“L’Italia deve fare passi importanti. Con il nostro gruppo ci occuperemo di elaborare un percorso di suggerimenti legislativi, che potrebbero concretizzarsi già in questa legislatura. Abbiamo di fronte l’orizzonte del fascicolo elettronico, mentre l’applicazione delle tecniche digitali, in alcune regioni, stenta a partire. Ci poniamo come obiettivo di legiferare in 18 mesi e dar vita a un decreto legge per inserire le terapie digitali all’interno di un campione omogeneo di terapie che vanno codificate all’interno di linee guida e che devono essere fruibili e non a pagamento ”. Simona Loizzo, parlamentare della Lega eletta nella circoscrizione della Calabria e neo presidente dell’intergruppo parlamentare sulla sanità digitale, presentato oggi al ministero della Salute, illustra così le priorità contenute nel documento programmatico presentato oggi. Il focus dei parlamentati che hanno dato vita al progetto, appartenenti a diverse forze politiche e a entrambi i rami del Parlamento, è di definire un comune indirizzo regolatorio per le terapie digitali, assicurando un accesso omogeneo, a livello sia nazionale sia regionale, agli strumenti della sanità digitale. Si tratterà in concreto di dare vita a un patto di legislatura che serva da stimolo per la transizione digitale della sanità italiana nell’era digitale.
Il documento programmatico
Il documento programmatico presentato dall’intergruppo al ministro della Salute Orazio Schillaci punta sulla necessità di accelerare sulla sanità digitale, per farla diventare un requisito di sistema sia nel campo delle tecnologie sia in quello dei sistemi informatici e dei servizi digitali. Al centro dei lavori dell’intergruppo ci sarà anche la promozione nella pratica medica comune delle terapie digitali, le cosiddette DTx, che sono già implementate negli Usa, in Giappone, in Francia, e nel Regno Unito, ma che in Italia non sono ancora sufficientemente diffuse se non in ambiti estremamente specialistici. Si tratta di soluzioni, secondo l’analisi dell’intergruppo, che potrebbero potenziare le risposte terapeutiche in numerosi ambiti sanitari, dalle malattie croniche come il diabete, all’asma o all’ipertensione alle malattie mentali alle dipendenze, fino ai percorsi riabilitativi.
La collaborazione tra governo e Parlamento
“Presentare il programma di lavoro dell’intergruppo parlamentare Sanità digitale e terapie digitali al ministero della Salute è il segno chiaro della comune volontà di Parlamento e governo di lavorare in stretto coordinamento per rendere finalmente concreto l’ingresso della sanità italiana nell’era digitale – aggiunge Loizzo – Lo faremo rendendo questa materia una delle priorità della XIX Legislatura, orientando anzitutto le prossime scelte politiche e creando tutti i presupposti di tipo normativo e regolatorio che favoriscano l’affermazione delle terapie digitali, in un quadro di indispensabile sostenibilità e organica digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale”.
Telemedicina, dati e terapie digitali
Alla presentazione del documento programmatico dell’intergruppo è intervenuto anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che nel suo intervento ha sottolineato come la sanità digitale sia “fondamentale per la piena realizzazione della medicina del terzo millennio, che vede la centralità della telemedicina, della digitalizzazione dei dati fino alle sfide più ambiziose come le terapie digitali. Una sanità in cui l’innovazione e l’intelligenza artificiale diventano preziosi alleati – prosegue Schillaci – per migliorare la prevenzione e disporre di cure personalizzate e trattamenti sempre più efficaci”.
“Stiamo lavorando alla realizzazione della Piattaforma nazionale di Telemedicina, un progetto che, grazie alla collaborazione di Agenas, pone l’Italia all’avanguardia rispetto alle altre nazioni europee nell’utilizzo dei fondi del Pnrr e che consentirà concretamente la gestione dell’erogazione dei servizi di telemedicina – aggiunge Schillaci – A sua volta il Portale nazionale per la diffusione della telemedicina, gestito dal Ministero della Salute, avra’ un ruolo centrale di informazione e formazione per i cittadini, i professionisti sanitari e le imprese di settore, nonché una funzione di monitoraggio dell’effettivo utilizzo della telemedicina nell’assistenza sanitaria su tutto il territorio nazionale”.
“Secondo una recente rilevazione del 2020-2021 condotta dall’Osservatorio digitale del Politecnico di Milano il fascicolo sanitario elettronico è utilizzato solo dal 12% dei cittadini – conclude Schillaci – mentre il 62% non ne ha mai sentito parlare. Un gap che va colmato, considerando l’importanza che riveste nella capacità di erogazione e monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza”.