STRATEGIE

Chips Act, via libera Ue: produzione al raddoppio

Accordo raggiunto tra Consiglio, Parlamento e Commissione sul pacchetto di regole che mira a potenziare lo sviluppo dei semiconduttori. ll commissario Breton: “L’Europa diventerà una potenza industriale”. Ok da Bruxelles anche alla proposta relativa alla normativa cybersolidarietà per rafforzare le capacità di protezione del Continente

Pubblicato il 18 Apr 2023

europa3, chip

Via libera delle istituzioni Ue – Commissione, Consiglio e Parlamento, al Chips Act, il piano presentato da Bruxelles nel febbraio del 2022 per raddoppiare la quota di mercato nei semiconduttori del Vecchio Continente dal 10% al 20% entro il 2030 e tagliare la dipendenza dalla Cina e dagli altri Paesi asiatici.

“In un contesto geopolitico di riduzione del rischio, l’Europa sta prendendo in mano il proprio destino. Padroneggiando i semiconduttori più avanzati, l’Ue diventerà una potenza industriale nei mercati del futuro”, commenta il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton.

Come evidenziato dalla la presidenza di turno svedese “il Chips Act darà impulso all’ecosistema europeo dei semiconduttori e svolgerà un ruolo fondamentale nel rafforzamento della competitività dell’Ue a livello globale”.

Chips Act, cos’è e cosa prevede

Il Chips Act, adottato dalla Commissione l’8 febbraio 2022, mira a rafforzare l’ecosistema dei semiconduttori. Si compone di una comunicazione, che illustra la strategia europea e la logica alla base della legge sui chip, una proposta di regolamento e una raccomandazione agli Stati membri.

L’European Chips Act rafforzerà l’ecosistema dei semiconduttori nell’Ue, garantirà la resilienza delle catene di approvvigionamento e ridurrà le dipendenze esterne. Si tratta di un passo fondamentale per la sovranità tecnologica dell’Ue. Inoltre, garantirà che l’Europa raggiunga l’obiettivo del decennio digitale di raddoppiare la sua quota di mercato globale nei semiconduttori al 20 %.

Lo farà concentrandosi su 5 obiettivi strategici:

  1. rafforzare la ricerca e la leadership tecnologica;
  2. sviluppare e rafforzare la capacità dell’Europa di innovare nella progettazione, produzione e confezionamento di chip avanzati;
  3. istituire un quadro adeguato per aumentare la produzione entro il 2030;
  4. affrontare la carenza di competenze e attrarre nuovi talenti;
  5. sviluppare una comprensione approfondita delle catene globali di approvvigionamento dei semiconduttori.

L’European Chips Act ha tre componenti principali:

  1. un’iniziativa Chips for Europe per sostenere lo sviluppo di capacità tecnologiche su larga scala e l’innovazione nei chip all’avanguardia;
  2. un nuovo quadro per attrarre investimenti su larga scala nelle capacità di produzione e garantire la sicurezza dell’approvvigionamento;
  3. un meccanismo di coordinamento tra gli Stati membri e la Commissione per monitorare gli sviluppi del mercato e anticipare le crisi.

Iniziativa Chips per l’Europa

L’iniziativa Chips for Europe rafforzerà le tecnologie dei semiconduttori e le capacità di innovazione, garantendo la leadership dell’Ue in questo campo a medio e lungo termine. Essa sarà attuata principalmente attraverso l’impresa comune Chips, precedentemente nota come impresa comune per le tecnologie digitali chiave.

L’iniziativa Chips for Europe:

  • rafforzare la leadership dell’Europa nella ricerca;
  • consentire l’accesso in tutta Europa agli strumenti di progettazione dei chip e alle linee pilota per la prototipazione e la sperimentazione di tecnologie innovative di chip;
  • stabilire una procedura di certificazione per chip efficienti dal punto di vista energetico e affidabili al fine di garantirne la qualità e la sicurezza per le applicazioni critiche;
  • promuovere l’istruzione, le competenze e i talenti nella microelettronica;
  • sostenere una rete di centri di competenza in tutta Europa per promuovere la progettazione e l’uso innovativi dei sistemi di semiconduttori.

Un nuovo quadro per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento

Il Chips Act propone un nuovo quadro per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di chip attirando investimenti e sostenendo la creazione di capacità produttive su larga scala.

Il quadro consente il sostegno pubblico a due nuovi tipi di impianti produttivi innovativi che sono i primi del loro genere. Queste nuove strutture sono:

  • Fonderrie aperte dell’Ue”, che dedicherebbero una parte significativa della loro capacità produttiva alla produzione ad altri operatori industriali;
  • “Strumenti di produzione integrati”, che progetterebbero e produrrebbero chip per i propri mercati (ad esempio solo per il loro settore).

Raccomandazione agli Stati membri

In considerazione dell’attuale crisi della carenza di chip, la Commissione presenta inoltre una raccomandazione agli Stati membri che incoraggia azioni di coordinamento immediato tra gli Stati membri e la Commissione per affrontare la crisi.

La raccomandazione stabilisce meccanismi per monitorare e attenuare le perturbazioni delle catene di approvvigionamento e rendere l’Europa più resiliente di fronte alle perturbazioni attuali e future.

Cybersolidarietà, la Ue adotta la proposta di normativa

Intanto la Commissione spinge sulla sicurezza cyber. E ha adottato una proposta relativa alla normativa dell’Ue sulla cibersolidarietà per rafforzare le capacità di cibersicurezza nell’Ue. La normativa sosterrà il rilevamento delle minacce e degli incidenti di cibersicurezza e accrescerà la consapevolezza in materia. Rafforzerà inoltre la preparazione dei soggetti critici, come pure la solidarietà e le capacità di gestione e di risposta concertate in caso di crisi in tutti gli Stati membri. La normativa sulla cibersolidarietà istituisce capacità dell’Ue per rendere l’Europa più resiliente e reattiva di fronte alle minacce informatiche, rafforzando nel contempo i meccanismi di cooperazione esistenti.  La proposta contribuirà a garantire un panorama digitale sicuro per i cittadini e le imprese e a proteggere i soggetti critici e i servizi essenziali, quali gli ospedali e i servizi pubblici.

La Commissione ha inoltre presentato un’Accademia per le competenze in materia di cibersicurezza nell’ambito dell’Anno europeo delle competenze 2023, per garantire un approccio più coordinato volto a colmare il divario di talenti nel settore della cibersicurezza, condizione preliminare per rafforzare la resilienza dell’Europa. L’Accademia riunirà varie iniziative esistenti volte a promuovere le competenze in materia di cibersicurezza e le renderà disponibili su una piattaforma online, accrescendone la visibilità e aumentando il numero di professionisti qualificati della cibersicurezza nell’Ue.

Nell’ambito dell’Unione europea della sicurezza, l’Ue si impegna a garantire che tutti i cittadini e le imprese europei siano adeguatamente protetti, sia online che offline, e a promuovere un ciberspazio aperto, sicuro e stabile. Tuttavia l’entità, la frequenza e l’impatto crescenti degli incidenti di cibersicurezza rappresentano una grave minaccia per il funzionamento delle reti e dei sistemi informativi e per il mercato unico europeo. L’aggressione militare russa nei confronti dell’Ucraina ha ulteriormente esacerbato questa minaccia, insieme ai numerosi soggetti allineati con le autorità di governo, criminali e hacktivisti coinvolti nelle attuali tensioni geopolitiche.

Sulla base di un solido quadro strategico, politico e legislativo già in vigore, le proposte relative alla normativa dell’Ue sulla cibersolidarietà e all’Accademia per le competenze in materia di cibersicurezza contribuiranno ulteriormente a migliorare il rilevamento delle minacce informatiche e a rafforzare la resilienza e la preparazione a tutti i livelli dell’ecosistema di cibersicurezza dell’Ue.

Normativa dell’Ue sulla cibersolidarietà

La normativa dell’Ue sulla cibersolidarietà rafforzerà la solidarietà a livello dell’Unione per migliorare il rilevamento degli incidenti di cibersicurezza significativi o su vasta scala e la preparazione e la risposta agli stessi attraverso la creazione di uno scudo europeo per la cibersicurezza e di un meccanismo globale per le emergenze di cibersicurezza.

Per rilevare le principali minacce informatiche in modo rapido ed efficace la Commissione propone l’istituzione di un ciberscudo europeo, un’infrastruttura paneuropea composta da centri operativi di sicurezza nazionali e transfrontalieri in tutta l’UE. Si tratta di soggetti incaricati di rilevare le minacce informatiche e intervenire di conseguenza, che utilizzeranno tecnologie all’avanguardia, quali l’intelligenza artificiale (IA) e l’analisi avanzata dei dati, per individuare le minacce e gli incidenti informatici a livello transfrontaliero e condividere tempestivamente avvertimenti. Ciò consentirà alle autorità e ai soggetti pertinenti di rispondere agli incidenti gravi in modo più efficiente ed efficace.

I centri potrebbero essere operativi all’inizio del 2024. Come fase preparatoria del ciberscudo europeo, nell’aprile 2023 la Commissione ha selezionato, nell’ambito del programma Europa digitale, 3 consorzi di centri operativi di sicurezza transfrontalieri, che riunivano enti pubblici di 17 Stati membri e dell’Islanda.

La normativa dell’Ue sulla cibersolidarietà comprende inoltre la creazione di un meccanismo per le emergenze di cibersicurezza per accrescere la preparazione e potenziare le capacità di risposta agli incidenti nell’Ue. Tale meccanismo sosterrà:

  • azioni di preparazione, compresa l’effettuazione di test su soggetti di settori altamente critici (sanità, trasporti, energia ecc.) per rilevare potenziali vulnerabilità sulla base di scenari e metodologie di rischio comuni;
  • la creazione di una nuova riserva dell’Ue per la cibersicurezza, costituita da servizi di risposta agli incidenti prestati da fornitori affidabili con cui è già stato sottoscritto un contratto e che sono quindi pronti a intervenire, su richiesta di uno Stato membro o di istituzioni, organi e organismi dell’Unione, in caso di incidenti di cibersicurezza significativi o su vasta scala;
  • la fornitura di sostegno finanziario per l’assistenza reciproca, nei casi in cui uno Stato membro possa offrire assistenza a un altro Stato membro.

La proposta di regolamento istituisce inoltre il meccanismo di riesame degli incidenti di cibersicurezza per rafforzare la resilienza dell’Unione attraverso il riesame e la valutazione degli incidenti di cibersicurezza significativi o su vasta scala dopo che si sono verificati, traendo insegnamenti e, ove opportuno, formulando raccomandazioni per migliorare la posizione di cibersicurezza dell’Unione.

La dotazione complessiva per tutte le azioni nell’ambito della normativa dell’UE sulla cibersolidarietà è di 1,1 miliardi di €, di cui circa 2/3 saranno finanziati dall’UE mediante il programma Europa digitale.

Accademia dell’Ue per le competenze in materia di cibersicurezza

L’Accademia dell’Ue per le competenze in materia di cibersicurezza riunirà iniziative private e pubbliche volte a promuovere le competenze in materia di cibersicurezza a livello europeo e nazionale, accrescendone la visibilità e contribuendo a colmare il divario di talenti in materia di cibersicurezza dei professionisti del settore.

All’Accademia sarà inizialmente riservato uno spazio online sulla piattaforma della Commissione per le competenze e le occupazioni digitali. I cittadini interessati a intraprendere una carriera nella cibersicurezza avranno a disposizione un unico luogo online in cui trovare opportunità di formazione e certificazione in tutta l’Ue. I portatori di interessi potranno inoltre impegnarsi a offrire il proprio sostegno al miglioramento delle competenze in materia di cibersicurezza nell’Ue avviando azioni specifiche, ad esempio offrendo formazioni e certificazioni nel campo della cibersicurezza.

L’Accademia si evolverà in modo da comprendere uno spazio comune per il mondo accademico, gli erogatori di formazione e l’industria, che li aiuterà a coordinare programmi di istruzione, formazioni e finanziamenti e monitorare l’evoluzione del mercato del lavoro nel settore della cibersicurezza.

Sistemi di certificazione per i servizi di sicurezza gestiti

Oggi la Commissione ha inoltre proposto una modifica mirata del regolamento sulla cibersicurezza per consentire la futura adozione dei sistemi di certificazione per i “servizi di sicurezza gestiti”. Si tratta di servizi altamente critici e sensibili prestati da fornitori di servizi di cibersicurezza, quali servizi di risposta agli incidenti, test di penetrazione, audit di sicurezza e consulenza, per assistere le imprese e le altre organizzazioni a prevenire e rilevare gli incidenti informatici, a rispondervi o a riprendersi dagli stessi.

La certificazione è fondamentale e può svolgere un ruolo importante nel contesto della riserva dell’Ue per la cibersicurezza e della direttiva relativa a misure per un livello comune elevato di cibersicurezza nell’Unione (direttiva Nis 2), facilitando anche la fornitura transfrontaliera di tali servizi.

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