LE NUOVE REGOLE

Data Act, ok del Parlamento Ue. Breton: “Spinta alla competitività europea”

Via libera all’iniziativa legislativa su condivisione, condizioni di accesso, trasferimenti e interoperabilità nell’ambito del Mercato Unico digitale. Ora la palla passa al Trilogo

Pubblicato il 14 Mar 2023

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Un nuovo tassello prende il suo posto nella strategia europea per la digitalizzazione del mercato unico con l‘ok al Data act del Parlamento europeo. Gli eurodeputati, con 500 voti a favore, 23 contrari e 110 astenuti, hanno approvato la posizione negoziale sulla proposta di legge  della Commissione incentrata sulla condivisione, le condizioni di accesso, i trasferimenti e l’interoperabilità dei dati nell’Ue. Ora si attende il via libera anche dei co-legislatori del Consiglio dell’Ue per dare il via ai negoziati interisituzionali.
I dati sono chiave per la competitività dell’Ue sul mercato globale: questo il cuore della posizione dell’Europarlamento. Il Data act mira, sul mercato unico europeo, a garantire l’accesso equo ai dati generati dai dispositivi connessi a Internet, a riportare in equilibrio il potere negoziale delle piccole e medie imprese e a ottenere la condivisione tra enti pubblici e settore privato in situazioni di emergenza. È dunque la legge che, nelle intenzioni di Bruxelles, garantirà l’equità istituendo regole relative all’uso dei dati generati dai dispositivi Internet of things (IoT). 

Il Data act per competere e innovare

Nel suo intervento alla sessione plenaria del Parlamento europeo sul Data act, la relatrice Pilar del Castillo Vera (Ppe) ha affermato: “Abbiamo bisogno di strumenti forti per rafforzare la base industriale dell’Ue, i dati sono la chiave per la competitività sul mercato globale. I nostri concorrenti globali negli Stati Uniti stanno portando avanti politiche come l’Inflation reduction act (Ira), che favorisce settori tecnologici in questo ambito industriale…Il Data act rappresenta l’opportunità di competere e innovare”. La relatrice ha aggiunto: “Siamo determinati a difendere e potenziare l’autonomia strategica dell’Ue, dopo aver approvato norme fondamentali sui dati, come il Digital services act e il Digital markets act, o il Chips act“.
Il commissario europeo per l’Industria, Thierry Breton, parlando in plenaria al Parlamento europeo prima del voto, ha affermato che con il Data Act “abbiamo l’opportunità di aumentare considerevolmente il valore generato dai dati industriali per la nostra economia, la nostra competitività ma anche per la nostra società. E per cogliere questa opportunità l’Europa deve agire in fretta e con determinazione”.

Focus su Pmi, consumatori,  privacy

Breton ha sottolineato che siamo di fronte a una nuova ondata di dati industriali, che sarà molto più grande dell’ondata di dati personali, e ha evidenziato i pilastri della proposta di legge: “sbloccare l’economia dei dati industriali, garantire parità di accesso, chiarire i diritti di utilizzo tra aziende, tra imprese e consumatori, e tra imprese e settore pubblico”.
L’obiettivo dell’Ue è “raggiungere un’economia dei dati aperta e innovativa, ma alle nostre condizioni e in conformità con i nostri valori”, ha proseguito Breton, indicando la volontà di prestare “particolare attenzione ai diritti delle Pmi, dei consumatori, all’interesse pubblico e alla protezione dei dati europea, fondamentale per la sovranità digitale”.
Il commissario ha ricordato che la normativa Ue sui dati mira a istituire un equilibrio che rispetti pienamente la tutela dei dati sensibili dal punto di vista commerciale, “evitando comunque delle barriere pesanti e artificiose, che potrebbero impedire l’uso dei dati, soprattutto per le Pmi”. Il Data act, ha concluso Breton, rappresenta un “approccio equilibrato per fare in modo che più attori possano avere accesso all’economia dei dati, favorendo la produzione”.
La Commissione è pronta a iniziare il trilogo e sarà a favore di un’adozione nei tempi più brevi possibili.

Approfondimento: che cosa è il Data act

La proposta di regolamento sulle norme armonizzate sull’accesso equo ai dati e sull’uso dei dati, ovvero il Data act, è stata adottata dalla Commissione il 23 febbraio 2022. La legge è considerata un pilastro fondamentale della strategia europea per i dati. Darà un contributo importante all’obiettivo di trasformazione digitale del decennio digitale.

Le nuove misure integrano il regolamento sulla governance dei dati proposto nel novembre 2020. Mentre il regolamento sulla governance dei dati crea i processi e le strutture per facilitare i dati, la legge sui dati chiarisce chi può creare valore dai dati e a quali condizioni. Garantirà l’equità istituendo regole relative all’uso dei dati generati dai dispositivi Internet of things (IoT). 

Gli utenti di oggetti o dispositivi generalmente ritengono di avere tutti i diritti dei dati che generano. Tuttavia, questi diritti sono spesso poco chiari e i produttori non sempre progettano i loro prodotti in un modo che consenta agli utenti, sia professionisti che consumatori, di sfruttare appieno i dati digitali che creano quando utilizzano oggetti IoT. Ciò porta a una situazione in cui non esiste un’equa distribuzione della capacità di basarsi su questi dati digitali di grande importanza, frenando la digitalizzazione e la creazione di valore.

La legge sui dati mira anche a garantire la coerenza tra i diritti di accesso ai dati, che sono spesso sviluppati per situazioni specifiche e con norme e condizioni diverse. Sebbene la legge sui dati non pregiudichi gli obblighi di accesso ai dati esistenti, tutte le norme future dovrebbero essere coerenti con esso.

I pilastri della legge europea sui dati

La legge sui dati renderà disponibili maggiori dati a beneficio delle imprese, dei cittadini e delle pubbliche amministrazioni attraverso una serie di misure quali:

  • Misure per aumentare la certezza del diritto per le imprese e i consumatori che generano dati su chi può utilizzare tali dati e a quali condizioni, nonché incentivi per i produttori a continuare a investire nella generazione di dati di alta qualità. Queste misure renderanno più facile il trasferimento dei dati tra fornitori di servizi e incoraggeranno un maggior numero di attori, indipendentemente dalle loro dimensioni, a partecipare all’economia dei dati.
  • Misure volte a prevenire l’abuso di squilibri contrattuali che ostacolano un’equa condivisione dei dati. Le pmi saranno protette contro le clausole contrattuali abusive imposte da chi gode di una posizione di mercato significativamente più forte. La Commissione svilupperà inoltre clausole contrattuali tipo per aiutare tali partecipanti al mercato a redigere e negoziare contratti equi di condivisione dei dati.
  • Mezzi per gli enti pubblici per accedere e utilizzare i dati in possesso del settore privato necessari per specifici scopi di interesse pubblico.
  • Nuove norme che stabiliscono le giuste condizioni quadro per consentire ai clienti di passare efficacemente tra i diversi fornitori di servizi di elaborazione dati per sbloccare il mercato cloud dell’Ue. Essi contribuiranno inoltre a creare un quadro generale per un’efficace interoperabilità dei dati.

La legge sui dati esamina alcuni aspetti della direttiva sulle banche dati. In particolare, chiarisce il ruolo del diritto della banca dati sui generis (ossia il diritto di proteggere il contenuto di determinate banche dati) e la sua applicazione ai database derivanti da dati generati o ottenuti da dispositivi IoT. Ciò garantirà che l’equilibrio tra gli interessi dei titolari dei dati e degli utenti sia in linea con gli obiettivi più ampi della politica dell’Ue in materia di dati.

Il Data act sarà un potente motore per l’innovazione e nuovi posti di lavoro. Consentirà all’Ue di trovarsi in prima linea nella seconda ondata di innovazione basata sui dati. 

Per esempio, quando acquistiamo un prodotto connesso che genera dati, spesso non è chiaro chi può fare cosa con i dati. Consentendo agli utenti di trasferire più facilmente i propri dati, il Data act darà agli individui e alle imprese un maggiore controllo sui dati che generano attraverso l’uso di oggetti, macchine e dispositivi intelligenti, consentendo loro di godere dei vantaggi della digitalizzazione dei prodotti.

Inoltre, avendo accesso ai dati pertinenti, i fornitori di servizi aftermarket saranno in grado di migliorare e innovare i loro servizi e di competere su un piano di parità con i servizi comparabili offerti dai produttori. Gli utenti di prodotti connessi potrebbero optare per un fornitore di riparazione e manutenzione più economico — o mantenerlo e ripararlo autonomamente. Ciò potrebbe estendere la durata di vita dei prodotti connessi, contribuendo così agli obiettivi del Green deal.

La disponibilità di dati sul funzionamento delle attrezzature industriali consentirà l’ottimizzazione dei piani di fabbrica, mentre, nell’agricoltura di precisione, l’analisi IoT dei dati delle apparecchiature connesse può aiutare gli agricoltori ad analizzare dati in tempo reale al fine di ottimizzare e aumentare la resa.

Le imprese dell’Ue, in particolare le pmi, avranno maggiori possibilità di competere e innovare sulla base dei dati che generano grazie ai diritti di accesso e portabilità dei dati. Sarà più facile trasferire i dati da e verso i fornitori di servizi e ciò incoraggerà un maggior numero di attori, indipendentemente dalle loro dimensioni, a partecipare all’economia dei dati.

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