“Ci siamo confrontati a lungo con Meta sulle rispettive posizioni, ma allo stato attuale siamo ancora lontani dalle precise indicazioni formulate dall’Agcom. Continuiamo comunque a lavorare nell’auspicio di pervenire ad una soluzione condivisa”. A parlare è la Siae, palesemente insoddisfatta del primo incontro, durato oltre tre ore, che si è tenuto ieri al Ministero della Cultura e che ha posto le basi per riprendere la trattativa tra Meta e Siae sul compenso da attribuire agli autori per i contenuti musicali che passano sulle piattaforme social del gruppo.
L’impasse della trattativa
In particolare, sulla cosiddetta “disclosure” dei dati, auspicata anche dell’Antitrust, Meta non sembra disposta a fare passi in avanti. “Siamo ancora molto distanti: nulla di quello richiesto dell’Antitrust è stato accolto da Meta. Questo è lo stato ad ora della trattativa “, ha commentato il presidente Siae Salvatore Nastasi, che si trova sostanzialmente in linea con quanto dichiarato dalla stessa Meta: “Abbiamo avuto un lungo confronto con Siae e ci sono ancora importanti punti irrisolti. Continueremo a lavorare per trovare un accordo che soddisfi tutte le parti”.
Mentre parla di un “importante primo passo” la sottosegretaria al Mic Lucia Borgonzoni, che ieri pomeriggio ha ospitato i vertici di Meta e Siae per il loro incontro al Dicastero di via del Collegio Romano. “Ma trattativa è ancora lunga e le posizioni distanti”, ha preso atto Borgonzoni.
Più duro il commento del sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi prima di partecipare all’incontro al Ministero: “Trovo veramente assurdo che queste piattaforme, che hanno un’incredibile potenza economica, abbiano degli atteggiamenti di non rispetto nei confronti di chi i contenuti li crea”. Il sottosegretario si è detto “allibito ” dalla cifra proposta da Meta al primo tavolo di trattativa e l’ha giudicata “veramente umiliante per i creatori”. Mazzi ha poi promesso: “In forza del mio ruolo specifico di Sottosegretario alla Cultura con delega alla Musica, vigilerò con attenzione sull’andamento della trattativa tra Siae e Meta. Abbiamo già avuto modo di ribadirlo, tutelare la creatività degli artisti italiani al cospetto delle potenti piattaforme digitali internazionali significa per noi tutelare un’espressione fondamentale della nostra cultura. Anche noi, seguendo l’esempio dell’Antitrust, non abbasseremo la guardia”.
Il contributo della politica al confronto
A contribuire alla riapertura del dialogo oltre all’interventi di due Autorità, il garante per la Concorrenza e quello delle Comunicazioni, c’è stato infatti anche l’interessamento della politica. “Il Parlamento non fa più il passa-carte come è stato negli ultimi cinque anni, con i governi di unità nazionale, ma diventa di fatto un organo propulsivo e rivendichiamo il merito di questo riavvicinamento”, ha commentato il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone che pur non volendo entrare “nel merito di una trattativa che è di libero mercato”, ha auspicato che “Meta trovi un accordo come lo ha trovato Google e che i nostri artisti vengano rispettati”.
Mercoledì, alla vigilia del tavolo convocato dal governo per far riaprire la trattativa, l’Antitrust aveva annunciato l’apertura di un’istruttoria nei confronti della società di Mark Zuckerberg per accertare, in sostanza, che non abbia approfittato del potere della sua forza contrattuale nella trattativa con la società di collecting. Meta si è subito detta pronta a collaborare per rispondere alle richieste dell’Autorità e soprattutto a “raggiungere un accordo con Siae che soddisfi tutte le parti”. Ma è soprattutto la Siae che ha considerato una prima vittoria l’intervento del Garante della Concorrenza che ha “valutato quale indebita l’interruzione della trattativa da parte di Meta”, aveva commentato il presidente Salvatore Nastasi.