L'INTERVENTO

Cybersecurity, Frattasi: “In Italia troppi attacchi sommersi”

Il direttore dell’Agenzia nazionale: “Molti non denunciano per paura di perdere reputazione e credibilità. Necessario creare un ecosistema per rafforzare la protezione di aziende e pubbliche amministrazioni. La cooperazione è fondamentale”

Pubblicato il 18 Apr 2023

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Tra gli attacchi informatici contro imprese e Pa in Italia c’è una rilevante parte sommersa: alcuni incidenti cyber non sono denunciati, altri restano addirittura invisibili. Lo ha dichiarato Bruno Frattasi, direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), intervenuto a Roma in apertura della cerimonia di premiazione dei vincitori di Cyber X Mind4Future, il programma di formazione evoluta ed esperienziale sui temi della sicurezza cibernetica ideato da Leonardo e il centro di competenze Cyber4.0. 

Presto la relazione al Copasir

“Ogni giorno abbiamo contezza dei dati sugli attacchi cyber che riguardano imprese e amministrazioni in Italia, ma c’è una parte di questi attacchi che non conosciamo”, ha chiarito Frattasi.

Nel conteggio mancano, infatti, gli attacchi non denunciati per la riluttanza di alcune imprese nel dire di essere vittima degli incidenti cyber nel timore di perdere credibilità e danneggiare la reputazione. Esistono anche attacchi parzialmente invisibili, ovvero individuabili solo con molto ritardo.

Il dg dell’Acn ha comunque anticipato che è pronto a portare al Copasir la relazione di tutti gli attacchi conosciuti, in vista della tradizionale audizione di inizio mandato.

La cybersicurezza riguarda tutti

Frattasi ha ricordato, inoltre, l’attacco che ha colpito il Servizio sanitario del Lazio e i più recenti problemi ad alcuni operatori della mobilità pubblica, come Atm e Atac, sottolineando la pericolosità che eventuali dati sensibili come quelli sanitari possano essere ‘esfiltrati’ e diffusi.

Cybersicurezza non vuol dire solo crimine informatico, ha proseguito Frattasi, ma è un concetto trasversale che si applica a ogni attività umana e ai servizi civili, dal settore bancario a quello della salute o dei trasporti con ”gravi rischi per la privacy“.

Per questo, ha indicato il capo dell’Acn, la cybersicurezza ”deve creare un ecosistema nazionale nel quale tutto i soggetti riescano a garantire attività in modo che nessun appartenente all’ecosistema possa subire attacchi informatici”.

Il ruolo dei giovani e della formazione 

Il dg ha infine evidenziato il ruolo della formazione affermando che “la cybersicurezza riguarda tutti noi ed è importante ricordare come molti attacchi si avvalgono della debolezza umana”.

L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, ha concluso Frattasi, “conta sui giovani e vuole investire sul futuro, i giovani sono qui, sono il presente-futuro e la nostra speranza che questo presente sia il più roseo possibile”. Bisogna, ha detto il Dg dell’Acn, ”mettere insieme il mondo della sicurezza con il mondo delle imprese (…). Il segreto è la relazione reciproca. Possiamo fare qualcosa di buono solo insieme”.

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