L’AVVISO

Cloud per Asl e ospedali, 200 milioni dal Pnrr: ecco come accedere

Le aziende potranno richiedere i fondi attraverso la piattaforma “PA Digitale 2026”. Il sottosegretario Alessio Butti: “Incentiviamo le strutture sanitarie a un cambio di passo nella gestione dei dati e degli applicativi, valorizzando le competenze dell’ecosistema digitale italiano”

Pubblicato il 15 Mar 2023

butti

È possibile da oggi per le Asl, aziende sanitarie locali, e per le aziende ospedaliere presentare la richieste per attingere ai fondi che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza stanzia per la migrazione al cloud dei dati e dei sistemi informativi. L’avviso del Dipartimento per la Trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri è infatti stato pubblicato sulla piattaforma “PA digitale 2026”, dedicato sia alla Misura 1.1 “Infrastrutture digitali” che alla Misura 1.2 “Abilitazione al cloud per le PA locali”. La dotazione finanziaria complessiva ammonta a 200 milioni di euro, suddivisa in parti uguali tra le due misure.

Digitale sinonimo di semplificazione

“Digitale deve diventare sinonimo di semplificazione, e per farlo occorre lavorare in maniera sinergica con tutti gli attori del territorio nazionale coinvolti nei processi di transizione digitale  – sottolinea Alessio Butti, sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione tecnologica – Grazie a questo nuovo avviso mettiamo a disposizione 200 milioni di euro per incentivare le strutture sanitarie a un cambio di passo nella gestione dei dati e degli applicativi in loro possesso, valorizzando le competenze dell’ecosistema digitale italiano, a partire dalle eccellenze regionali fino al Polo Strategico Nazionale”.

I destinatari delle misure

Partecipando all’avviso appena pubblicato, le strutture sanitarie potranno scegliere di migrare tutti i dati e servizi verso l’infrastruttura del Polo Strategico Nazionale, di migrare tutti i dati e servizi verso infrastrutture della PA adeguate e/o verso soluzioni cloud qualificate, o ancora di scegliere una soluzione mista, ad esempio migrare una parte di dati e servizi verso l’infrastruttura PSN e un’altra parte verso infrastrutture della PA.

Come accedere alle risorse

Per accedere alle risorse non è necessario presentare un progetto ad hoc: sarà sufficiente presentare il Piano di migrazione compilato a partire dal modello standard definito dal Dipartimento. Dopo essersi registrati su PA digitale 2026, Asl e aziende ospedaliere – spiega il dipartimento – possono seguire il percorso guidato che permette di configurare la propria candidatura, e richiedere così un voucher con importo economico predefinito.

I termini per le domande

Le amministrazioni interessate possono presentare la candidatura fino al 19 maggio 2023, salvo esaurimento delle risorse. Durante il periodo di apertura
dell’Avviso, sono previste due finestre temporali di finanziamento.

La Strategia Cloud Italia

La Strategia Cloud Italia, realizzata dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale e dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) – si legge in una nota – contiene gli indirizzi strategici per il percorso di migrazione verso il cloud di dati e servizi digitali della Pubblica Amministrazione. Si tratta di un percorso guidato per accompagnare circa il 75% delle PA italiane nella migrazione dei dati e degli applicativi informatici verso il cloud, in coerenza con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Il governo e la sovranità digitale

Partecipando a un incontro pubblico sulla “Rivoluzione del Cloud” il sottosegretario Butti ha sottolineato come la crescita del volume dei dati sia una delle caratteristiche principali della trasformazione digitale, : “Nel 2025 saremo a quota 175 Zettabyte, e se pensiamo che 1 Zettabyte può contenere 180 milioni di volte i documenti contenuti nella più grande biblioteca del mondo, quella del Congresso americano a Washington”, sottolinea Butti, affermando che si rende necessaria “una sovranità digitale”. “Oggi il 70% dei dati del Cloud è in mano a 4-6 aziende che non sono nemmeno europee – afferma – Ho qualche ottimismo in meno rispetto ad altre persone riguardo la segretezza dei nostri dati, e dobbiamo fare in modo che chi li tratta non li utilizzi in modo particolare. Invece di parlare di sovranità dei dati dovremmo parlare di sovranità digitale: va garantita e non dobbiamo essere indulgenti”. “Come Dipartimento stiamo intensificando il rapporto con l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Siamo impegnatissimi sulla questione del Polo Strategico Nazionale: è fondamentale per tutto il Paese. Dobbiamo porci la domanda su chi andrà a custodire questo Cloud e, rispetto al governo di chi ci ha preceduti, abbiamo pensato di coinvolgere anche il territorio – conclude Butti – Le società in house sul territorio hanno fatto cose eccezionali e stiamo cercando di fare emergere un disegno di collaborazione con il territorio e con le Pmi”.

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