questo c’è più che mai bisogno di una formazione adeguata nella prospettiva della trasformazione dei processi aziendali. Come ultimo aspetto, da non sottovalutare, citerei la dipendenza dalla connessione internet: per utilizzare il cloud, ovviamente, è necessaria una connessione internet affidabile, il che può rappresentare un problema per alcune aziende che operano in aree rurali o con connessioni limitate. Ma con una pianificazione adeguata e l’adozione di soluzioni sicure, affidabili e scalabili, molti di questi ostacoli possono essere superati con successo.

Dagli ostacoli passiamo alle opportunità…

Le parole d’ordine sono due: scalabilità e flessibilità. Il cloud, infatti, consente alle aziende di aumentare o ridurre rapidamente la quantità di risorse IT in base alle proprie esigenze, consentendo ai dipendenti di accedere ai sistemi e ai dati aziendali da qualsiasi luogo e dispositivo, con un aumento importante della produttività e della flessibilità lavorativa.

Altro elemento da considerare è la possibilità offerta dal cloud di ridurre i costi di hardware, software e manutenzione, poiché le risorse IT sono messe a disposizione da un fornitore esterno. Oltre a ciò, il cloud permette alle aziende di adottare rapidamente nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati, per migliorare efficienza e competitività. Infine, il cloud offre una soluzione affidabile per il recupero dei dati: parliamo essenzialmente di disaster recovery business continuity, con i dati e i sistemi archiviati in data center remoti altamente protetti.

Quali sono gli strumenti o le tecnologie più utili?

Sotto il “cappello” del cloud sono presenti numerosi strumenti e tecnologie, che possono adattarsi alle esigenze e alle caratteristiche dei clienti. Tra questi citerei l’infrastruttura come servizio (IaaS), che mette a disposizione tramite il cloud – ad esempio – server, storage e reti. Poi c’è il paradigma “platform as a service” (Paas), che mette a disposizione una piattaforma per lo sviluppo e la distribuzione di applicazioni, con l’obiettivo di semplificare la gestione delle risorse IT. A questo aggiungerei il Software come servizio (SaaS), che consente di evitare l’installazione e la gestione del software in-house. Infine i container, o le “Cloud Native Apps”: applicazioni pensate per essere eseguite in cloud, facilmente scalabili e che garantiscono una resilienza maggiore.

Tra le soluzioni SaaS sono di particolare interesse quelle riguardanti la security, che permettono a tutte le aziende di avere servizi avanzati di protezione e sicurezza, anche a fronte di una limitata capacità delle strutture IT interne. Ma si possono integrare in una offerta cloud anche tecnologie di Intelligenza Artificiale e analisi dei dati, per aiutare a migliorare la produttività e la competitività dell’azienda. Tutto questo può essere gestito attraverso una piattaforma di gestione del cloud, che consente di monitorare, gestire e ottimizzare le risorse IT, oltre a sistemi di monitoraggio e sicurezza, per garantire che le risorse nel cloud siano protette e che sia possibile identificare e risolvere eventuali problemi.

Affidarsi a un system integrator in questo campo è un valore aggiunto? Perché?

Un System Integrator specializzato in soluzioni cloud ha una vasta esperienza nell’integrazione di sistemi e nell’adozione di tali tecnologie, e rappresenta quindi il partner ideale per aiutare le aziende a trasformare la loro infrastruttura IT. Grazie ad una conoscenza approfondita delle soluzioni disponibili sul mercato e a partner di riferimento, può consigliare le soluzioni più adatte alle esigenze specifiche dell’azienda. Inoltre, può aiutare le imprese a implementare soluzioni cloud più rapidamente rispetto a una soluzione in-house. Da non trascurare è il supporto continuo che può offrire un system integrator, per la gestione e la manutenzione del sistema cloud una volta che è stato implementato. Tutto questo, senza la necessità di formare risorse interne o ingaggiare consulenti esterni, si traduce in un risparmio di tempo e costi.

Come si fa a garantire che i dati aziendali siano al sicuro?

Ricorrere al cloud per la realizzazione di nuovi servizi informatici, se da una parte consente alle aziende di ridurre i costi grazie al modello pay-per-use, dall’altra introduce nuovi rischi per la sicurezza dei dati. Per garantire che i dati di un cliente siano al sicuro nel cloud, è importante seguire alcune best practice e adottare misure di sicurezza appropriate: innanzitutto, è importante che il provider di cloud che si sceglie sia conforme alle normative sul trattamento dei dati, come ad esempio il Gdpr dell’Unione Europea. Inoltre, i dati devono essere crittografati durante la trasmissione e durante la memorizzazione nel cloud, in modo che siano protetti da eventuali tentativi di accesso non autorizzato, ed eventualmente protetti da un sistema di autenticazione a più fattori. A questo si unisce la necessità di sistemi di backup e disaster recovery per garantire che le informazioni siano sempre disponibili, integre e utilizzabili in caso di eventuali problemi tecnici o di sicurezza. È anche necessario gestire e controllare gli accessi ai dati, assegnando oculatamente le autorizzazioni. Infine, è opportuno monitorare costantemente le attività nel cloud e proteggere il sistema da eventuali minacce, come malware e attacchi Ddos

Qual è l’approccio di Revobyte verso la transizione al cloud?

E’ un approccio flessibile, che dipende dalle esigenze di ciascun cliente, in un’ottica di offerta “tailor made”. Il primo passo è una valutazione approfondita dei requisiti del cliente, compresi i suoi obiettivi aziendali, i processi e le infrastrutture esistenti. In base a questo assessment progettiamo una soluzione cloud personalizzata, a cui seguirà la fase di implementazione, comprese la migrazione dei dati e l’integrazione con le infrastrutture esistenti. Fatto questo il nostro impegno prosegue con un supporto continuo e la manutenzione, per garantire che la soluzione funzioni correttamente. Una cosa a cui teniamo molto è la nostra capacità di fornire anche la formazione al personale del cliente su come utilizzare al meglio le soluzioni in cloud e la consulenza per garantire che i nuovi strumenti siano sfruttati appieno. Negli ultimi mesi abbiamo realizzato per diversi clienti progetti digitali di cloud migration, dal datacenter on premise al cloud, proprio nell’ottica di rendere più agile l’infrastruttura e in grado di sostenere al meglio i percorsi di innovazione.

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