Vodafone Spagna nel mirino del private equity: secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg la telco è oggetto di interesse di potenziali acquirenti e l’accordo eventuale di cessione avrebbe un valore di oltre 4 miliardi di dollari. Le fonti di Bloomberg hanno dichiarato che il gruppo Vodafone prenderebbe in considerazione una vendita, ma solo al giusto prezzo e comunque al momento non è stato avviata alcuna trattativa formale.
Consolidamento sul mercato telco?
La notizia arriva il giorno dopo che la Commissione europea ha aperto un’indagine approfondita su un’altra importante fusione proposta nel mercato spagnolo, ovvero l’unione tra Orange e Masmovil.
La spinta al consolidamento nelle tlc va comunque avanti: la stessa Vodafone nel 2019 è stata oggetto di rumors (smentiti dalla stessa telco britannica) riguardanti un possibile accordo con Masmovil, che avrebbe considerato di acquisire la divisione Vodafone Spain per 6 miliardi di euro. Bloomberg ora scrive che l’ex Ceo di Vodafone Group, Nick Read, era ancora interessato a una fusione con Masmovil nel 2022, ma che poi Orange è stata preferita.
La crisi di Vodafone Spagna
Vodafone Spagna, guidata dalla ceo ad interim Margherita Della Valle, è in piena riorganizzazione. È stata in qualche modo relegata a un ruolo minore, nonostante rappresenti un grande mercato, dopo essere stata inserita tra le filiali più piccole insieme alla Repubblica d’Irlanda e alla Grecia.
La unit spagnola è stata anche soggetta a diversi tagli del personale. Infine, a marzo, il ceo Colman Deegan ha lasciato la guida della società.
Le difficoltà in Italia
A livello di gruppo Vodafone è sotto pressione da parte degli investitori per semplificare la sua attività liberandosi delle unità più piccole. In Italia l’azienda ha comunicato nei giorni scorsi il dettaglio del piano di esuberi che prevede l’uscita di mille persone.
“Alla luce della strutturale trasformazione del mercato e del continuo calo dei prezzi, guidato da una straordinaria pressione competitiva, Vodafone conferma la necessità di avviare una profonda trasformazione del suo modello operativo per continuare ad investire e a competere in modo sostenibile”, ha fatto sapere l’azienda a seguito dell’incontro con i sindacati.
Le manovre nell’assetto azionario
Anche l’assetto azionario del gruppo Vodafone sta vivendo una fase turbolenta. Attualmente gli americani di Liberty Global sono al 5% del capitale, Xavier Niel (Iliad) è al 2,5%, e& è salita al 13%: in pochissime settimane l’azionariato in Vodafone si è letteralmente rivoluzionato e gli investitori sono tutti diretti competitor della telco britannica.
Un’anomalia che ha già scatenato il dibattito sul destino della società: l’obiettivo delle mosse sarebbe quello di influenzare le decisioni in materia di cessione di asset e consolidamento. Expansion ha pubblicato una lunga analisi sui possibili scenari. Tanto per cominciare Liberty e Iliad sono concorrenti di Vodafone rispettivamente nei mercati britannico e italiano: Liberty ha il 50% (il restante è in capo a Telefonica) del capitale di Virgin Media O2. L’azienda ha annunciato che non intende reclamare posti nel consiglio di amministrazione e che non sta considerando alcune offerta per rilevare Vodafone.
La Cma, l’Autorità britannica antitrust, non consentirebbe comunque l’ingresso di Liberty nel cda di Vodafone considerato che controlla la metà del consiglio di Virgin Media O2, secondo operatore britannico e diretto competitor di Vodafone. Dunque la posizione di Liberty in Vodafone – considerano in molti – non può che essere speculativa, considerando che la società di prepara a un riassetto in chiave di consolidamento, come aveva annunciato Nick Read in particolare per i mercati italiano, spagnolo, britannico e portoghese.
Il riassetto potrebbe consentire alla telco di recuperare valore e redditività. In Portogallo Vodafone ha annunciato l’acquisizione della rivale Nowo dall’operatore spagnolo Masmovil e nel Regno Unito sarebbero in corso trattative con Hutchison anche se al momento la situazione è in stallo.