La pirateria online farà perdere decine di migliaia di posti di lavoro e miliardi di euro. “Si calcola che, per i danni arrecati dalla pirateria, nel giro di 3 anni si perderanno più di 20mila posti di lavoro. Parliamo di circa 3 miliardi di euro l’anno per il solo diritto d’autore: incassi in nero che vanno a finire non si sa dove e che potrebbero alimentare altri mercati criminali”. È l’allarme lanciato da Vito Alfano, direttore del servizio anti-pirateria Siae durante la conferenza stampa di presentazione dell’operazione “Crackdown”, condotta dalla Polizia postale e delle comunicazioni di Roma. Un’indagine che ha portato all’oscuramento di 27 siti che offrivano agli utenti oltre 400mila film oltre a file musicali e software.
“Bisogna ringraziare la Polizia postale che ha messo fine ad un vero e proprio scempio” ha aggiunto Alfano. “Spesso si sente dire che scaricare un film forse è tecnicamente reato ma non fa nessun danno. In realtà, se la pirateria supera certi livelli, disincentiva totalmente la produzione. Il rischio – ha precisato il direttore del servizio anti-pirateria Siae – è quello di un futuro in cui arte e musica come il conosciamo non esisteranno più”.
“Abbiamo oscurato 27 siti che offrivano film doppiati o sottotitolati in italiano, ma il lavoro è appena all’inizio” ha spiegato il direttore del Compartimento della Polizia postale e delle comunicazioni del Lazio Andrea Rossi. “Per individuare i responsabili infatti bisognerà operare a livello internazionale tramite rogatorie, un procedimento molto complesso”. Ecco perché è essenziale la prevenzione: “La rete è un universo enorme e difficilmente controllabile – ha proseguito Rossi – In questo senso bisogna sensibilizzare soprattutto i ragazzi rendendoli consapevoli dei rischi che corrono quando scaricano dei file o lasciano i loro dati”.
Gli indirizzi web di 27 portali nazionali e internazionali per il download di film sono stati sequestrati il 15 aprile scorso su ordine della magistratura capitolina dalla Polizia postale, che ha trasmesso il provvedimento giudiziario a tutti i gestori di server presenti in Italia. L’ordinanza del gip Massimo Di Lauro comprendeva siti popolari come Nowvideo, Videopremium, Bitshare, Cyberlocker e altri.
L’indagine era partita su segnalazione di Sunshine Pictures, casa di distribuzione in Italia del cartoon francese “Un mostro a Parigi”. Il film d’animazione, che a novembre 2012 era stato proiettato nelle sale cinematografiche italiane, era condiviso illegalmente sulle piattaforme incriminate.
Il 17 aprile i 27 siti hanno presentato ricorso al Tribunale del Riesame. La revoca del provvedimento di sequestro è stata presentata per conto del portale Rapidgator dall’avvocato Fulvio Sarzana di Sant’Ippolito, che è anche portavoce delle altre società.