Altri 9mila tagli in Amazon. Il ceo Andy Jassy ha annunciato che i licenziamenti partiranno nelle prossime settimane, spiegando in una comunicazione ai dipendenti che “la decisione è stata presa a fronte dell’incertezza che sta caratterizzando il contesto macroeconomico internazionale”.
Il piano di ristrutturazione
Il provvedimento arriva dopo un importante round di tagli al personale che ha avuto luogo tra novembre del 2022 e gennaio del 2023, e che ha interessato circa 18 mila dipendenti. “La società è attualmente concentrata sulla necessità di ottimizzare i costi, investendo allo stesso tempo nella soddisfazione dei clienti”, si legge ancora nella nota. Il provvedimento interesserà prevalentemente i lavoratori delle divisioni per il cloud computing, le risorse umane e la pubblicità.
Nella nota il ceo ha però spiegato che Amazon continuerà ad assumere in alcune aree strategiche. “Alcuni potrebbero chiedersi perché non abbiamo annunciato queste riduzioni di ruolo insieme a quelle annunciate un paio di mesi fa – ha puntualizzato – La risposta breve è che non tutti i team hanno completato le loro analisi alla fine dell’autunno e, piuttosto che affrettare queste valutazioni senza la dovuta diligenza, abbiamo scelto di condividere queste decisioni man mano che le prendevamo, in modo che le persone avessero le informazioni il prima possibile”.
A gennaio Jassy aveva già fatto sapere che il colosso di Seattle avrebbe visto al rialzo i licenziamenti inizialmente preventivati.
“Revisionare la nostra pianificazione annuale è stato più difficile quest’anno – argomentava Jassy – data l’incertezza economica e il fatto che abbiamo assunto molto negli ultimi anni”. Nel testo Jassy rivendica il fatto che il colosso dell’e-commerce abbia saputo finora resistere e reagire nei momenti economici difficili, e sottolineavahe la ristrutturazione annunciata permetterà al gruppo di continuare il proprio percorso “più a lungo e in modo più concreto”.
Nuovi tagli anche in Meta
Secondo round di licenziamenti anche per Meta. Nei giorni scorsi la holding ha fatto sapere di prevedere di tagliare altri 10mila posti di lavoro nei prossimi due mesi e di chiudere circa 5mila ruoli aperti per persone che non sono ancora state assunte. L’annnuncio del ceo Mark Zuckerberg in una lettera inviata ai dipendenti, nell’ambito del suo piano del “Year of Efficiency”.
“Nei prossimi due mesi – si legge nella missiva – verranno annunciati piani di ristrutturazione incentrati sull snellimento delle nostre organizzazioni, sulla cancellazione dei progetti a bassa priorità e sulla riduzione dei tassi di assunzione. Con la riduzione delle assunzioni, ho preso la difficile decisione di ridurre ulteriormente le dimensioni del nostro team di reclutamento. Domani comunicheremo ai membri del team di reclutamento le eventuali conseguenze. Prevediamo di annunciare ristrutturazioni e licenziamenti nei nostri gruppi tecnologici a fine aprile e poi nei gruppi aziendali a fine maggio. In un numero limitato di casi, per completare questi cambiamenti potrebbe essere necessario attendere la fine dell’anno. Anche le tempistiche per i team internazionali saranno diverse e i responsabili locali seguiranno con maggiori dettagli”.
Le Big tech licenziano, l’analisi di Gartner
Oltre a Meta anche Big tech come Google e Twitter hanno annunciato licenziamenti da migliaia di posti di lavoro. Nonostante la disponibilità di talenti sul mercato però, secondo Gartner, il gap fra offerta e domanda resterà elevato almeno fino al 2026.
“La crisi dei talenti tecnologici è tutt’altro che finita. L’attuale domanda di talenti tecnologici supera di gran lunga l’offerta, cosa che secondo Gartner avverrà almeno fino al 2026, sulla base delle previsioni di spesa nel settore IT – spiega Mbula Schoen, Senior Director Analyst di Gartner – L’attuale ondata di licenziamenti nel settore tecnologico sta interessando più le funzioni aziendali che i ruoli tecnologici, e sono sempre più in aumento le opportunità di lavoro nel settore IT al di fuori delle aziende tecnologiche tradizionali. I licenziamenti sono stati determinati dalla necessità di ottimizzare i prezzi delle azioni e ridurre le spese. È importante che i leader aziendali comprendano lo stato del mercato, anche perché la crisi dei talenti tecnologici continuerà anche dopo che le attuali turbolenze si saranno attenuate. I tech leader responsabili della mobilitazione della crescita attraverso la digitalizzazione devono guardare oltre gli annunci dei licenziamenti”.
I Cio stanno perdendo dipendenti di valore più velocemente di quanto riescano ad assumerli, e la disponibilità di talenti rimane scarsa in alcune aree chiave come la data science, l’ingegneria del software e la cybersecurity. Per cogliere le opportunità di crescita del digitale, i Cio devono riconoscere la continua contrazione dei talenti e acquisire in modo strategico i migliori, anziché temporeggiare.
“I Cio devono applicare con maggiore determinazione pratiche comprovate che li aiutino ad attrarre efficacemente i migliori talenti e a coprire rapidamente le posizioni aperte”, puntualizza l’analista. I Cio devono dunque essere più propensi ad attrarre i migliori talenti attingendo a un ampio bacino di candidati (attualmente impegnati e che non sono in cerca di lavoro) attraverso programmi di segnalazione dei dipendenti. Possono anche rivolgersi ai lavoratori licenziati in categorie tecnologiche adiacenti e formarli per acquisire le competenze informatiche necessarie. Molti piani di assunzione in ambito IT sono progettati per rivolgersi a persone che sono attivamente in cerca di lavoro piuttosto che a quelle che non lo sono, lasciando un’opportunità non sfruttata per aumentare la qualità e la quantità dei candidati.