Paola Bruno è stata proposta per l’integrazione del cda di Tim da Sgr e investitori istituzionali. “Il coordinatore del Comitato dei gestori, Emilio Franco, comunica che in data odierna Amundi Asset Management Sgr, Anima Sgr, Bancoposta Fondi Sgr, Etica Sgr, Eurizon Capital SA, Fideuram Asset Management (Ireland), Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking Asset Management Sgr, Interfund Sicav, Kairos Partners Sgr e Mediolanum Gestione Fondi Sgr hanno proposto un nominativo per l’integrazione del consiglio di amministrazione di Tim prevista nella prossima assemblea ordinaria dei soci”, comunica il comitato gestori.
La lista è stata composta con il supporto di Heidrick & Struggles International, advisor esterno e indipendente. I gestori che hanno presentato la candidatura sono titolari di oltre l’1,1% delle azioni ordinarie della società – riporta la nota –Il nominativo proposto per l’integrazione del consiglio di amministrazione è Paola Bruno.
Il bond
Intanto Tim riapre il cantiere del debito Tim ha concluso con successo la riapertura del prestito obbligazionario, emesso lo scorso 27 gennaio (cedola 6,875%, scadenza 15 febbraio 2028), per un importo pari a 400 milioni di euro (‘Tap Issue’). I titoli sono stati collocati a un prezzo di emissione pari a 100,75%, che implica un rendimento pari al 6,69%, consentendo un ulteriore miglioramento dei termini dell’emissione originaria.
I proventi della nuova emissione, così come per il bond di gennaio, sono destinati a finanziare le prossime scadenze del debito.
I titoli, che hanno un taglio unitario minimo di 100.000 euro, prezzo di rimborso pari a 100% e scadenza il 15 febbraio 2028, pagano una cedola lorda annua pari al 6,875%.
Il regolamento dell’emissione obbligazionaria contiene a carico dell’emittente alcuni impegni tipici per operazioni con queste caratteristiche, tra i quali, la limitazione a concedere garanzie sui propri beni ovvero ad effettuare operazioni societarie straordinarie, se non nel rispetto di taluni parametri.
La data di regolamento è stata fissata per il giorno 12 aprile 2023. Da tale data, i titoli saranno quotati presso il mercato Euro Mtf della Borsa di Lussemburgo. È previsto che le agenzie di rating Moody’s, S&P e Fitch confermino il rating assegnato al bond di gennaio, rispettivamente pari a B1, B+ e BB-.
L’operazione è stata curata da Goldman Sachs in qualità di Global Coordinator.
Dossier rete unica, si va avanti
Intanto l’Ad di Tim, Pietro Labriola, annuncia che si sta proseguendo il lavoro sul dossier rete. “Stiamo lavorando al dossier, tuteleremo Vivendi e tutti gli altri azionisti”, ha precisato Labriola.
Cresce l’attesa sulle offerte di Cdd-Macquarie e Kkr
Intanto cresce l’attesa per le offerte sulla rete. Il cda di Tim ha fissato al 18 aprile il termine per consentire alle due cordate Kkr e Cdp-Macquarie di sottoporre nuove proposte rispetto alle offerte – rispettivamente da 20 miliardi e 18 miliardi – non considerate in linea con il valore degli asset.
Stando a indiscrezioni Cdp e Macquarie si preparerebbero a offrire ulteriori 2 miliardi rispetto alla precedente offerta.
Kkr, secondo quanto riporta oggi Il Messaggero, sembra più avanti e ha inviato alle grandi banche italiane ed estere una comfort letter con la richiesta di un finanziamento in due tranche per complessivi 10,5 miliardi che andrà ad integrare la componente equity, portando a una proposta di circa 22 miliardi, senza considerare eventuali valorizzazioni esterne legate ai voucher, allo swich del rame in fibra, e all’aumento delle tariffe wholesale pari a circa 2 miliardi, somma però che non finisce nelle casse di Tim.
L’adesione degli istituti è attesa per il 12 aprile.
Vivendi: sul dossier rete assemblea straordinaria
Vivendi ha inviato una lettera al cda di Tim per evidenziare che sul futuro della rete sarà necessario il voto dell’assemblea dei soci riunita in assemblea straordinaria. È quanto emerge da indiscrezioni stampa. Vivendi valuterà per la rete di Tim solo offerte congrue al reale valore dell’asset, stimato dal primo azionista della compagnia telefonica tra i 25 e i 31 miliardi di euro. Il gruppo francese rimarca la proficua interlocuzione con il governo sul dossier
L’azionista francese Vivendi a giugno dello scorso anno ha stimato il valore dell’operazione in oltre 30 miliardi. Una cifra che difficilmente riuscirà a incassare.
Le tariffe sul rame hanno rialzato il valore?
E c’è anche la questione dell’impatto delle tariffe in rame. Agcom ha deciso che le tariffe wholesale per l’accesso alla rete in rame saliranno nel 2023 mentre resteranno invariate per l’anno 2022. E gli aumenti previsti saranno più contenuti rispetto a quanto preventivato in consultazione.
Il rialzo delle tariffe di accesso al rame fa balzare di fatto il valore dell’asset di Tim con un inevitabile impatto sul dossier rete nazionale: Vivendi a questo punto potrebbe rincarare la dose delle proprie richieste per la cessione dell’asset.