LA MOBILITAZIONE

Tlc, sciopero il 6 giugno. I sindacati: “Servono risposte per il futuro del settore”

Stop alle attività per l’intero turno di lavoro di tutto il personale. Slc, Fistel e Uilcom: “Aprire un tavolo di confronto con le istituzioni per dare prospettive di crescita a un comparto strategico per la competitività del Paese”. Intanto il fondo francese Bdl, socio di Tim al 2,5%, scrive al cda: “Offerte per la rete inadeguate”

Pubblicato il 28 Apr 2023

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Sciopero nelle Tlc il prossimo 6 giugno. La mobilitazione, annunciata da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, a difesa dell’occupazione e per il rilancio del settore.

In particolare le segreterie nazionali annunciano che il 6 giugno ci sarà lo sciopero per l’intero turno di lavoro (otto ore) di tutto il personale delle aziende del comparto a eccezione del personale delle aziende del Trentino Alto Adige e della Valle D’Aosta che sciopereranno con le medesime modalità l’8 giugno 2023 per rispetto delle franchigie elettorali”, si legge nella nota congiunta.

La procedura di raffreddamento

I sindacati dichiarano di aver esperito con Assotelecomunicazioni Asstel, l’associazione della filiera, “la procedura di raffreddamento con esito negativo il giorno 12 aprile scorso e con il ministero del Lavoro il tentativo di conciliazione il 19 aprile scorso, anche questa con esito negativo”.

“La comunicazione di oggi – precisano Slc, Fistel e Uilcom – vale come preavviso ai sensi della Legge 83/2000 e precedenti e in base alla delibera di modifica della Regolamentazione Provvisoria adottata dalla Commissione di Garanzia per l’attuazione della Legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali per tutte le aziende del settore sottoposte a tale regolamentazione”.

I sindacati: “È il momento di agire”

“Fino ad ora c’è stato un silenzio assordante del governo su un settore strategico per la digitalizzazione del paese – sottolinea Alessandro Faroni, segretario della Fistel Cisl – Abbiamo cercato tutte le interlocuzioni possibili senza ottenere ascolto è arrivato il momento di agire con immediatezza se non vogliamo un cataclisma occupazionale con decine di migliaia di esuberi” aggiunge ricordando le vertenze aperte su Tim, Vodafone, Wind3, Ericsson e la situazione allo saremo dei call center. Allo sciopero potrebbero unirsi anche i lavoratori metalmeccanici che lavorano come indotto”.

Sulla stessa linea Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom. “Questo sciopero – spiega – per  chiedere al governo l’apertura di un tavolo sul futuro delle Tlc, a cominciare dalla crisi dei call center fino al destino di Tim. Una grande mobilitazione che avrà la sua manifestazione più importante a Roma e che vuole sensibilizzare le istituzioni affinché si possa dare prospettiva di crescita a un settore strategico per la competitività del Paese ma che negli ultimi anni  ha perso miliardi di marginalità e ricavi negli ultimi anni”.

Rete Tim, affondo del fondo Bdl

Il fondo francese Bdl, socio di Tim con circa il 2,5%, non ritiene adeguate le offerte per la rete del gruppo italiano. Secondo quanto risulta a Radiocor, l’azionista ha inviato una lettera al consiglio di amministrazione di Tim, ritenendo che il prezzo offerto per il network dai due contendenti, Kkr e Cdp-Macquarie, non sia adeguato, alla luce delle informazioni raccolte.

Nei giorni scorsi sono arrivati i rilanci dei due contendenti: il fondo americano Kkr ha offerto 19 miliardi più due miliardi di earn out, in caso di fusione con Open Fiber; il tandem Cdp e Macquarie ha offerto 19,3 miliardi. Proposte che la media company francese Vivendi, primo socio di Tim con circa il 24%, ha già ritenuto inadeguate rispetto alla sua valutazione della rete.

Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi, ha anche parlato della necessità di aprire “un nuovo capitolo” per Tim, in occasione della sua assemblea di bilancio della media company. Ora le proposte saranno vagliate dal consiglio di amministrazione di Tim del 4 maggio. Consiglio che, per il momento, non si è ancora espresso sulle offerte per la rete.

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