Sindacati in campo contro contro il piano di tagli messo in atto da Italtel. L’azienda il 28 febbraio ha avviato una procedura di licenziamento collettiva per 123 unità a livello nazionale su un totale di 880.
Il piano di Italtel
La revisione degli organici, come spiega una nota di Italtel, è una delle misure previste dal nuovo piano industriale 2022-2026 presentato al Ministero dello sviluppo economico (oggi Mimit) e alle parti sociali ad agosto scorso. L’organico, infatti, non è “più in linea con il mutato scenario aziendale e di mercato”.
Anche per la permanenza delle difficoltà del settore telco, che in Italia continua ad essere il mercato prevalente di Italtel, e con lo scadere a fine marzo dell’ammortizzatore sociale in corso, “risulta necessaria l’apertura formale della procedura di razionalizzazione che interesserà 123 esuberi, dei 200 previsti nel piano industriale 2022-2026 – spiega Italtel – Con l’avvio della procedura, Italtel conferma la volontà di confronto aperto e responsabile con le parti sociali allo scopo di ricercare ogni possibile soluzione utile a coniugare le esigenze della sostenibilità aziendale con quelle delle persone interessate dalla procedura attivata”.
La reazione dei sindacati
Due giorni fa nella sede di Assolombarda, a Milano, il tavolo tra tra il coordinamento nazionale di Fim, Fiom, Uilm e Italtel: i sindacati hanno definito l’incontro “molto deludente”.
In campo anche le segreterie Fim, Fiom, Uilm di Palermo che, congiuntamente con le Rsu, hanno incontrato l’assessore al Lavoro del Comune e il sindaco di Carini.
“Ieri in audizione abbiamo manifestato la nostra contrarietà a un ulteriore piano industriale di tagli di personale. E chiediamo il ritiro della procedura di licenziamento collettivo, che colpirebbe anche il sito di Carini con il taglio di 19 posti di lavoro – dichiarano i segretari generali di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil Antonino Nobile, Francesco Foti e Vincenzo Comella – Tutto questo da noi è aggravato dall’annuncio della vendita dello storico stabilimento di Carini, senza che sia ancora ben chiaro in che tempi avverrà e dove sarà la nuova sede. Rischiamo di vedere andar via un altro pezzo di industria dal territorio. Industria fondata su un asset, quello delle telecomunicazioni e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che oggi dovrebbe essere in ascesa. Non si comprende perché con queste prospettive si debba lasciare un’area industriale tra l’altro ricadente nelle Zes, su cui invece si dovrebbe investire”.
Le segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm si appellano alla politica, a partire da quella regionale. “Abbiamo richiesto un incontro specifico con l’assessore alle Attività produttive – aggiungono Nobile, Foti e Comella – e attendiamo al più presto un riscontro, perché la vertenza Italtel rappresenta un pezzo importante dell’industria siciliana. Come organizzazioni sindacali ribadiamo a tutti i livelli che l’industria al Sud va difesa con ogni mezzo. La vertenza deve tornare al Mimit e ognuno deve fare la propria parte. Apprezziamo che la VI commissione consiliare di Palermo abbia colto tempestivamente la nostra richiesta e si stia facendo carico insieme a noi di dare il giusto peso alla problematica che abbiamo rappresentato”.
La cessione di Carini
Italtel ha sottoscritto con H Exchange, società immobiliare facente parte del gruppo Hightel Towers, un preliminare di vendita con il quale le società si sono impegnate a formalizzare la compravendita definitiva entro il 31 marzo 2023. Nei prossimi mesi, le attività di Italtel, finora concentrate industriale di Carini, verranno trasferite in una nuova sede collocata a Palermo e più consona alle attuali esigenze dell’azienda.
Intitolato a Marisa Bellisario, la prima donna manager italiana che è stata alla guida dell’azienda dal 1981 al 1988, il polo di Carini era stato progettato agli inizi degli anni ’70 con ampi capannoni industriali pensati per la produzione di grandi centrali telefoniche, apparati di rete, apparecchi telefonici.
Oggi però le attività di Italtel ruotano attorno alla progettazione di software applicata alla realizzazione di infrastrutture, servizi e soluzioni per la trasformazione digitale in ambiti quali il Cloud, la cybersecurity, l’IoT, l’Ubb e il 5G, il digital workplace, l’Analytics & Automation.
A Carini lavorano circa 170 persone, per la gran parte tecnici e ingegneri impegnati nei laboratori di ricerca e sviluppo su attività di progettazione software e sulla messa a punto di servizi innovativi di progettazione e ingegneria delle reti, di automazione e sicurezza informatica.
“Gli uffici della nuova sede di Palermo saranno progettati tenendo conto delle esigenze tipiche delle software house e prevederanno spazi funzionali pensati per il lavoro in team e collaborativo -spiega Italtel – Gli spazi complessivi saranno più ridotti tenuto conto il minore flusso quotidiano di persone dovuto al fatto che l’azienda offre la possibilità di usufruire di modalità di lavoro ibride. Nell’ambito del piano di modernizzazione delle sue sedi, a inizio 2022 Italtel ha trasferito l’headquarter e tutto il personale dello storico sito di Settimo Milanese nella nuova sede di Caldera Park, a Milano”.