I fondi di coesione Ue hanno svolto un ruolo chiave in Italia per la diffusione della banda larga, l’occupazione e le infrastrutture educative. E’ quanto emerge dal Rapporto strategico 2013 della Commissione europea sull’utilizzo dei finanziamenti europei, che conferma, però, anche come continui a restare basso il tasso di assorbimento dei fondi europei in Italia. L’Italia, alla fine del 2011, aveva selezionato una quantità di progetti corrispondente a meno del 60% dei fondi assegnati per il periodo di programmazione corrente (2007-2013), e speso solo il 35% dei finanziamenti, a fronte di una media Ue superiore rispettivamente al 70% e al 40%.
“L’Italia deve migliorare ancora e ridurre il peso amministrativo, ma è positiva la strategia più coerente messa in piedi per l’utilizzo e la gestione dei fondi Ue – ha spiegato la portavoce Shirin Wheeler – La Commissione ha accolto con favore alcune iniziative delle autorità italiane,”. In particolare la Ue fa riferimento al “Piano d’azione per la coesione” da 12 miliardi di euro messo in piedi in stretta collaborazione con Bruxelles e lanciato a fine 2011 con l’obiettivo di concentrare le risorse su alcuni settori strategici tra cui spica l’agenda digitale.
“In questo modo – ha aggiunto Wheeler– pensiamo che sia già stata aumentata la spesa sul campo al contempo diminuendo il cofinanziamento nazionale”.
Altro punto nuovo forte a favore dell’Italia la creazione del portale Open Coesione: secondo Bruxelles si tratta una ‘iniziativa positiva per più trasparenza e responsabilità e che va proprio nella direzione in cui ha deciso di muoversi Bruxelles per la prossima stagione di programmazione dei fondi 2014-2020. “Quel che proponiamo per il futuro – spiegano dalla Commissione – è proprio più trasparenza, non solo nell’allocazione delle risorse ma anche nei risultati raggiunti e Open Coesione è in questo senso un buon esempio”.