I mercati si interrogano sulle conseguenze del fallimento della banca statunitense Svb, e sulle possibili conseguenze anche al di fuori del contesto americano. Sul tema interviene anche il ministero dell’Economia e delle Finanze: in una nota sottolinea che il ministro Giancarlo Giorgetti “segue con attenzione gli sviluppi delle vicende legate alla Silicon Valley Bank e alle decisioni prese dalle autorità monetarie americane. Il sistema bancario italiano ed europeo è regolarmente monitorato dalle autorità di vigilanza e supervisione – conclude – assicurandone così la stabilità”.
A gettare acqua sul fuoco da fronte europeo è il Commisario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni: “Non credo che ci sia un reale rischio di contagio in Europa al momento – afferma arrivando alla riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles – Stiamo monitorando la situazione in contatto con la Bce. Prendiamo atto delle iniziative prese dalle autorità Usa per limitare il contagio e sottolineiamo anche che le banche europee applicano gli standard prudenziali di Basilea. Direttamente non c’è alcun contagio – conclude Gentiloni – La possibilità di un impatto indiretto è una cosa che dobbiamo monitorare, ma per il momento non vediamo un rischio significativo”.
Al tema ha dedicato un intervento anche Antonio Patuelli, presidente di Abi, l’associazione bancaria Italiana, che delinea i possibili scenari che scaturiranno da questo evento.
L’analisi di Antonio Patuelli
“Da oltre Oceano, vengono altre nuove crisi bancarie: la Silicon Valley Bank ha chiuso le attività. Si tratta di una importante banca della California, particolarmente orientata verso le startup, che è andata in profonda crisi subito dopo il fallimento di un’altra banca californiana, la Silvergate Bank, specializzata in cripto finanza”, scrive Patuelli.
“Le inchieste chiariranno le cause e le responsabilità di queste due bancarotte che paiono anche influenzate dalla crescita dei tassi d’interesse soprattutto negli Usa e dal conseguente aumento imprevisto degli oneri per le imprese indebitate. Già nella settimana prossima si vedrà se queste due gravi crisi bancarie Usa avranno qualche conseguenza anche in Europa, dove le Borse hanno subito evidenziato delle flessioni”.
La situazione in Europa
“Nell’Unione Europea, in particolare nell’Unione bancaria, la situazione appare assai più tranquilla, innanzitutto per la maggiore severità e prudenza delle Autorità di Vigilanza che anche molto di recente hanno sottolineato il consistente rafforzamento medio della solidità delle banche – spiega Patuelli – L’Unione Europea, la Bce e, in essa, l’autorevole Banca d’Italia, hanno fatto e fanno bene a stimolare il mondo bancario europeo a ogni lungimiranza e prudenza, perché occorre sempre prevenire i rischi e difendersi da essi anche con la generale consapevolezza delle banche, degli Organi di Vigilanza e delle Istituzioni europee e nazionali”.
Del caso Svb i vertici europei pdiscuteranno durante la riunione dell’eurogruppo in programma per il pomeriggio del 13 marzo, stando a quanto annunciato in un’intervista a Bloomberg News dal presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, seconod cui “l’esposizione dell’area euro alla Silicon Valley Bank Corporation è molto limitata”.
Intanto l’Autorità federale tedesca per la vigilanza finanziaria (Bafin) ha emesso un divieto di vendite e pagamenti nei confronti della filiale tedesca della Silicon Valley Bank. “Esiste un pericolo per l’adempimento degli obblighi nei confronti dei creditori”, spiega l’authority, chesecondo quanto riporta Der Spiegel ha anche ordinato la chiusura della filiale Svb ai clienti.
Commenti rassicuranti arrivano da Bruno Le Maire, ministro delle finanze del governo francese: “Vogliamo confermare che non vi è alcun rischio di effetti di spillover o rischio di contagio e non vi è alcun rischio specifico sul sistema bancario francese – dice arrivando alla riunione dell’Eurogruppo – Certo, stiamo osservando molto da vicino la situazione attuale, ma non vi è alcun rischio specifico per le banche francesi. Lo voglio dire chiaramente. Naturalmente stiamo monitorando attentamente la situazione. Il sistema bancario francese non è legato alla Silicon Valley Bank. Bisogna calmarsi e guardare alla realtà: il sistema bancario francese non è esposto alla Silicon Valley Bank, è costruito su una situazione totalmente differente”.
L’analisi coincide con quella della ministra dell’Economia della Spagna, Nadia Calvino: “Non mi risulta nessuna esposizione concreta alle banche attualmente coinvolte nel caso degli Stati Uniti – sottolinea – In questo contesto le banche spagnole si trovano a un livello rinforzato di supervisione e regolamentazione, con una prospettiva di crescita economica e di evoluzione dell’economia spagnola nel 2023. Sono sicura – Conclude Calvino, anche lei a Bruxelles per la riunione dell’Eurogruppo – che la situazione del sistema finanziario europeo verrà affrontata sia oggi che domani. Seguiremo molto da vicino i possibili sviluppi, facendo attenzione anche alla risposta da parte delle autorità americane che in questo primo momento hanno agito con rapidità ed efficacia”.
La reazione dei mercati finanziari
L’apertura dei mercati finanziari in Europa dopo il falimento di Fvb e Signature Bank, seguito dall’intervento delle autorità statunitensi per garantire i correntisti e non innescare un effetto a catena sta evidenziando come la tensione si stia facendo sentire anche per le banche europee: in mattinata i titoli delle principali banche quotate a Piazza Affari hanno risentito del momento di tensione, con Banca Mediolanum che è arrivata a registrare un -4,76%, insieme a Unicredit (-4,88%), Mediobanca (-5,14%), Intesa Sanpaolo (-5,52%), Finecobank (-5,98%), Banco Bpm (-6,52%) e Bper (-7,36%).
La situazione è simile anche sugli altri listini europei, con Bnp Paribas che registra un -3,83% a Parigi, seguita da Societé Generale (-3,76%) e Credit Agricole (- 3,28%). Sulla piazza di Francoforte spicca Deutsche Bank (-3,86%), e a Madrid i cali riguardano Bbva (-4,06%), Caixabank (-4,08%), Santander (-4,6%), Bankinter (-5,4%) e Banco Sabadell (-5,91%). Passando al Regno Unito, Lloyds cede il 3,23% per e Hsbc il 3,04%. Infine a Zurigo Credit Suisse cede il 7,65% e Ubs il 3,08%.
La ricostruzione della vicenda
La dichiarazione di fallimento della Silicon Valley Bank, decisa dalle autorità della California, risale a venerdì 10 marzo: in conseguenza di questa procedura l’agenzia federale statunitense Fdic (Federal Deposit Insurance Corporation) si è fatta carico della situazione finanziaria dell’istituto, costituendo un veicolo bancario dedicato, il “Deposit Insurance National Bank of Santa Clara” in cui sono confluiti tutti i depositi della banca. Da stamattina l’authority ha disposto la riapertura di tutti e 17 gli sportelli dell’istituto, situati in California e nello Stato del Massachusetts: in questo modo i depositanti assicurati potranno accedere ai loro depositi garantiti per legge fino ai 250mila dollari, mentre per la parte eccedente avranno un “dividendo anticipato” e un certificato di amministrazione controllata per l’ammontare residuo dei loro depositi non assicurati.
Da qui in avanti inoltre Fdic, agenzia federale specializzata nella risoluzione delle crisi bancarie, avrà il compito di vendere le attività dell’istituto per garantire che “futuri pagamenti di dividendi – precisa in una nota – potranno essere fatti ai depositanti non assicurati”.
Per dare un quadro delle dimensioni di Fvb, basti dire che alla fine dello scorso anno l’istituto contava su un totale attivo di 209 miliardi di dollari e su depositi per 175,4 miliardi, attestandosi in sedicesima posizione tra le banche statunitensi. Agli 8.500 dipendenti dell’istituto Fdic ha proposto di lavorare ancora 45 giorni con uno stipendio pari a una volta e mezzo quello attuale. Il fallimento di Svb è il primo quest’anno per una banca garantita dalla Fdic, lo scorso anno si era registrato il fallimento di Almena State Bank in Kansas.
Fallisce anche Signature Bank di New York
Soltanto poche ore dopo il fallimento di Svb si è registato, domenica 12 marzo, anche quello della Signature Bank di New York, chiusa dal Dipartimento dei servizi finanziari dello Stato di New York, che anche in questo caso, come da prassi, ha nominato la Fdic come curatore fallimentare.
A tutela dei correntisti, tutti i depositi e le attività di Signature Bank sono state trasferite a “Signature Bridge Bank”, istituto “ponte” controllato da Fdci per la una vendita a potenziali acquirenti. Signature Bank aveva 40 filiali in tutto il paese a New York, in California, Connecticut, North Carolina e Nevada, un totale attivo di 110,4 miliardi di dollari e depositi per 86,2 miliardi di dollari.
Biden rassicura i contribuenti
Rispetto alla soluzione prospettata da Fdic è arrivato anche il plauso del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden: “Sono lieto che sia stata trovata una soluzione rapida che tutela i lavoratori americani e le piccole imprese, e mantiene al sicuro il nostro sistema finanziario. Una soluzione che assicura inoltre che i soldi dei contribuenti non siano messi a rischio”, spiega in una nota l’inquilino della Casa Bianca.
“Sono fermamente impegnato a ritenere i responsabili di questo disastro pienamente responsabili e a continuare i nostri sforzi per rafforzare la supervisione e la regolamentazione delle banche più grandi, in modo da non trovarci di nuovo in questa situazione – prosegue Biden – Il popolo americano e le imprese americane possono avere fiducia che i loro depositi bancari saranno disponibili quando ne avranno bisogno”.
Le azioni del Governo Usa
“Oggi stiamo intraprendendo azioni decisive per proteggere l’economia statunitense rafforzando la fiducia del pubblico nel nostro sistema bancario – affermano in una nota conguta il Segretario al Tesoro Janet L. Yellen, il presidente del Consiglio della Federal Reserve Jerome H. Powell e il presidente della Fdic Martin J. Gruenberg – Questo passo garantirà che il sistema bancario statunitense continui a svolgere il suo ruolo vitale di protezione dei depositi e di accesso al credito per le famiglie e le imprese in modo da promuovere una crescita economica forte e sostenibile”.
L’obiettivo delle azioni decise dal segretario al Tesoro Janet Yellen è di garantire che “nessuna perdita associata alla risoluzione della Silicon Valley Bank sarà sostenuta dai contribuenti”.
Gli stessi principi varranno anche per i correntisti di Signature Bank: “Tutti i depositanti di questo istituto saranno risarciti. Come per la risoluzione della Silicon Valley Bank, nessuna perdita sarà sostenuta dai contribuenti”. “Il sistema bancario degli Stati Uniti è ancora resistente e poggia su solide fondamenta, in gran parte grazie alle riforme attuate dopo la crisi finanziaria, che hanno garantito una maggiore tutela del settore bancario. Queste riforme, combinate con le azioni di oggi, dimostrano il nostro impegno ad adottare le misure necessarie per garantire che i risparmi dei depositanti rimangano al sicuro”.
Uk, la filiale di Svb venduta ad Hsbc
Intanto la filiale della Silicon Valley Bank del Regno Unità ha già trovato un acquirente. Si tratta di Hsbc Holdings plc, uno dei più grandi gruppi bancari del mondo, oltre che primo istituto di credito europeo per capitalizzazione, con sede a Londra. Preoccupazione emerge dai commenti del cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt, che intervenendo su Sky News e parlando del fallimento di Svb ha detto che le imprese britanniche attive nei settori della tecnologia e delle scienze naturali sono a “serio rischio”: “La maggior parte delle persone non avrà mai sentito parlare della Silicon Valley Bank – ha sottolineato – ma capita che si occupi dei soldi di alcune delle nostre attività più promettenti ed entusiasmanti”