SCORPORO

La Cdp rilancia sulla rete Telecom

L’ad Giovanni Gorno Tempini conferma che l’infrastruttura fa parte dei settori a cui il fondo strategico guarda con interesse. Secondo S&P Capital IQ Research la rete Telecom vale 12 miliardi

Pubblicato il 18 Apr 2013

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La Cassa Depositi e Prestiti guarda con attenzione ai piani futuri di Telecom Italia in merito allo scorporo della Rete. “La rete di telecomunicazione è un’infrastruttura importante del paese quindi fa parte dei settori strategici a cui il fondo strategico guarda”. Lo ha detto oggi l’amministratore delegato della Cassa depositi e prestiti, Giovanni Gorno Tempini, precisando che questo interesse “è la ragione per cui il fondo strategico ha già effettuato l’investimento nel settore attraverso Metroweb. Credo che sia pacifico pensare che avere un’infrastruttura di tlc all’avanguardia sia un fattore competitivo importante”.
“Abbiamo Metroweb nella quale abbiamo investito e sulla quale continuiamo a puntare – dice Gorno Tempini – Seguiamo e guardiamo quelli che saranno i piani futuri di Telecom è evidente che non siamo indifferenti a questo tema”.

Secondo le stime di Alexander Wisch, Equity Analyst di S&P Capital IQ Research, contattato da Mf-Dowjones il valore della rete è di “12 miliardi di euro per tutto il 100% controllato da Telecom“. In caso di spin-off, comunque, il valore che l’azienda riuscirà a spuntare sarà strettamente collegato al tipo di soggetto che potrebbe essere interessato ad entrare nella rete stessa (anche i fondi di private equity rientrano nei profili dei potenziali acquirenti secondo l’esperto). A detta dell’analista, comunque, l’elemento principale “e’ che la compagnia riesca ad ottenere da qualcuno del cash per il processo di de-risking e di riduzione del debito”.

Nonostante le proteste del Movimento 5 Stelle, che avevano chiesto un rinvio, ieric’è stato il rinnovo degli organi e del cda della Cassa Deppositi e Prestiti (Cdp). L’Assemblea degli azionisti ha nominato i nuovi membri del Consiglio di amministrazione per tre esercizi. Franco Bassanini (nella foto) è stato confermato presidente del cda (designato dalle Fondazioni azioniste con il 18,4%). Il consiglio di amministrazione ha riconfermato Giovanni Gorno Tempini amministratore delegato. Non figura più come consigliere Ettore Gotti Tedeschi.

Diversi cambiamenti si sono registrati nel cda che resterà in carica per il prossimo triennio. Il consiglio, oltre che da Bassanini e Gorno Tempini, è composto ora da da cinque rappresentanti del ministero dell’Economia che controlla l’80% di Cdp, scelti fra i suoi tecnici, e due consiglieri scleti dalle fondazioni. Si tratta in particolare di Barbara Cannata, direttore del debito pubblico, Olga Cuccurullo, Francesco Parlato, Antimo Prosperi, Alessandro Rivera. Le Fondazioni saranno invece rappresentate da Marco Giovannini e Mario Nuzzo.

Il collegio sindacale sarà infine presieduto da Angelo Provasoli, Ines Russo e Giuseppe Vincenzo Suppa nominati dal Tesoro e Gerhard Brandstatter e Pierluigi Dolcini designati dalle fondazioni.

L’assemblea ha anche approvato il Bilancio 2012, che si è chiuso con un utile in crescita del 77%, a 2.853 milioni di euro.

Ora si attende il rinnovo degli organi della controllata Sace.

Intanto, Il presidente Acri (associazione che riunisce le fondazioni bancarie e le casse di risparmio) Giuseppe Guzzetti è “contento che Cdp abbia confermato i propri vertici’. Ne ha parlato a margine di una conferenza stampa a Bologna: ‘Sono molto soddisfatto che le fondazioni abbiano convertito secondo gli impegni, eccetto le due fondazioni che hanno ritenuto di non dover corvertire”. Guzzetti è anche soddisfatto “che ieri finalmente si sia fatto il cda e che possa operare”.

Con chi gli ha chiesto delle proposte arrivate da Telecom, ha glissato: “Non spetta mica a me, queste cose non stanno nelle mie competenze. Io mi fido dei manager, siccome ho una grande fiducia sia nel presidente Bassanini che nel dottor Gorno Tempini e sono molto lieto che l’assemblea abbia provveduto a nominare il cda, sono tranquillo che faranno cose sagge nell’interesse del paese e difendendo i numeri e i conti di Cdp”.

In generale, ha aggiunto, “posso dire che le reti non vanno messe in mano agli stranieri”. Ma parlare “di un progetto industriale, di una società o non di una societa”, del cinese piuttosto che del salvadoregno, non spetta a me. Io ho solo bisogno che Cassa vada avanti a fare bene come ha fatto in questi anni”.

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