Internet e il digitale stanno trasformando l’industria dei media facendola sconfinare sempre più nei settori delle telecomunicazioni e delle Ict. Ciò rivoluziona i modelli di business, pone nuove sfide nella catena del valore, modifica ruoli consolidati, dagli editori ai rivenditori, rende sempre più difficile distinguere tra giornalismo e informazione e cambia il modo in cui le persone consumano contenuti, visto che oggi siamo abituati a servizi disponibili sempre e ovunque, su qualunque device. Esordisce così il vice presidente della Commissione europea responsabile per la Digital Agenda, Neelie Kroes, nel discorso sul futuro dei media pronunciato in apertura della conferenza annuale dell’Emma (European magazine media association) a Bruxelles.
Le trasformazioni sottolineate dalla Kroes sono un invito a pensare non ai trend di oggi ma già a quelli di domani. Che cosa significherà la parola “media” nel 2060, che cosa ci attendiamo dai media e come arriveremo a quel futuro? Questo è anche il cuore del progetto Futurium della Commissione europea, la piattaforma online del progetto Digital Futures che serve a facilitare un’ampia riflessione sul futuro delle politiche europee.
Nella visione della Kroes, “Il cambiamento è inevitabile, adattarsi è imperativo”: i settori oggi toccati da trasformazioni più o meno radicali non possono sperare nel ritorno al passato, ma devono necessariamente andare verso le novità partecipando attivamente al compito di dare forma al futuro, altrimenti si rischia di non avere alcun ruolo negli anni che verranno.
“Per tutti i settori coinvolti, il mio consiglio è lo stesso”, afferma la Kroes: “Non difendetevi dalla rivoluzione del digitale ma sfruttate a vostro vantaggio le opportunità dell’online, adattatevi e innovate. I settori che lo hanno fatto già godono dei loro frutti digitali, quelli rimasti indietro già si sentono schiacciati”.
Ovviamente non è facile indicare come deve avvenire l’adattamento al nuovo: occorrono più o meno intermediari nella catena del valore, più o meno intervento pubblico? E quali modelli di business si dimostreranno vincenti? “Non ho la risposta a queste domande, ma so che politici e industria devono impegnarsi per dare forma concreta al futuro”, sottolinea la Kroes.
Ci sono però già dei punti fermi. Il Forum on Media Futures di Christian Van Thillo ha riunito i vari attori dei media e tutti si sono trovati d’accordo nel riconoscere le opportunità create dal digitale. Il settore deve tuttavia riformarsi e mettere il consumatore al centro. In più, libertà e pluralismo dei media vanno strenuamente difesi e l’Europa ha un High level Group che si concentra su queste tematiche.
Altro punto chiave per la Kroes è la convergenza dei settori. L’esempio è la Connected Tv, che offre una grandiosa piattaforma per nuovi contenuti e stimola la creatività; dà al consumatore ampia scelta e a prezzi convenienti. Ma mette insieme settori diversi di cui alcuni tradizionalmente molto regolati, altri, più nuovi, non soggetti a tante protezioni. La Commissione europea lancerà domani un Green Paper come consultazione proprio su questi temi, sollevando domande senza dare risposte dall’alto, ma lasciando che siano gli attori coinvolti a suggerire soluzioni.
Sicuramente la rivoluzione digitale stimola l’innovazione nei media, conclude la Kroes, ma occorre “liberarsi dal modo di pensare ereditato”, sottolinea la commissaria; “non concentratevi solo sul vostro vantaggio competitivo, non limitatevi a cercare di spuntare l’accordo più conveniente con il regolatore. Non restate arroccati sulle ideologie del passato: pensate a come dovrebbe essere il futuro. Tutti avete interesse a creare un settore europeo dei media forte, libero e digitale. Allora fatelo e, per favore, presentatemi le vostre idee, partecipando ai nostri dibattiti attivamente, costruttivamente”.