Ammontano a circa 12-14 miliardi di euro (230 euro pro capite), pari al 20-22% delle bollette delle famiglie italiane nel 2022, i risparmi che si potrebbero ottenere con gli edifici intelligenti, cioè riconvertiti con tecnologie efficienti e smart. Il dato emerge dal Rapporto strategico della prima edizione della Community smart building (SCARICA QUI IL DOCUMENTO COMPLETO), la piattaforma di confronto di alto livello avviata da The European House – Ambrosetti con l’obiettivo di mappare la base industriale, tecnologica e di servizio collegata in Italia allo smart building.
Il rapporto, presentato a Roma, indica che dal punto di vista ambientale, si ridurrebbero anche i consumi di acqua per il 4-5% e le emissioni del settore edilizio fra il 19 e il 28%. Sono 120 le tecnologie da mettere in campo per la trasformazione efficiente e smart, spiega il Rapporto, dalle applicazioni digitali e di gestione al Building management system, dalle piattaforme di integrazione e controllo alla sicurezza, dalla climatizzazione all’illuminazione, dalla produzione di energia alla gestione delle risorse idriche.
Italia terza per brevetti sulle tecnologie
Sulla base di questo, Ambrosetti rileva anche che l’Italia “ha fatto notevoli progressi nello sviluppo di queste tecnologie” tanto che nel 2021 risulta terza per la quota di brevetti nelle tecnologie di mitigazione del cambiamento climatico legate agli edifici (7,4%), dietro a Germania (35,1%) e Francia (15,4%).
Standard necessari per favorire la diffusione degli smart building
Per favorire la ‘rivoluzione’ il rapporto suggerisce tre proposte: definire gli standard per affermare una definizione univoca di ‘edificio intelligente’, sviluppare un modello operativo per la sostenibilità degli investimenti e creare un organismo di coordinamento interministeriale trasversale sui temi della transizione energetica nel settore degli edifici e di un polo nazionale sulle tecnologie dell’edificio intelligente, istituendo un centro di competenza e di trasferimento tecnologico.
Gli smart building completamente integrati, spiega il Rapporto, “sono l’elemento base per la costruzione di una smart city che abbia come obiettivo principale una società tecnologicamente adeguata all’individuo; senza gli standard chiari per identificare una definizione univoca di ‘edificio intelligente’ non sarà possibile indicare un percorso virtuoso”.
Una priorità per favorire la decarbonizzazione e l’efficienza
“Investire nell’edificio intelligente rappresenta una priorità, sia per poter rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione, sia per cogliere tutti i benefici in termini economici, ambientali e sociali”, sottolinea Lorenzo Tavazzi, partner di The european house – Ambrosetti e responsabile della Community smart building. “Lo smart building rappresenta quindi uno strumento di efficienza e decarbonizzazione e allo stesso tempo è un elemento abilitante delle smart city, che rappresentano la via di sviluppo necessaria per garantire la sostenibilità e la qualità della vita dei cittadini. In questo senso, l’Italia ha competenze di eccellenza nella catena del valore estesa degli smart building (ad esempio per le costruzioni, il design, il materiale elettrico); questo sviluppo può rappresentare un’importantissima opportunità industriale e di competitività per il nostro Paese”.