È Anne Keast-Butler la prima donna a capo della Gchq – Government Communications Headquarters -, l’agenzia di controspionaggio informatico britannica nata 104 anni fa e omologa della Nsa americana. Lo annuncia in un comunicato il ministro degli Esteri James Cleverly secondo cui “è la candidata ideale” per guidare l’agenzia e “utilizzerà la sua vasta esperienza per aiutare a proteggere la popolazione britannica”. Assumerà l’incarico a maggio raccogliendo il testimone da Sir Jeremy Fleming.
Chi è Anne Keast-Butler
Cleverly ha sottolineato che Keast-Butler “ha accumulato un’esperienza notevole lavorando negli snodi chiave della rete di sicurezza nazionale del Regno Unito” e ha contribuito “a contrastare le minacce poste da terroristi, criminali informatici e potenze straniere ostili”.
Keast-Butler è l’attuale numero 2 dell’MI5, il servizio segreto interno britannico, e assumerà il nuovo incarico il mese prossimo sostituendo Sir Jeremy Fleming che a gennaio aveva annunciato la sua decisione di dimettersi dopo sei anni alla guida della Gchq. 30 anni di esperienza nel campo della sicurezza nazionale, ha anche trascorso parte dell’ultimo decennio lavorando per il governo e contribuendo a lanciare il programma nazionale di sicurezza informatica che copre la protezione dei servizi critici del Regno Unito dagli attacchi informatici e gestisce i principali incidenti.
Dall’antiterrorismo al codebreaking
“Sono lieta di essere nominata alla guida di Gchq – ha dichiarato Keast-Butler -. La missione dell’agenzia di proteggere il Regno Unito è stimolante oggi come lo era quando è stata fondata più di 100 anni fa. Solo nell’ultimo anno il Gchq ha contribuito con informazioni vitali a plasmare la risposta dell’Occidente all’invasione russa dell’Ucraina. Inoltre ha contribuito a smascherare complotti terroristici. Inoltre ha lavorato instancabilmente per affrontare la continua minaccia del ransomware, il cui impatto costa caro al Regno Unito”.
La sua nomina di Keast-Butler è stata descritta come “un momento importante per la rappresentanza femminile – dice Anna Brailsford, Ceo di Code First Girls, organizzazione per la formazione che ha collaborato con Gchq per aumentare il numero di programmatrici all’interno dell’agenzia -. Le donne che non hanno mai preso in considerazione una carriera nel codebreaking, nell’intelligence e nella tecnologia ora potranno ripensarci”.