Viola: “Mercato unico digitale, dalla Ue misure concrete”

Il vicedirettore della Dg Connect della Commissione europea puntualizza: “Non presenteremo una semplice roadmap”. Bruxelles pronta a muoversi tramite vie legislative o regolamentarie ordinarie. Il “pacchetto” atteso per giugno

Pubblicato il 23 Apr 2013

Finalmente fanno capolino i primi veri dettagli sul piano che la Commissione europea sta mettendo a punto per realizzare il completamento del mercato unico del digitale. Stamane, intervenendo nel corso di una conferenza a Londra, il vicedirettore della DG Connect della Commissione Roberto Viola si è lasciato andare ad alcune importanti anticipazioni. Viola ha spento innanzitutto una parte delle incognite riguardo la fisionomia del piano, spiegando che non si tratterà di una mera “roadmap” ma di un “concreto” pacchetto di misure. Il che lascia indovinare che la Commissione potrebbe muoversi sin da subito attraverso le vie legislative o regolamentari ordinarie (quindi direttive, regolamenti o raccomandazioni), piuttosto che puntare su un libro bianco o peggio ancora una semplice dichiarazione d’intenti.

Secondo l’ex direttore generale di Agcom, il primo obiettivo dell’Esecutivo comunitario sarà quello di assicurare che gli operatori possano fornire i propri servizi di comunicazione elettronica dappertutto in Europa. E dunque che cittadini e imprese siano liberi di acquistarli senza alcuna restrizione geografica legata al paese di residenza. “Ciò – ha spiegato Viola – è già un elemento chiave del mercato unico nel settore dei servizi finanziari o di altre industrie. Vorremmo che anche il settore delle telecomunicazioni possa seguire gli stessi principi”. Più chiaro di così…

Ce n’è anche per lo spettro. Secondo il vicedirettore della Commissione serve un approccio più coordinato nell’assegnazione delle licenze. Viola è sembrato suggerire che Bruxelles intende intervenire direttamente sulle modalità e le tempistiche delle aste. Un altro obiettivo che la Commissione si prefigge promuovere attraverso il proprio pacchetto è quello dell’interoperabilità dei cosiddetti “servizi convergenti”.

Secondo quanto anticipato la settimana scorsa dal Financial Times, la Commissione dovrebbe alzare il velo sulle misure del piano sul mercato unico delle tlc già nel mese di giugno. Si tratterebbe però di un semplice antipasto. Un primo, e provvisorio, florilegio d’idee messe in pista per testare gli umori in vista della scadenza istituzionale di ottobre: quando l’Esecutivo comunitario sarà chiamato a presentare ufficialmente al Consiglio europeo il pacchetto vero e proprio. Ma è certamente il segno di una volontà precisa di stringere sui tempi. Un obiettivo, quest’ultimo, raggiungibile solo se potrà contare su un rafforzamento della cooperazione inter-istituzionale.

Se “non avremo la collaborazione dei regolatori nazionali, del Berec, degli operatori e di tutto la politica – ha avvertito Viola – il piano ha poche chance di successo”. In una parola, il pacchetto sul mercato unico potrò avere un “impatto sul breve periodo” solo se attuato “in un contesto di cooperazione”. E tuttavia il vicedirettore della Commissione ha anche messo in guardia contro le indiscrezioni sul piano che circolano ormai incontrollate a Bruxelles, definendole “semplici speculazioni” e ricordando che al momento la Commissione è piuttosto interessata a raccogliere suggerimenti a trecentosessanta gradi.

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